Villa Lauro Lancellotti
- Si parla tanto di riqualificazione del Miglio d’Oro: allora perché si lascia andare in malora anche Villa Lauro Lancellotti?
di Tonia Ferraro
Nel territorio di Portici sono comprese venticinque Ville Vesuviane e, naturalmente, il Palazzo Reale. Una ragguardevole concentrazione delle dimore gentilizie settecentesche che sorgono lungo il Miglio d’Oro, patrimonio UNESCO.
Tra queste il magnifico Palazzo Lauro Lancellotti in corso Giuseppe Garibaldi al civico 229, nella zona detta Riccia. Purtroppo, sebbene sia una costruzione d’epoca borbonica d’importanza storica estremamente rilevante, oggi è fatiscente e abbandonato, l’ombra di quello che fu.
L’architetto che progettò e realizzò nel 1776 questa magnifica residenza, su commissione del principe Scipione, fu Pompeo Schiantarelli: seppur considerato uno degli architetti minori, creò un’opera stupenda.
Dopo la morte dell’ultima abitante, Natalia Massimo Lancellotti, nel 2006, la proprietà del Palazzo è passata a diversi eredi. In ultimo, il complesso munumentale della villa è stato acquistato dalla famiglia di imprenditori Fiore per 600.000 euro. La mancanza di manutenzione e l’opera di ladri ne hanno causato l’estrema fatiscenza.
Infine, un crollo nel 2011 ha interessato la facciata principale: il balcone del piano nobile ed i solai interni del salone affrescato di rappresentanza, minando la già precaria staticità del palazzo.
La monumentale facciata a tre varchi è murata, ma rimane accessibile a chiunque dalla parte posteriore: attraversando i binari ferroviari si può entrare nel giardino, diventato più che altro una selva, col coffee-house, la bellissima esedra con due scale a forcipe dalle quali si scendeva a mare, ormai depredata delle colonne a tortiglione e distrutta nella struttura architettonica.
Guardando il palazzo da quello che era il giardino, si possono vedere i resti della magnifica terrazza del piano nobile. L’androne si presenta spoglio degli stucchi originari. Sono ancora visibili le nicchie dove erano situate le statue, ovviamente scomparse. Anche l’accesso ai piani è stato murato, dal momento che si sono verificati crolli interni.
L’Amministrazione comunale nel tempo ha provveduto a mettere in sicurezza Villa Lauro Lancellotti, ma di più non ha potuto fare, in quanto proprietà privata, oltretutto legata dal vincolo della Sovrintendenza, responsabile della sua tutela.
Il FAI ne ha proposto la candidatura al censimento I luoghi del cuore, ma con scarso successo.
Tempo fa venne inserita in un progetto di recupero dalla Fondazione Ente Ville Vesuviane, ma poi gli interventi necessari non sono mai stati effettuati. successo.
Tutto qua: il recupero non è mai cominciato.
La difficoltà di gestire una tale patrimonio è certamente un fatto oggettivo da non sottovalutare, ma se si parla tanto di riqualificazione di questo tratto di costa, se ci sono i fondi europei del Patto Territoriale del Miglio d’Oro, allora perché si lascia andare in malora anche questa storica magione?
Su questo argomento, LoSpeakersCorner ha raccolto una dichiarazione dell’architetto Celeste Fidora, presidente dell’associazione Amici delle Ville e dei Siti Vesuviani: In 32 anni di visite guidate degli Itinerari Vesuviani la villa è stata sempre inaccessibile. Solo durante lo svolgimento degli itinerari da mare, fu possibile ammirare il parco e il coffee-house. Molti appelli sono stati rivolti alle autorità competenti per mettere in sicurezza le parti salvate dal crollo che ha interessato il salone con le cineserie, esempio della moda dell’epoca presente solo nella Reggia di Portici, in Villa Signorini e alla Favorita.
Liberamente tratto dagli articoli di Tonia Ferraro pubblicati in data 06/12/2010 e in data 18/03/2011 su www.ilmediano.it