VivoaNapoli, non altrove
di Tonia Ferraro
VivoaNapoli è un’associazione culturale. Presentata al pubblico il 4 maggio 2013, è il frutto di un percorso iniziato ancor prima attraverso un confronto fra alcuni operatori culturali della città, che hanno deciso di impegnarsi con continuità per contribuire alla creazione di un “sistema della cultura” a Napoli. Emilia Leonetti ne è Presidente, Giulio Maggiore Vicepresidente.
La mission dell’Associazione è, quindi, lavorare all’affermazione di un modello di sviluppo economico e sociale incentrato sulla cultura, partendo dalla considerazione dell’enorme patrimonio artistico, architettonico, naturale di Napoli e della Campania. Le istituzioni, infatti, non impostano una strategia di sviluppo che ponga al centro la cultura, secondo una visione di sistema.
La Presidente di VivoaNapoli. Emilia Maria Leonetti è stata corrispondente, dal 1982 al 1992, della testata L’Avanti e inviato di Mondoperaio. Dal 1996 lavora come Responsabile Ufficio Stampa dell’Autorità Portuale di Napoli, ora AdSP del Mar Tirreno Centrale. Ha pubblicato per l’Editore Tullio Pironti, una biografia di Antonio Bassolino e Nel Mare il Fuoco. Ritratti napoletani.
LoSpeakersCorner l’ha incontrata per saperne di più sulle attività dell’associazione.
Perché le Istituzioni non impostano una strategia di sviluppo?
Al momento non ritengono farlo, come abbiamo potuto constatare. Naturalmente le varie Istituzioni riconoscono che la Cultura può essere un fattore importante per Napoli e la Campania. Purtroppo da questa affermazione, anche se sostanziata da iniziative ed eventi culturali, tavole rotonde, non conseguono azioni che permettano di lavorare ad un piano strategico, Cosa che invece hanno fatto altre città, a partire da Torino o Manchester, che riconoscono la Cultura come fatto di cambiamento e di trasformazione di spazi urbani o addirittura intere aree.
Avete già avviato un dialogo con Torino. Quali i risultati?
Si, è stata la prima iniziativa: nel 2012, a pochi mesi della costituzione dell’associazione VivoaNapoli. Abbiamo incontrato rappresentanti del capoluogo piemontese e c’è stato un confronto sul metodo insieme con le istituzioni napoletane e altri esponenti. Non abbiamo mai pensato che Torino potesse insegnarci qualcosa, né che fosse da copiare. Ci interessava l’approccio di una città che aveva già sperimentato due piani strategici e poteva essere un modello cui in qualche modo ispirarsi. Purtroppo l’iniziativa, che voleva fungere da pungolo, dal nostro punto di vista non ha dato vita a ulteriori progetti.
È più facile andare via da Napoli o restare?
Chi sceglie di rimanere deve essere consapevole piuttosto che indifferente o rassegnato. E questo implica partecipazione, impegnarsi, condividere dei percorsi. Non è un discorso banale: quando una città si trasforma e migliora la qualità della vita c’è il coinvolgimento della cittadinanza, al di là di ciò che realizzano le Istituzioni. Magari viene recuperato un luogo di aggregazione, ma se non c’è rispetto da parte delle persone quel luogo può ricadere nel degrado.
Identità e appartenenza. Cosa fare?
Da quattro anni abbiamo messo in campo il progetto Perché vivo a Napoli. Insieme ai docenti e ai dirigenti scolastici facciamo percorsi di sensibilizzazione per i ragazzi. Spieghiamo cosa vuol dire essere nati a Napoli, viverci e quale può essere il contributo che ognuno può dare per migliorarla e migliorare la vita di tutti. Un lungo percorso di impegno civile, cui però manca una parte importante: sarebbe senz’altro più incisivo se venissero coinvolte anche le famiglie. Abbiamo interessato le Municipalità di riferimento degli istituti scolastici: da due anni ci incontriamo nel mese di marzo con i rappresentanti di ogni scuola che insiste sul quartiere.
Cos’è NapoliinRete?
È il frutto dei percorsi che VivoaNapoli ha fatto in questi anni. Abbiamo cominciato a mettere insieme altre associazioni per condividere iniziative comuni. Ancora non ci sono risultti evidenti: in questa fase, partendo dagli obiettivi comuni, stiamo condividendo ancora le premesse. Si parte da piccole cose per poi raggiungere ambiti più impegnativi.
Quando ci sarà il prossimo incontro di VivoaNapoli?
A breve: venerdì 5 ottobre alle 17 nella Sala Leone dell’Università Federico II. La Tavola rotonda Come costruire una città diffusa focalizzerà sulla metodologia per rendere i nostri spazi dei luoghi “urbani”: nel senso di superare la differenza che ancora oggi esiste tra città e periferia. Si confronteranno su questo importante tema Pasquale Calemme, Giovanni Laino, Fabrizio Valletti, Massimo Pica Ciamarra, e il Rettore della Università degli Studi di Napoli Federico II Gaetano Manfredi, il Sindaco della Città Metropolitana di Napoli, Luigi de Magistris
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