XIV edizione del Campania Teatro Festival
Il Campania Teatro Festival si terrà in storici teatri e all’aperto in splendidi luoghi d’arte come la Reggia di Capodimonte https://wp.me/p60RNT-8z6
NAPOLI – Il Museo e Real Bosco di Capodimonte dal 12 giugno all’11 luglio, sarà tra i luoghi d’Arte che ospiterà la XIV edizione di Campania Teatro Festival, diretto da Ruggero Cappuccio.
Il CTF ha in programma 159 eventi programmati in luoghi all’aperto e in totale sicurezza: 10 sezioni, 70 debutti assoluti e 3 nazionali.
L’anteprima il 19 marzo con il Maestro Riccardo Muti al Teatro Mercadante, mentre gli spettacoli di settembre andranno in scena in tre diversi teatri cittadini: il Bellini, il Trianon e il Politeama..
A settembre il Campania Teatro Festival darà spazio alla sezione Danza e a quella Internazionale con gli spettacoli della regista argentina Marina Otero, del coreografo greco Dimitris Papaioannou e del regista svizzero Cristoph Marthaler.
Altri eventi si svolgeranno nel Teatro Grande di Pompei, al Belvedere di San Leucio a Caserta, a Montesarchio (in piazza Umberto I e nel Museo Archeologico del Sannio Caudino), nel Teatro Naturale di Pietrelcina, nell’Anfiteatro di Avella e a Salerno, nel Chiostro del Duomo e all’esterno del teatro Ghirelli.
Tra gli appuntamenti di Napoli ci saranno anche nell’Archivio di Stato, il Refettorio del Chiostro di San Domenico Maggiore, Made in Cloister.
E anche il Museo e Real Bosco di Capodimonte per un mese diventerà una vera e propria cittadella teatrale tra Cortile della Reggia, Casino della Regina, Giardino Paesaggistico di Porta Miano, Manifattura della Porcellana, Giardino Paesaggistico Pastorale, Praterie della Capraia, il Giardino dei Principi e lo spazio del Cisternone.
1) Cortile del Museo – ingresso da Porta Grande o Porta Piccola
La Reggia di Capodimonte venne fondata nel 1738 da Carlo di Borbone, per ospitare la collezione ereditata dalla madre Elisabetta Farnese. Fu costruita su progetto iniziale dell’architetto Giovanni Antonio Medrano, lo stesso architetto del Teatro di San Carlo. La costruzione durò quasi cento anni. È stata residenza reale per tre dinastie, ognuna delle quali ha lasciato un segno: i Borbone, i sovrani francesi Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat, e i Savoia dopo l’Unità di Italia. Nei secoli, la collezione si è arricchita con acquisti delle famiglie reali, opere provenienti da chiese e conventi napoletani, acquisti dello Stato e importanti doni da parte di collezionisti privati. Tra ‘700 e ‘800 Capodimonte divenne tappa obbligata del Grand Tour per i giovani aristocratici europei. Dal 1957 Capodimonte è un museo nazionale aperto al pubblico con oltre 47mila opere d’arte, dal ‘200 al ‘900, fino all’arte contemporanea, 126 gallerie espositive su tre livelli principali, con capolavori di artisti di ogni scuola pittorica italiana (toscana, veneziana, emiliana, napoletana, romana) ma anche fiamminga (Bruegel, van Dyck), pittura francese (Claude Lorrain, Vigée Le Brun), danese (Christian Dahl) e tedesca (Philipp Hackert). E poi le sculture, dai busti rinascimentali alle opere moderne, la raccolta grafica del ricchissimo Gabinetto dei disegni e delle stampe e gli oggetti preziosi delle Collezioni Farnese, Borgia e De Ciccio. Nel percorso si attraversano ambienti sfarzosi, come la Sala della Culla e il Salone delle Feste, e luoghi privati come l’Alcova pompeiana. E poi ritratti di famiglia, oggetti d’arte e di arredo e prodotti di lusso delle manifatture borboniche quali porcellane, armi, sete e arazzi.
2) Manifattura della Porcellana – ingresso da Porta Miano
L’edificio, dal 1743 al 1759, ospitò la famosa Real Fabbrica della Porcellana di Capodimonte, una delle prime Manifatture Reali fondate da Carlo di Borbone. Nel Settecento la porcellana, l’oro bianco, alta tecnologia del secolo dei Lumi che acquistò un grande valore politico e diplomatico, ricoprendo un ruolo importante nelle strategie del potere. Quando nel 1759 Carlo di Borbone divenne re di Spagna, succedendo al fratello, lasciò attive a Napoli tutte le manifatture protette da lui avviate, come il Reale Opificio delle Pietre Dure, la Real Fabbrica degli Arazzi di Napoli, ma chiuse quella della porcellana. A Madrid fondò la Real Fabbrica del Buen Retiro, con artigiani e forme che portò con sé da Napoli. Soltanto nel 1771, disobbedendo alla volontà paterna, il figlio Ferdinando IV fondò la Real Fabbrica della Porcellana di Napoli (1771-1806) contrassegnata da un proprio marchio di fabbrica, i simboli coronati N, RF, FRF. Oggi l’edifico della manifattura storica di Capodimonte è sede dell’Istituto Superiore ad indirizzo raro Caselli-De Sanctis / Real Fabbrica di Capodimonte, una scuola specializzata nel rilancio della lavorazione della porcellana.
