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Sognare si può

di Tonia Ferraro

SAN GIORGIO A CREMANO (NA) . Una bella mattinata trascorsa nella palestra della sede centrale dll’Istituto Comprensivo Eduardo De Filippo in via Cavalli di bronzo, dove venerdì 27 gennaio la dirigente scolastica dottoressa Chiara Priore, nonché attivissima fiduciaria CONI del Comune di Portici, ha ospitato il campione di Pallanuoto Alessandro Velotto, difensore della Canottieri Napoli e della Nazionale italiana, Medaglia d’Oro alle Olimpiadi di Rio.

Lo scopo dell’iniziativa è stato quello di evidenziare gli aspetti educativi dell’attività motoria in età scolare e soprattutto rendere partecipi gli allievi dell’Istituto di come un giovanissimo sportivo, che ha lasciato da poco il banco di scuola, grazie al suo impegno e sacrificio è riuscito a conseguire il massimo risultato partendo da una realtà particolare come quella napoletana e campana.

L’IC De Filippo ha accolto con molto calore Alessandro, accompagnato da un testimonial d’eccezione, il suo allenatore Vincenzo Palmentieri. Insieme alla dottoressa Priore sono stati presenti il sindaco Giorgio Zinno, l’assessore allo Sport Ciro Sarno, il coordinatore delle Attività Motorie dell’Ufficio Scolastico della Campania dottor Raimodo Bottiglieri. Pur non essendo fisicamente tra gli ospiti il presidente della FS di Pallanuoto, dottor Paolo Trapanese, ha partecipato telefonicamente.

Il sindaco Zinno ha poi consegnato ad Alessandro Velotto una targa.

Alessandro Velotto, nato nel quartiere Ponticelli di Napoli il 12 febbraio 1995, ha iniziato a giocare a Pallanuoto quando aveva 9 anni, più o meno l’età dei ragazzi con cui si è interfacciato. Tra l’entusiasmo di tutti i presenti e soprattutto degli allievi, non si è risparmiato: ha parlato della sua passione per il water polo, ha risposto senza stancarsi alle domande a raffica degli interessatissimi alunni, firmato centinaia di autografi e, soprattutto, non ha mai smesso di sorridere.

La dottoressa Priore ha sottolineato con soddisfazione: «È stata una bella iniziativa aver fatto incontrare gli alunni con un testimonial come Alessandro che solo da pochi anni ha lasciato i banchi di scuola. Certamente è stato un momento positivo, in cui i ragazzi hanno potuto “toccare con mano” che l’impegno e il sacrificio possono portare a conseguire nello sport livelli altissimi. Sognare si può, a condizione che ci sia passione e dedizione».

Lo Speakers Corner ha posto qualche domanda ad Alessandro Velotto.

Qual è la valenza di uno sport di squadra rispetto ad uno individuale?

Certamente uno sport di squadra ha un valore aggiunto, cioè quello di stare insieme agli altri. E giocare in squadra insegna per prima cosa il rispetto reciproco. Aiutarsi l’un l’altro dà un sapore speciale alla vittoria, anche se poi la gloria è condivisa. Ma anche questo è bello: condividi anche la tua gioia, vedi negli occhi del tuo compagno di squadra la tua stessa felicità, che così viene raddoppiata! Negli sport individuali la medaglia è personale, ma si perde il sapore della complicità, del sapere quello che prova il tuo compagno, il tuo amico.

Hai ricevuto proposte di ingaggio da parte di altre società e hai rifiutato. Ci puoi spiegare le motivazioni?

Sono legato al territorio ma soprattutto ai miei fratelli, i quindici compagni di squadra, Sono cresciuto con loro, siamo arrivati insieme in serie A. Per me è difficile pensare di giocare in un altro team. La proposta è là, ma sarà la società a dire l’ultima parola. Sicuramente son felicissimo di stare a Napoli.

Perché la Pallanuoto non riesce ad essere popolare? Qual è il limite?

Non può competere i popolarità certamente con il calcio, ad esempio. Nella Pallanuoto, a differenza del calcio, non conta solo il talento, anche quello, ma soprattutto un grande impegno nell’allenarsi, nello stare in acqua.

Un altro limite è la piscina: a volte gli impianti sono carenti. Ancora, secondo me, nel gioco la componente arbitrale è troppo determinante: i giudici di gara hanno un potere discrezionale molto forte, a volte diventa difficile anche per noi pallanotisti comprendere …

C’è anche da dire che quando andiamo in trasferta con la nazionale troviamo una organizzazione eccellente. Qui al momento non si riescono a raggiungere gli stessi livelli. Forse c’è poco impegno da parte della dirigenza, non si creano eventi importanti …

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