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Un caffè sospeso per il Commissario Acampora

Dall’Angelo allo Stilista: il Commissario Luigi Acampora non finisce mai di stupire, lasciando il lettori con il fiato sospeso, come il caffè napoletano

CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI = Nelle libreria  arrivato l’atteso sequel di Maschere da Cielo, il romanzo di Christian Capriello Caffè sospeso, LFA Publisher.

Il fortunato romanzo Maschere dal cielo è risultato vincitore della Menzione Speciale 2022 per il”Miglior intreccio giallo”all’importante Premio Nazionale Garfagnana in giallo.

Caffè sospeso è la nuova avventura del Commissario Luigi Acampora, il quale promette di tornare per il completamento di una trilogia appassionante e coinvolgente, destinata a imboccare scenari inediti e del tutto imprevisti.

Sinossi. In una Napoli dove ancora riecheggiano le terrificanti azioni dell’Angelo, mentre ancora il commissario Luigi Acampora cerca di smaltire le scorie e le ferite personali che la faccenda gli ha comportato, la città partenopea si imbatte in un nuovo, misterioso, nemico: “Lo stilista”. Un individuo capace di miscelare con sapienza orrore e tradizione, per marchiare a fuoco i propri bersagli. In un crescendo letale, in un continuo e stimolante compendio di ombre e di luci, Acampora e il fido ispettore Petti si ritrovano a scandagliare, passo dopo passo, le fondamenta di un possente e apparentemente indecifrabile piano criminoso. Fra passioni locali, credenze popolari, stravaganze della Cabala e inedite architetture criminogene, il Commissario sarà impegnato, passo dopo passo, in diverse missioni impossibili che metteranno a dura prova quell’innato talento analitico-investigativo che, nel portarlo suo malgrado alla ribalta dei riflettori, consentono al lettore di immergersi in in vibrante campionario di umane sensazioni e genuini sentimenti.

Persi nelle pagine del romanzo Caffè Sospeso, in un continuo turbinio di illusioni e giochi di specchi, senza neanche accorgersene, chi legge potrebbe ritrovarsi inaspettatamente a fare il tifo per chi, nel vestirsi d’argento vivo, issa invece l’oscuro vessillo del Male.

E, aspettando il terzo appuntamento con Acampora, LoSpeakersCorner ha incontrato l’autore. Ebbene, chi conosce Christian Capriello sa come  i racconti nati dalla sua mente  scientifica riescano ad affabulare i lettori, portandoli dentro storie ora comiche, ora fantasy, ora noir. Quindi, la curiosità per Caffè sospeso è davvero tanta!

Acampora nel primo volume incontra l’Angelo, nel secondo libro lo Stilista. Questi personaggi in che misura rispecchiano la realtà? Napoli  è veramente un paradiso abitato da diavoli?

Dalla notte dei tempi, l’accezione di Napoli come “Paradiso” porta, inevitabilmente, a fiumi di polemiche e mefitiche illazioni di “controparte” in ordine alla concreta applicabilità di tale appellativo.  

Il traffico, l’immondizia, la malavita, la carenza di manutenzione, la brutta gente, etc. – come se solo in detta città tali circostanze avessero “diritto di cittadinanza” – a contraltare di bellezze naturali uniche.

Per cui, spostiamo l’obiettivo sulla sua, indiscussa, particolarità. Intesa in senso esteso, assoluto.

Il bello è che ci renderemmo subito conto di una cosa.

Infatti, riuscendo per un attimo a estrapolarne le storture, resta forse la città che, al pari di poche altre al mondo, più s’avvicina al concetto di cui sopra. Secerni il marcio dalla cesta e troverai impareggiabili primizie. Separa la gramigna dal grano, e troverai il pane più buono e saporito.

Insomma, “anonimo” appare un termine che non s’attaglia ad alcuno dei suoi infiniti risvolti.

Colori troppo scuri cui fanno da contraltare ineguagliabili cromie chiare e lucenti.

Il giorno e la notte, sempre, a braccetto, ovunque, a fare scintille.

Per cui la mente vaga, riflette, sovente sconfinando nel sogno.