3) Praterie della Capraia – ingresso Porta Miano
L’edificio “Capraia”, esistente già verso la metà del Settecento, quando vi alloggiava il Guardiamaggiore, era storicamente destinato all’allevamento delle capre, oggi è la sede del Centro di ricerca per l’Arte e l’Identità delle grandi Città Portuali. Grazie alla collaborazione con l’Edith ‘O Donnell Institute e l’Università del Texas, ospita una foresteria per gli studenti di tutto il mondo che hanno orientato le loro ricerche nel rapporto tra arte, architettura e città portuali.
4) Casino della Regina – Ingresso da Porta Miano
Era uno dei manufatti principali del Sito reale. Oggi ospita la succursale dell’Istituto Superiore ad indirizzo raro Caselli-De Sanctis / Real Fabbrica di Capodimonte. Il Casino, esistente fin dal Settecento, era un piccolo padiglione destinato ai Reali per il ricovero durante la caccia con annesso un “Giardino delle Delizie” con numerose rose, camelie e ortensie, in seguito scomparso. Era utilizzato anche per la sosta di principi stranieri e intime feste da ballo di dame e cavalieri di corte. L’edificio è immerso in una macchia di lecci con esempi sparsi di roverella e si apre su grandi praterie.
5) Giardino paesaggistico-pastorale – ingresso da Porta Miano
A partire dal 1835, i botanici Gussone e Dehnhardt hanno rimodellato il terreno creando finte colline e praterie, macchie a bosco ed alberature isolate, esotiche o autoctone per la creazione di un giardino paesaggistico-pastorale. Il 18 aprile 2018 è stata inaugurata qui la prima area rugby non regolamentare, realizzata grazie al contributo dell’associazione Amici di Capodimonte.
6) Cisternone – ingresso da Porta Miano
Uno dei tanti serbatoi settecenteschi che assicuravano l’acqua alle fontane, agli edifici e alle parti irrigue del bosco, posto sul retro della Fagianeria, quasi nascosto all’interno di una corona di lecci. È formato da un grande impluvio circolare in tufo di circa 70 metri di diametro, al centro il vero e proprio serbatoio, coperto da un rivestimento in lapillo battuto. L’acqua piovana, raccolta nell’ampio bacino, attraverso delle feritoie praticate in due vasche laterali di sedimentazione, viene purificata e convogliata nella vasca di raccolta centrale.
7) Giardino paesaggistico – ingresso da Porta Miano
Il paesaggio che si apre davanti al Casino della Regina comprende vaste praterie fino al Vallone dei Cervi (area marginale del bosco caratterizzata da forti dislivelli, con un microclima umido e fresco con felci e piante ombrofile, oggi interdetta per rischio idrogeologico) e mantiene sostanzialmente intatto il segno della riforma ottocentesca in “Giardino all’inglese” del Real Bosco. Oggi sulle ampie praterie troviamo sporadici esemplari esotici come una magnolia ramificata su una piccola collina e più spesso esemplari autoctoni o spontaneizzati come olmo, acero di monte posti in modo piuttosto casuale ai margini delle macchie boschive.
8) Giardino dei Principi – ingresso da Porta Grande o Porta Piccola
Il Giardino Anglo-Cinese è una delle principali Delizie del Real Sito, conserva la conformazione datagli intorno al 1840 da Friederich Dehnhardt, capo-giardiniere dell’Orto botanico, quella di giardino all’inglese: un giardino creato dall’uomo ad imitazione della natura. Qui si osservano rari esemplari esotici: un maestoso Canforo, un Taxodium (Taxodium mucronatum), un Eucalipto (Eucalyptus camaldulensis) e alcune camelie. Nei boschetti circostanti si trovano magnolie, tassi, cipressi, pini, uno splendido Cedro del Libano e una Melaleuca, pianta piuttosto rara, impropriamente detta “albero della carta”. È situato alle spalle della Palazzina dei Principi, l’elegante e sobrio edificio fondato dai Carmignano marchesi di Acquaviva preesistente al Palazzo
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