Wetlands, for Nature, for us!
Il 2 febbraio viene celebrata la Giornata Mondiale delle Zone Umide, le wetlands del trattato di Ramsar
Il 2 febbraio del 1971 venne firmato a Ramsar, una cittadina iraniana, il primo trattato
internazionale sulla conservazione e gestione di ecosistemi naturali, ad oggi sottoscritto da oltre 150 nazioni. Nel Trattato di Ramsar veniva riconosciuta l’importanza vitale, per noi tutti, delle aree umide (wetlands) e la necessità della loro tutela.
Per onorare il trattato dal 2 al 5 febbraio sarà possibile scoprire le wetlands italiane in molte Oasi WWF, attraverso passeggiate, visite guidate, workshop fotografici e altri eventi, per ammirare la loro bellezza e comprendere l’importanza di questi ambienti unici.
E come parte delle celebrazioni della giornata mondiale ufficiale delle Nazioni Unite UN World Wetlands Day, il WWF è partner a livello globale della prima #WorldWetlandsRun per scoprire questi habitat particolari. Moltissime persone da oltre 100 paesi si sono iscritte e registrate sul World Wetlands Run per testimoniare le giornate che passeranno a contatto con questi splendidi e delicati ecosistemi e chiederne una sempre maggiore tutela.
Il WWF | World Wildlife Found fin dalla sua nascita si è occupato della tutela di zone umide. Non a caso la prima Oasi WWF istituita in Italia nel 1967 è stata il lago di Burano in Toscana, poi inserita tra le zone Ramsar e divenuta Sito d’Importanza Comunitaria per la rete europea di aree protette Natura 2000.
Attualmente il Sistema delle Oasi WWF Italia è costituito da 100 Oasi, di cui ben 78 contengono stagni, paludi, lagune, che nel tempo sono state difese da abusi e antropizzazione selvaggia, e 10 delle quali sono aree d’importanza internazionale riconosciute dalla Convenzione di Ramsar.
In Campania quasi tutte le Oasi WWF ospitano aree umide naturali o artificiali e la loro visita costituisce il miglior modo per conoscere e contribuire a proteggere le wetlands.
Ma perché queste zone di transizione tra acqua e terraferma sono così importanti? Stagni, paludi e torbiere forniscono numerosi servizi ecosistemici a costo zero, dalla depurazione delle acque intrappolando, trattenendo e metabolizzando molte sostanze inquinanti, alla mitigazione degli effetti delle alluvioni, grazie al loro effetto “spugna”, dalla protezione dell’erosione marina delle coste alla riduzione del cuneo salino, che rende sterili i terreni agricoli più vicini al mare. Inoltre, catturano, grazie alla presenza di una ricca e variegata flora, grandi quantità di carbonio, aiutandoci a contrastare i cambiamenti climatici.
Le zone umide sono ambienti a elevata produttività per l’allevamento di pesci e di molluschi. Soprattutto, assieme alla barriere coralline, sono le aree più ricche di biodiversità del Pianeta, ospitando, per esempio, il 10% di tutti gli uccelli noti, custodendo decine di piante, insetti, anfibi e rettili a rischio di estinzione: posseggono un valore economico enorme, sia per i servizi resi sia per il reddito prodotto. Basti pensare solo alla pesca professionale e al turismo: la Natura contribuisce direttamente, secondo uno studio UE, alla metà del P.I.L. delle Nazioni europee!
Terra di Lavoro ospita una zona umida protetta dalla Convenzione di Ramsar ed una delle più importanti del sud Italia: l’Oasi dei Variconi a Castelvolturno. Si tratta di un’area retrodunale di circa 200 ettari con paludi salmastre nei pressi della Foce del Volturno, sulla sua riva sinistra, protetta anche da norme europee (Direttiva Habitat 1992 – Rete Natura 2000 , zona a protezione speciale ZPS) che ospita oltre 250 specie di uccelli sia di passo che stanziali, piante anche rare, oltre a rettili, anfibi ed invertebrati.
I Variconi sono sulla rotta di decine di specie di uccelli migratori che si spostano dall’Africa verso l’Europa e viceversa , e costituiscono una specie di “area di servizio“ dove riposarsi e nutrirsi prima di riprendere il faticoso viaggio che questi piccoli o grandi esseri viventi intraprendono due volte l’anno. Numerose altri uccelli invece hanno scelto queste paludi per viverci tutto l’anno e mettere su famiglia.
Per questi motivi quest’area è sottoposta a monitoraggi periodici da istituzioni universitarie e associazioni per lo studio e la protezione dell’avifauna.
A tutela di quest’area e del limitrofo litorale , i volontari del WWF Caserta, anche nel 2021, hanno organizzato una giornata di raccolta dei rifiuti all’interno dell’Oasi e sulla sua spiaggia, nell’ambito delle Campagne Generazione Mare e Liberiamo i fiumi, assicurando inoltre una periodica attività di vigilanza attraverso le proprie Guardie Ambientali.
Questi stagni costieri posseggono un grande valore naturalistico ma potrebbero esprimere anche un notevole valore per l’economia locale, al pari di altre aree naturali in tutta Europa che sono visitate da milioni di turisti, per un controvalore pari a 9 miliardi di euro all’anno. Purtroppo, invece, di recente sono stati bruciati i capanni di osservazione dei Variconi, spesso vengono abbandonati rifiuti di ogni tipo, talora avvengono episodi di bracconaggio. E poi non vi è alcuna attività di promozione dell’area, mentre il controllo e la sorveglianza è affidato solo ai volontari.
Una perla della Costa Domitia abbandonata e vandalizzata, che invece potrebbe, se ben gestita, contribuire alla rinascita del nostro litorale, conosciuto più per l’inquinamento, per fatti di cronaca nera e per la presenza di una immigrazione senza controllo, che per le sue bellezze e ricchezze naturalistiche. Ad esempio, nel 2021 sono stati censiti 18 nidi di tartaruga Caretta Caretta – anche grazie al lavoro dei volontari del WWF Caserta – nelle aree umide dei Variconi o delle Soglitelle di Villa Literno, il lago di Falciano del Massico, la pineta di Castelvolturno. La pineta, sebbene versi in cattive condizioni, costituisce ancora un polmone verde di notevole interesse e potenzialità.
La provincia di Caserta è un posto strano : nel giro di 50 km in linea d’aria si possono osservare i nidi di Caretta Caretta e il salto dei delfini del mare domizio, e ascoltare l’ululato dei lupi dei Monti del Matese. Possiede anche una biodiversità agricola di tutto rispetto: basti pensare ai vini, agli olii, ortaggi e frutta, oltra all’oro bianco, la mozzarella di bufala. È anche ricca di vestigia storiche e artistiche che vanno dai reperti di epoca preromana conservati nel Museo di Capua alla Reggia di Caserta, passando per l’Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, al Borgo Medioevale di Caserta Vecchia e al teatro romano di Vairano, solo per citarne alcune. Eppure nella classifica sulla qualità della vita scivola sempre più in basso (100esimo posto su 107 nel 2021, in regressione ).
Cìè perciò bisogno di un patto di non belligeranza tra uomo e Natura: solo così si potrà continuare ad assicurare a tutti un futuro di salute, di pace e di prosperità.
For Nature, for us!