E, con tali proporzioni estatico/estetiche, l’ispirazione ne diventa inevitabile conseguenza.

Perché questa è una città che stimola la mente in ogni dove. Ti basta girare un vicolo, salire una scala monumentale, percorrere la navata di una Chiesa. Sentirai sempre le orecchie fischiare. E non è una semplice impressione, ve lo posso assicurare. Ormai sono già quasi dieci anni che le mie fischiano. E di brutto, posso giurarvelo. Io non posso fare a meno che lasciarmi andare. Scrivendo.

In ogni modo, ogni Paradiso in Terra è  di certo un contesto molto esposto ai vari e innumerevoli fenomeni esterni. Dispone di un perimetro esterno atto a delimitarne vizi e virtù, così come molteplici sono le vicissitudini che nel quotidiano avvengono nell’ambito del proprio recinto. Un “poligono” apparentemente corazzato, sede di cuori pulsanti e non necessariamente in festa, oberato di immensi sospiri di gioia quanto di mestizia. Un atollo fatto di sogni, aspettative, presagi, disagi.

L’eterna lotta di chi vuole minarne gli eventuali equilibri in esso conseguiti è sotto gli occhi di tutti.

Mi piacerebbe dire che, anche a Napoli non ci sia diavolo che non possa dialogare almeno con un angelo. Ma, purtroppo, temo che il rapporto possa essere impari, e, dati i tempi che corrono, appannaggio del Male. Il lavoro che manca, la speranza che non trova foraggio, le prospettive e le aspettative dei giovani smussate da un sottobosco di nefandezze in perenne e sempre più assidua emersione. Talvolta, anzi molto spesso, in ragione di ferree ed oligopolistiche volontà.

Ma è la necessità che aguzza l’ingegno. Talvolta affilandolo al punto da essere capace di sgonfiare a distanza i milioni di palloncini in cui dimorano luoghi comuni e la protervia dell’altrui presunzione.

Il mio commissario, Luigi Acampora, si prefigge, tra le altre, di provare a riportare equità in questa archetipica proporzione fra il Bene e il Male, sui cui calici ballano legioni di angeli in eterna contrapposizione con schiere di demoni. Ma attenzione. Non date per scontato che sia il commissario quello che dovrà necessariamente indossare ali piumate…

Infatti, non è assolutamente detto che riusciate a distinguere i primi dai secondi… 

Il caffè sospeso è simbolo della generosità partenopea. Nel libro assume un significato diverso?

Forse la migliore definizione di “anima” e di “coscienza” – oltre alla loro più efficace relazione funzionale – che abbia mai rinvenuto in un testo scritto è presente nel volume Al di là dello spazio e del tempo; il Libro di “Teneramata” di Ricardo Perez Hernandez.

Ecco, in questo volume ho voluto trasporre come anche una “semplice” miscela di acqua e chicchi aromatizzati possa a questi correlarsi in maniera molto più profonda di quanto si possa mai ipotizzare. La disponibilità e l’altruismo sono concetti virtuosi, sovrapponibili quanto possono essere antitetici a quella che ne dovrebbe essere la retta radice.

In sostanza, siamo davvero sicuri che la benevolenza sia sempre un concetto positivo? Siamo certi che l’indulgenza non possa produrre danni inenarrabili? Possiamo scommettere la mano destra che, in ogni caso, sia cosa buona farvi ricorso? Beh, in questo libro affronto il tema pagina dopo pagina, stupendomi di quanti rimescolamenti di carte possono esser fonte, e di qual livello di venefico innesco sa (e può) esser fautrice.

E voi, che dite? Lo prendete un Caffè Sospeso?

Vi consiglio, vivamente, prima di rispondere, di rifletterci molto (ma molto!) bene…

Qual è la filosofia di Acampora?

