Vesuvius Challenge
I papiri carbonizzati di Ercolano recuperati in parte grazie ai moderni strumenti diagnostici e l’intelligenza artificiale per la Vesuvius Challenge
PORTICI | CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Nella sala al primo piano di Villa Fernandes in via Armando Diaz martedì 16 aprile, con inizio alle ore 17.30 si terrà il nuovo appuntamento con la scienza targato Portici Science Cafè e promosso dall’associazione BLab.
Il gradito ospite-relatore, il professor Gianluca Del Mastro, focalizzerà l’attenzione dei partecipanti sull’avvincente attualissimo tema, dal titolo L’applicazione dell’intelligenza artificiale allo studio dei papiri ercolanesi.
Come di consueto, con l’introduzione curata dal padrone di casa, l’ingegnere Vincenzo Bonadies, coordinatore del PSC, protagonisti dell’incontro saranno, il chiarissimo professor Gianluca Del Mastro, docente del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali (DiLBEC) all’Università della Campania Luigi Vanvitelli, e i papiri carbonizzati, scritti in greco antico, trovati e dissepolti nell’area archeologica dell’antica Ercolano.
Recentemente, con un suo finanziamento, un mecenate della Silicon Valley (vale a dire Valle del silicio) in California, USA, con l’obiettivo di risolvere l’enigma sul contenuto dei rotoli di 2000 anni fa ritrovati a Herculaneum, ha indetto il concorso Vesuvius Challenge, con un monte premio di un milione di dollari.
Non una banale competizione sportiva ma una sfida dall’alto valore scientifico; il concorso, infatti, premiava chi per primo fosse riuscito a decifrare 4 frammenti di almeno 140 caratteri ciascuno dei papiri ercolanesi, carbonizzati a seguito della tragica eruzione del Vesuvio, avvenuta nell’anno 79 dell’era cristiana.
La sfida è stata accolta dal mondo scientifico e il premio è stato assegnato a tre giovani studenti/ricercatori: Youssef Nader, Luke Farritor e Julian Schilliger (uno egiziano, uno statunitense e uno svizzero, tutti under 30).
I tre giovani ricercatori hanno analizzato un rotolo carbonizzato proveniente dagli scavi di Ercolano e conservato al Museo del Louvre a Parigi, perché donato nel 1802 da re Ferdinando IV di Borbone al Primo console di Francia, Napoleone Bonaparte.
Senza poterlo srotolare, perchè troppo fragile, grazie all’ausilio di tecnologie di ultima generazione, come la tomografia a raggi X e l’intelligenza artificiale, hanno centrato l’obiettivo.
Per la prima volta, grazie alle immagini tridimensionali di tomografia computerizzata e agli algoritmi di intelligenza artificiale, sono riusciti a decifrare e quindi leggere più di 11 colonne di testo – circa 2000 caratteri in lingua greca antica riportati nero su bianco e sparsi su 15 colonne del rotolo.
Il papiro oggetto dello studio, come abbiamo detto, all’epoca della fatidica eruzione vesuviana, era custodito nell’unica biblioteca dell’antichità giunta fino a noi, quella della Villa dei Papiri di Ercolano.
I promettenti risultati della Vesuvius Challenge fanno sperare di riuscire a individuare anche l’autore e il tema di quanto scoperto. impiegando, sembra proprio che potremo leggerli nella loro interezza, o quasi.
Si ricorda che l’ingresso all’incontro è del tutto libero e gratuito.
Per contatti: Ileana Bonadies | Ufficio stampa BLab associazione culturale 347 0963808
Gianluca Del Mastro, professore associato di Papirologia presso l’Università della Campania «L. Vanvitelli» e professore aggregato di Paleografia presso l’Università Federico II di Napoli, si è formato e specializzato nelle materie umanistiche.
Ha conseguito un Master in Multimedia and Cultural Heritage (Zernike Science Park, Groeningen, Holland) e partecipa come membro a finanziamenti PRIN, FIRB, FARO e ERC.
Si occupa di papiri letterari e documentari greci e latini (provenienti dagli scavi egiziani ed ercolanesi)e di altre testimonianze della scrittura antica (su tavolette, affreschi e altri supporti scrittori) comprese in un arco cronologico che va dal IV secolo a.C. al XIV secolo (cf. Pubblicazioni). In questo settore si è occupato non solo della edizione critica dei testi, ma anche degli aspetti bibliologici, paleografici, del restauro e della conservazione, della restituzione informatizzata dei testi antichi (ha creato Chartes, catalogo digitale dei Papiri Ercolanesi ed è partner di diversi progetti legati alla digitalizzazione dei manoscritti antichi). Molto intensa la sua attività nel campo della ricerca sul patrimonio culturale con nuove tecnologie. Fin dal 1995 ha applicato tecniche fisico-chimiche per il trattamento e la conservazione dei manoscritti antichi carbonizzati (con il permesso dell’Istituto per la Patologia del libro di Roma), ed è membro dell’équipe che ha applicato la tomografia a contrasto di fase per la lettura dei manoscritti antichi presso il Sincrotrone Europeo di Grenoble.
(foto di copertina by ANSA)