Salute, innovazione e qualità dell’aria
La qualità dell’aria negli spazi indoor, sul lavoro e a scuola: brevettata l’innovativa tecnologia a sensori Qubee
Numerosi studi scientifici dimostrano che la qualità dell’aria negli spazi chiusi è collegata a un maggior rischio di sviluppare malattie respiratorie, di contrarre infezioni e di incrementare la trasmissione del COVID-19: Qubee – tecnologia a sensori che misura i livelli di inquinamento dagli uffici ai coworking, dalle scuole fino alle mura domestiche – è una innovazione progettata per il monitoraggio dell’aria e segnalare quando è necessario ricambiarla.
Verde, giallo, rosso i segnali luminosi che il cubo intelligente associa a differenti livelli di respirabilità e aria “pulita” in uno spazio indoor. Ad ogni colore corrisponde un differente grado di criticità (buono – scadente – pessimo) e un diverso, potenziale impatto sulla salute respiratoria delle persone che quotidianamente stazionano in un luogo al chiuso.
Qubee è un dispositivo sensibile all’aria, brevettato per essere adattato a misura di emissioni: la versione basic di Qubee monitora le concentrazioni di CO2 e VOC (Composti Organici Volatili) ma – a richiesta e per specifiche esigenze – il cubo è in grado di determinare i livelli presenti di monossido di carbonio, polveri sottili PM2.5, particolato PM10, formaldeide, ozono, oltre che di definire fattori come temperatura e umidità.
Il cubo è realizzato totalmente in Italia per l’azienda di facility management Atlas IFM (atlasifm.com) dalla PMI innovativa Nexus.
Il brevetto si basa sui test dei parametri di sicurezza e affidabilità effettuati dal Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università di Napoli Federico II.
La tecnologia di Qubee – spiega Edwige De Rosa, Sustainability Manager della Atlas IFM – garantisce il controllo continuo della qualità dell’aria in un ambiente chiuso, dalle scuole al lavoro, in un momento storico in cui numerosi e autorevoli studi scientifici dimostrano quanto sia fondamentale vivere in spazi adeguatamente ventilati e quanto le concentrazioni di CO2 e di Composti Organici Volatili rientrino tra i fattori di maggior rischio di trasmissione del COVID-19 in luoghi affollati e pubblici. Lo chiarisce bene anche l’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità ‘Indicazioni ad interim per la prevenzione e gestione degli ambienti indoor in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2.
L’ultimo aggiornamento del Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità per gli ambienti indoor parla di: apportare, il più possibile aria esterna outdoor all’interno degli ambienti, aria “fresca più pulita” e, contemporaneamente, diluire/ridurre le concentrazioni di inquinanti specifici (es. COV, PM10, odori, batteri, virus, allergeni, funghi filamentosi [muffe], ecc.), di CO2, di umidità relativa presenti nell’aria, e, conseguentemente, del rischio di esposizione per il personale e gli utenti/pubblico: https://bit.ly/3D7KYiI