Acampora osserva. Pondera. Analizza. Scruta senza essere visto. Quasi mai si fa prendere la mano. È il primo a diffidare delle sue opinioni e delle sue congetture, e in questo l’ispettore Gustavo Petti è una componente essenziale del suo agire. Avverte quasi con fastidio l’immensa notorietà che gli ha conferito il clamore per la risoluzione dell’intricato caso dell’Angelo;  ma, benché  in un modo tutto suo, ha imparato a gestire la pruriginosa sensazione del “personaggio pubblico”. La Prudenza con la P maiuscola lo precede ad ogni passo. Non ne può prescindere. È come un pescatore che conosce bene lo stagno quanto è consapevole dei limiti della sua lenza. Ha senso della misura e prudenza allo stesso modo di quando, in situazioni paragonabili, si fionda d’istinto verso l’osservazione di ciò che, agli occhi degli altri, sarebbe considerato un universo imperscrutabile e di complicata comprensione. Due uomini di segno opposto in un solo corpo, spesso in combutta tra di loro così quanto, al contempo, riescono a essere migliori amici l’un dell’altro. Come due fratellini litigiosi, ma che non riuscirebbero mai a fare a meno l’un dell’altro.

Un uomo dall’indole complessa, ma tutto sommato “normale”. Sposato, ama la moglie, 3 figli, il vino quale vizio più “immondo” del suo saper essere “fastidiosamente integerrimo”.

Mamma mia, un commissario con una famiglia e che non ricorre a sedute dello psicoanalista due volte alla settimana. Dove andremo a finire di questo passo!

Certo, per chi vorrà, c’è anche dell’altro. Tanto altro. Infatti, ci si renderà conto che anche negli armadi più ordinati possono rinvenirsi cassetti fuori binario e non pochi calzini spaiati…

Del resto, si sa; quanto agli “abiti” dei protagonisti, più che apprezzare la qualità dei tessuti, in tanti tendono ad avvertire curiosità nel capire dove poterne rinvenire i buchi. Per potervi infilare le dita e sfiorarne le toppe…

In ogni modo, fatevi una risata. Acampora mi ha chiesto: “Ma come mai la mia prima avventura, Maschere dal cielo, ha vinto così tanti premi in tutt’Italia?”. Sinceramente non so cosa rispondergli.

Cosa significa essere commissario a Napoli?

Potrei cavarmela rispondendo: “E che ne so? Lo si chieda ai commissari partenopei”. Ovviamente scherzo, ma chi fa questo lavoro in quel di Parthenope sa di essere inquadrato da riflettori più potenti e dotati d’una luce, forse, più soffusa; di certo più birbante, come il vento che ti lambisce la faccia nel segnalarti l’incipiente avvento del prossimo grattacapo.

Ovviamente, la capacità di saper valorizzare la dotazione logistica che si ha oggettivamente a disposizione (al confronto con quello che in realtà servirebbe) rappresenta uno dei pregi di un operatore di giustizia.

Fare questo lavoro a Napoli è una bella responsabilità. Avere occhi e orecchie dappertutto, provare a pensare sempre come penserebbe chi, anche solo in linea potenziale, pone in essere crimini e attività non proprio trasparenti. Perché, e non ce lo scordiamo, la componente di una “maggior fantasia media” risiede anche nei briganti. In effetti, i nemici di Acampora sono davvero terribili. Per affrontarli, il commissario deve davvero dar fondo a ogni energia fisica e mentale in suo possesso. Se poi può contare anche su di un pizzico di fortuna legato all’intervento del “divino”…;-)…

A quando il terzo volume della saga di Acampora?

Immagino possa essere pronto entro il primo quadrimestre 2025. Sarà un volume ricchissimo di eventi e molto (ma molto!) complicato da scrivere. Manco a farlo apposta, ho già iniziato a scriverne le prime pagine. E l’entusiasmo mi ha già portato a tratteggiare altri spassosi personaggi. Tutto sarà funzionale alla trama e nemmeno la più piccola parte sarà riservata a evitabili e superflui orpelli. Insomma, sarà tutto succo, niente scorza. Posso solo anticiparvi che nella sua terza avventura il Commissario sarà sottoposto alla sua prova più dura e spietata. E qui ne capirete ancor più di chi è – e sa essere – Luigi Acampora.

Buona lettura a tutti e alla prossima avventura del commissario!

Christian Capriello   

 

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