Serena | Equilibri
Alle nostre madri: senza di esse non saremmo state così… E noi, cosa siamo diventate noi? Le prime della classe, come Serena, che ritrova i suoi equilibri …
di Bianca Sannino
Pian piano riuscii a trovare nuovi equilibri, il bambino, il lavoro, la gestione della casa ma anche il mio rapporto di coppia. Misi da parte varie remore, presi una babysitter e mi accordai con mia madre perché tenesse il nipotino il fine settimana affinché io e Gianluca potessimo viverci la nostra gioventù.
Riallacciamo in tal modo tutte le amicizie che in qualche modo si erano allentate perché presi dalla routine quotidiana e dal nuovo assetto familiare. Avevamo compreso che quell’esserino, che era tutta la nostra gioia, si prendeva tutto il nostro spazio e noi avevamo ancora voglia di fare tanto.
Mia madre accettò di buon grado questa decisione e stranamente smise di criticarmi e farmi sentire in colpa. Sicuramente anche a lei faceva piacere prendersi cura del nipotino, essere madre al quadrato la faceva inorgoglire enormemente e la ripagava dei suoi sacrifici.
Fu un periodo molto felice, il piccolo era un tesoro, un bimbo vivace ma buono e allegro, amava ballare e ascoltare storie, non faceva capricci per mangiare e dormire e spesso tutti e tre ci facevamo delle lunghe dormite abbracciati nel letto.
Il lavoro procedeva spedito, avevo avuto finalmente la mia agognata promozione e avevo deciso di comprare una macchina nuova per spostarmi più agevolmente quando dovevo andare fuori sede.
Fu un lungo periodo di salutare equilibrio, ero felice, realizzata come donna, moglie, madre, figlia. Avevo tutto e sentivo il mondo nelle mie mani, ero spavalda come solo a trent’anni ci si può sentire.
Stavo pensando anche a nuova maternità, avevo voglia di sentire crescere di nuovo la vita dentro di me e vedere incarnato in un nuovo essere tutto l’amore che provavo.
Gianluca più cauto e prudente di me mi spinse ad aspettare, stava ampliando la sua attività e temeva di essere troppo assorbito per prestare la giusta attenzione alla famiglia che sarebbe aumentata. Così aspettai, ma i demoni che ruggivano da sempre dentro di me non tardarono a farsi vivi.
Bianca Sannino, docente appassionata nella scuola statale italiana, vive e insegna a Portici da più di vent’anni.
Dopo aver attraversato perigliosi mari in vari ambiti e settori ed essersi dedicata alla redazione di libri saggistici e specifici del settore dell’insegnamento, esordisce oggi nel genere novellistico.
Due lauree, corsi di specializzazione, master non sono bastati a spegnere la sua continua, vulcanica e poliedrica ricerca della verità.
Da sempre, le sue parole che profumano di vita e di umanità, arricchite dalla sua esperienza e sensibilità, restituiscono delicati attimi di leggerezza frammisti a momenti di profonda riflessione.
Nel 2021 inizia la collaborazione con LoSpeakersCorner pubblicando una serie di novelle, tutte al femminile.
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L’attesa mi distrugge. Voglio il seguel.
Intrigante come sempre e mai banale.