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Sport, allenare non è per tutti

Allenare in attività sportive non è solo insegnare disciplina e tecniche, ma salvaguardare la salute degli atleti

di Tonia Ferraro

Dalle sue origini nelle antiche civiltà fino ai giorni nostri, lo Sport si è trasformato ed evoluto. Da semplice attività fisica o rituale, oggi è una passione che permette di condividere i valori fondamentali e uno stile di vita sano e attivo.

Figura centrale dello Sport sono gli allenatori: devono assumere il ruolo di guida, ma soprattutto costituire un esempio per gli atleti che formano, responsabilmente.

Guidare i ragazzi in pratiche di attività fisica non è solo insegnare disciplina e tecniche sportive, ma tenere conto dell’importanza dell’influenza che i coach hanno sulla formazione e crescita della mentalità e del carattere dei giovani a loro affidati, particolarmente se sono minori.

L’allenatore, infatti, deve invitare gli atleti ad adottare sani  principi di vita, compresa una corretta alimentazione, magari coinvolgendo un nutrizionista abilitato, far capire che solo il lavoro serio e sistematico paga e che scorciatoie per arrivare ai risultati non esistono (o non vanno assolutamente intraprese).

Purtroppo, spesso si ricorre a queste strade  per migliorare le prestazioni degli atleti, senza tener conto che ciò rappresenta una minaccia per la loro salute, con effetti collaterali più o meno gravi che, inevitabilmente, finiscono col manifestarsi.

La responsabilità nell’allenare i minorenni, inoltre, è un compito delicato e di grande importanza: l’allenatore contribuisce a formare i valori che guideranno i ragazzi nella loro vita futura, garantendo la loro sicurezza fisica e psicologica.

Naturalmente, sta ai genitori e alle autorità civili e sportive controllare che questo processo formativo basilare sia eseguito nel modo opportuno.

Ricordiamo il caso del tennista Jannik Sinner: è risultato positivo a  uno steroide anabolizzante. Lo ha inconsapevolmente assunto attraverso una pomata usata dal suo fisioterapista. Sebbene sia stata riconosciuta la sua buonafede, la WADA | Agenzia Mondiale Antidoping ha voluto approfondire gli esami, e a fine mese si avrà la sentenza definitiva. 

Per non dimenticare Alex Schwazer, che, passato attraverso diversi gradi di giudizio, non ha avuto più l’autorizzazione per praticare attività agonistica.

La WADA vigila che vengano rispettate le normative internazionali antidoping, promuove la ricerca scientifica e sostiene l’educazione sui pericoli del doping, avendo a cuore la salvaguardia della salute degli atleti e la lealtà nelle competizioni sportive.

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