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Un imperdibile week end d’arte

L’Associazione “Assodipendenti – TerramiaNapoli” sabato 16 gennaio propone la visita alle Chiese di Santa Maria della Mercede, Sant’Alfonso Maria de’ Liguori e San Pietro a Majella.

Santa Maria della Mercede, sita in via S. Sebastiano, recentemente riaperta al pubblico, deve la sua origine ad una Pia Associazione, sorta nel 1548 che aveva la finalità di raccogliere fondi per riscattare i cristiani catturati dai musulmani. La Chiesa fu costruita su di un suolo concesso dai Padri Celestini di San Pietro a Majella, che ne ebbero anche la cura spirituale per un ravvedimento morale dei prigionieri.

Importante fu il rifacimento del 1706 che, per opera di Ferdinando Sanfelice, portò alla completa riprogettazione della facciata. Altri rimaneggiamenti furono eseguiti nel 1715, con l’aggiunta di ulteriori elementi decorativi, e nel 1836, con un restauro di cui è conservata prova su una lapide posta all’interno dell’edificio sacro. Inoltre, in questa chiesa Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, ritiratosi dalla vita forense, depose ai piedi della Vergine, di cui era devoto, la sua spada da cavaliere facendo voto di dedicarsi da quel momento in poi al sacerdozio.

Invece la chiesa di San Pietro a Majella, costruita intorno agli inizi del XIV sec. da Pipino da Barletta su commissione di Carlo II d’Angiò, fu dedicata, sotto la tutela dell’ordine dei Celestini, al santo pontefice Celestino V, al secolo Pietro Angelerio da Morrone, ed è comunemente detta di “San Pietro a Majella”, in ricordo del romitaggio del santo sulla Majella.

L’impianto iniziale fu modificato dapprima per volere del re Roberto d’Angiò e poi nel 1508 da Alfonso I d’Aragona che trasformò radicalmente la struttura facendo avanzare la facciata, prima in linea con il campanile. Decorata da suppellettili barocche in marmo e stucco e con presbiterio rialzato, la chiesa perse del tutto il suo aspetto gotico, recuperato solo nel XIX sec.

Al suo interno si possono ammirare le opere di alcuni dei più importanti artisti del barocco napoletano, tra cui Mattia Preti, Massimo Stanzione e Cosimo Fanzago, oltre che resti degli originali affreschi trecenteschi.

chiese16gennaio

Programma:

  • Ore 10: raduno dei partecipanti a piazza Bellini davanti alle mura greche
  • Ore 10,30: inizio visita guidata; durata: 1 ora e mezza circa

Contributo associativo: euro 6 adulti – ragazzi fino a 15 anni di età è gratis.

Invece per domenica 17 gennaio è in programma una mattinata culturale che accompagnerà alla scoperta dei tesori di Villa Pignatelli.

I lavori di restauro della Villa hanno consentito di aprire al pubblico alcuni nuovi ambienti. Questi locali sono al primo piano e vengono riaperti al pubblico dopo oltre cinquant’anni. Visiteremo gli ambienti privati della famiglia: il bagno del principe con una stupenda vasca di marmo di Carrara decorata con lo stemma di famiglia e lo studiolo della principessa e il suo boudoir.

Per l’apertura sono stati ricollocati nelle stanze gli arredi originali, i dipinti, le sculture e i grandi vasi decorati, tutti mobili rimasti in deposito per tutti questi anni.

Donata allo Stato nel 1955 dalla sua ultima proprietaria, la principessa Rosina Pignatelli,  la villa è circondata da un ampio parco con annesse costruzioni. Tutti gli arredi sono originali, utilizzati un tempo dalla famiglia Pignatelli Cortes.

pignatelli

La villa è uno dei pochi esempi, se non l’unico, di casa-museo esistente oggi a Napoli e rappresenta un modello tra i più rilevanti dell’architettura neoclassica napoletana, caratterizzata dalla magniloquenza degli elementi adottati e dalla compresenza di stili diversi: da quelli neorinascimentali delle torrette d’ingresso in pietra lavica alle riprese dell’ architettura greca antica, fino alla originale soluzione del monumentale colonnato neoclassico, che si sovrappone al retrostante ordine ionico gigante presente in facciata.

L’edificio venne progettato da Pietro Valente nel 1826 quando Ferdinando Acton, figlio di sir John, primo ministro di Ferdinando IV, decise di costruirsi una residenza lungo l’asse stradale che fiancheggia la Villa Reale. L’illustre committente decise di sistemare l’edificio padronale al centro di un parco, secondo la tradizione inglese.

Acquistata nel 1841 dai banchieri Rothschild, la Villa venne radicalmente trasformata nell’arredo e ampliata. Con l’Unità d’Italia, i Rothschild furono costretti a venderla al principe Diego Aragona Pignatelli Cortes.

Di particolare interesse infine è il caratteristico Museo delle Carrozze, nato grazie al dono della collezione del marchese Mario d’Alessandro di Civitanova, ospitato dal 1960 in alcuni ambienti ricavati dalle antiche scuderie e da un’area in origine destinata a maneggio. La collezione conserva anche finimenti, bordature e altri accessori connessi all’arte carrozziera. Alla già ricca raccolta del marchese di Civitanova si sono negli anni aggiunte altre donazioni che hanno reso il Museo uno dei più interessanti del genere in Europa.

Programma:

  • Ore 10: accoglienza presso Villa Pignatelli, ingresso, via Riviera di Chiaia, 200
  • Ore 10.15: inizio attività culturale; durata: circa 2 ore .

Contributo associativo per visita guidata: € 5 Associati Assodipendenti-TerramiaNapoli  2016 e Cral affiliati ;

Il  Biglietto d’ingresso non è incluso nel contributo. Biglietto ridotto riservato a giovani dai 18 ai 24 anni e  docenti Pubblica Istruzione.

Per maggiori informazioni e prenotazioni: Associazione culturale Assodipendenti – TerramiaNapoli, via Francesco Arnaldi, 48 – 80126 Napoli; 081.6140920; 08119463799; www.assodipendenti.it – terramia.napoli.it – Facebook: assodipendenti

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