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Villa Fernandes, una storia infinita

PORTICI (NA) – La vicenda di Villa Fernandes, storico edificio in via Diaz mai realmente restituito alla cittadinanza, finisce in Parlamento. Alcuni senatori, accogliendo la segnalazione del collettivo Portici Città Ribelle, hanno depositato in parlamento un’interrogazione rivolta al ministro dell’Interno per chiedere di verificare la correttezza di un bando annullato dal Commissario Prefettizio di Portici per l’assegnamento della Villa. Il bene doveva essere affidato, a titolo gratuito, ad associazioni del territorio attive nel sociale.

La storia di Villa Ferandes – bene confiscato nel 1998 al clan camorristico Rea operante tra Volla e Casalnuovo – in breve è questa: nel novembre 2010 venne siglato un protocollo d’intesa tra Curia arcivescovile di Napoli, Ente Provincia e Comune di Portici. La Curia si impegnava ad ospitare all’interno dell’edificio attività associative, in particolare per il recupero dei tossicodipendenti, centro di prima accoglienza, supporto per le famiglie e sede di studi di formazione per operatori del settore. Inoltre il comodato prevedeva l’uso e il mantenimento dell’intera villa e del giardino.

Nel febbraio 2011 la bella villa di via Diaz venne affidata dalla Curia a don Antonio Vitiello, fondatore dell’Associazione La Tenda, per farne sede di un altro presidio della comunità, fondata da don Antonio nel 1981. La struttura rimase però  inutilizzata, e, sebbene consegnata ristrutturata e riqualificata, da allora praticamente versa in uno stato di abbandono

L’elegante dimora di via Diaz, in stile neoclassico con pronao ellittico che sorregge la terrazza del piano nobile, venne fatta edificare dalla famiglia Fernandes nei primi anni del ’900. Una curiosità: il cancello della Villa è l’unico originale tra quelli di Portici. I proprietari, infatti, si sottrassero all’obbligo di donare il metallo durante la Campagna del Ferro del periodo fascista richiedendo di mettere Villa Fernandes sotto il vincolo della Soprintendenza alle Belle Arti.

Così gli attivisti di Portici Città Ribelle: «Chiediamo che la Villa venga restituita alla cittadinanza in maniera celere e secondo criteri di massima trasparenza. Sono decenni che i cittadini, dopo la confisca al clan del territorio, attendono che la struttura venga messa in funzione. Non è semplicemente un patrimonio comunale, si tratta, piuttosto di un bene comune che va salvaguardato, gestito con attenzione e reso fruibile ai cittadini».

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