Sirene, la fiction di Raiuno che racconta Napoli dal mare
di Renato Aiello
Annunciata da tempo, passata all’ultimo Giffoni Film Festival in anteprima ai giurati nel mese di luglio scorso, e poi il 24 ottobre anche ai giovani che hanno affollato il cinema Barberini di Roma, la fiction Sirene è finalmente in onda dal 26 ottobre su Raiuno in prime time, già salutata da buoni ascolti e successo di pubblico.
La serie, ideata e scritta da Ivan Cotroneo, è diretta però da Davide Marengo – che esordì nel 2007 con Notturno Bus, esportato fino in Cina, caso unico – ed «è una strada nuovissima per la Rai e per l’Italia, un fantasy fatto di effetti speciali e di incantesimi, di poteri fatati e realismo magico, ma anche di storie comuni» a detta della direttrice di Rai Fiction Tinni Andreatta.
«Le quattro sirene ci fanno vedere il nostro mondo per la prima volta: ciascuna porta con sé un diverso tema, come amicizia, discriminazione, pregiudizi, bullismo» spiega Ivan Cotroneo, reduce dal suo ultimo film Un Bacio, che già poneva l’attenzione su queste tematiche.
Sirene gli ha offerto tra l’altro l’opportunità di ambientare una sua storia nuovamente a Napoli, che fu già set della sua prima regia, quel debutto passato alla Festa del Cinema di Roma 2011 dal titolo La Kryptonite nella Borsa. Dopo aver sceneggiato tanti film tra Ozpetek e Maria Sole Tognazzi, e con una carriera da scrittore sempre attiva nonché da regista, Cotroneo diventa anche showrunner di quello che qualcuno ha già definito la nuova Fantaghirò. In versione marina, ovviamente.
A guidare la famiglia di sirene tutta al femminile protagonista della serie c’è Maria Pia Calzone, indimenticabile Donna Imma Savastano nella prima stagione di Gomorra e sempre più lanciata al cinema, anche di animazione, come dimostrato dalla recente partecipazione al doppiaggio di Gatta Cenerentola. Con lei sul piccolo schermo Denise Tantucci, l’amata Nina di Braccialetti Rossi, e Valentina Bellè, che si ritroverà a fare amicizia con un allenatore di pallavolo interpretato da Luca Argentero, alle prese per la prima volta col napoletano (cosa che gli riesce anche abbastanza bene, almeno dall’assaggio del primo episodio).
L’ex concorrente del Grande Fratello le ospita fittando le stanze di casa sua, nell’eterna attesa di documenti d’identità e con il sospetto crescente sulle lunghe immersioni con sale grosso in vasca, sessioni cui si sottopongono le ragazze ogni 12 ore (senza dimenticare i dubbi su tisane alle alghe e nausea delle tipe alla vista del pesce fritto).
A fare da coach ad Argentero per il dialetto ci ha pensato una vera garanzia del cinema napoletano, l’attore Massimiliano Gallo, che interpreta suo fratello nella serie, ultimo di una dozzina di ruoli tra televisione, grande cinema, festival di Venezia e pellicole di animazione (un David di Donatello nel 2018 lo meriterebbe anche solo per tutta l’attività di quest’anno, oltre che per il talento artistico da bravo figlio d’arte, iperattivo come nemmeno certe star Hollywoodiane del calibro di Michael Fassbender in questi tempi).
Ma la vera sorpresa della fiction è Rosy Franzese, otto anni calati nei panni di Daria, una sirenetta che fa da voce narrante della serie, sempre in telepatia con mamma Calzone, sirena matriarca affetta da una simpatica versione della sindrome di Tourette alla napoletana, sostenuta e consigliata a sua volta da zia Ingrid-Ornella Muti, sirena giramondo – o forse sarebbe meglio dire che gira oceani. Lei è l’unica a vedere di buon occhio gli umani.
La storia inizia con lo sbarco a Napoli delle quattro sirene alla ricerca del tritone Ares, interpretato dall’aitante e bel Michele Morrone – molto apprezzato dal pubblico gay, come confessato in una recente intervista – che è approdato dal secondo posto a Ballando con le stelle alla recitazione. Qui è il fidanzato di una delle sirenette, scomparso improvvisamente dalle profondità marine per respirare aria nuova e ritrovare se stesso.
In una società matriarcale come quella donne pesce, tutte concentrate a far proseguire la specie, non è facile essere l’ultimo tritone del Mediterraneo. Ma secondo la piccola Rosy, intervistata sul palco di Giffoni 2017, «si era semplicemente scocciato del mare».
Napoli si conferma quindi un set privilegiato per la fiction Rai, da Un Posto al Sole, che la Andreatta definisce il gioiello di Rai 3, al recente I Bastardi di Pizzofalcone di cui si sta per girare la seconda stagione: «Napoli è straordinaria. Sirene non poteva essere realizzata in nessun’altra città e sempre qui a stiamo cominciando le riprese della trasposizione di L’Amica Geniale, di Elena Ferrante».
«L’idea di Sirene nasce dalla volontà di raccontare il nostro quotidiano: amori, avventure, fissazioni e manie, ma anche paure da un diverso punto di vista – rivela lo scrittore Ivan Cotroneo – quello di chi appartiene letteralmente a un’altra classe vivente.
Il mito delle Sirene, creature per metà umane, per metà pesci e quindi animali, mi è sembrato fornisse un’occasione speciale e insieme naturale per vedere le nostre vicende di terrestri da un’altra angolazione, straniante appunto. Per parlare di differenze e di inclusione, di rispetto dell’altro e di quanto in definitiva si possa veramente amare chi è diverso da te, così diverso da respirare con le branchie invece che con i polmoni».
Sirene è una commedia sentimentale, leggera ma non brillante quanto le screwball comedy di Hollywood, in cui il mare e la terra vengono coinvolti nella battaglia più antica del mondo, quella dei sessi. Le sirene sono emerse dalle onde per dare un futuro alla propria specie e confondere gli uomini con la propria magia, ma saranno i maschi napoletani in realtà a conquistarle con la loro passionalità.
Se nel mondo ci sono sempre meno uomini con la U maiuscola, in mare le cose non vanno molto meglio. I tritoni sono quasi estinti e le sirene del Mediterraneo non possono più riprodursi. Quando l’ultimo esemplare maschio della specie sparisce dal mare si scatena il panico, alcune sostengono con certezza che si sia rifugiato sulla terraferma, innamorato perdutamente di una femmina umana. Da qui l’inizio delle peripezie delle fantastiche pescioline pronte a stregare anche gli spettatori di Rai 1 per sei serate il giovedì alle 21.20.
«Da napoletano sono ovviamente molto contento che con Sirene venga fuori un’immagine della mia città che dia conto della sua complessità – afferma l’ideatore della fiction -. A Napoli, antica metropoli nata e fondata non a caso in onore della suicida Parthenope, le nostre Sirene scoprono l’Opera entrando al San Carlo, si avvicinano all’arte del ‘600 visitando il Museo di Capodimonte, e si rendono conto ironicamente di non poter incantare tutti gli uomini, come dimostrato dal tassista gay immune, interpretato da Fabio Balsamo dei The Jackal nella prima puntata.
Abbiamo raccontato così le bellezze di questa città e di questa Regione. Penso che città articolate come Napoli debbano avere tante forme di racconto e sono contento di aver partecipato con questa nuova serie», chiosa Cotroneo.