Il Racconto, L’ultima parola
di Giovanni Renella
Non poteva farci nulla.
Quello era il suo destino sin da quando aveva visto la luce per la prima volta: doveva avere sempre l’ultima parola!
La sua non era presunzione, ma una capacità innata, un’inclinazione naturale da cui, anche volendo, non poteva prescindere.
Quante volte avrebbe preferito evitare le dispute o sottrarsi alle contese in cui era chiamato in causa contro la sua volontà.
Spesso accadeva all’improvviso: mentre se ne stava in disparte, qualcuno ne invocava l’intervento, investendolo con i propri dubbi, che spesso nascondevano lacune ancestrali.
Cominciava, allora, a riflettere, sconsolato, su quali elementari carenze avessero potuto determinare tali incertezze.
Benevolo con i ragazzi, che erano ancora in tempo per recuperare e rimediare ad eventuali errori, misericordioso con gli umili, che lo consultavano con rispetto, consci dei propri limiti, nutriva un’unica, profonda, antipatia per chi millantava conoscenze che in realtà non aveva.
Ed era sempre così, a qualunque latitudine si trovasse, sia al nord che al sud.
Il più delle volte svolgeva un ruolo ingrato, specie quando costringeva, brutalmente, molti dei suoi interlocutori a specchiarsi nella propria ignoranza.
In altri casi procurava una sottile soddisfazione in chi trovava in lui il conforto ricercato.
A volte, però, era costretto a dover accettare, ob torto collo, taluni input provenienti dal mondo accademico, subiti alla stregua di odiose “raccomandazioni”, che proprio non riusciva a digerire.
Per non parlare delle pressioni che venivano dall’estero, la cui cacofonia, talvolta, risultava addirittura stridente con il resto di un patrimonio che, per varietà e ricchezza, non aveva pari.
E non riusciva a spiegarsi per quale motivo questo processo fosse a senso unico: ai suoi omologhi, sparsi per il mondo, tutto questo difficilmente capitava!
Ma ogni volta che lo tiravano giù per il dorso dallo scaffale della libreria per consultarlo, il vocabolario d’italiano, noblesse oblige, era pronto a dispensare le sue conoscenze a chiunque ne sfogliasse le pagine.
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