Primaurora, la Rete del Vesuvio segnala le microdiscariche abusive
Una rete di associazioni capitanata da Primaurora ha intrapreso un’azione di monitoraggio del territorio vesuviano cercando di mettere in luce le criticità ambientali dei 13 comuni del Parco Nazionale del Vesuvio. Da questo impegnoè nato un esposto inviato alle autorità competenti.
L’associazione Primaurora ha come finalità proteggere, tutelare e valorizzare l’Ambiente, il territorio e la natura, in tutti i suoi aspetti. Tra gli scopi principali L’associazione vuole rivalutare tutte le attività agro-silvo-pastorali della antica civiltà contadina vesuviana, la riscoperta delle antiche tradizioni, l’avvicinamento e la sensibilizzazione dei cittadini alla propria terra, partendo dalle fasce più giovani, nonché il restauro ambientale dei boschi incendiati nell’emergenza del luglio 2017.
Il lavoro della Rete del Vesuvio, composta da 21 associazioni in prevalenza del vesuviano, ha messo in luce le numerose criticità ambientali presenti sul territorio del Parco Nazionale del Vesuvio. In prevalenza ha segnalato le microdiscariche presenti in ogni comune del Parco e l’abbandono in cui versano i luoghi.
In particolar modo è stata rilevata e documentata con foto georeferenziate,buona parte dei siti di scarico, sversamento e di bruciamento di rifiuti presenti entro i confini amministrativi dei comuni di Boscotrecase, Ercolano, Massa di Somma, Ottaviano, Pollena Trocchia, San Giuseppe Vesuviano, San Sebastiano al Vesuvio, Sant’Anastasia, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre del Greco, Trecase. Non sono state rilevate criticità di rilievo per il comune di Boscoreale, cosa dovuta all’esiguo margine di territorio presente entro i confini dell’area protetta.
Va sottolineato che la ricerca e la segnalazione di questi siti non può che essere considerato un computo per difetto, vista la larghissima diffusione di discariche estemporanee con rifiuti di vario genere e pericolosità. Spesso sono intere strade ad essere oggetto dell’abbandono dei rifiuti come per il caso della Zabatta, tra San Giuseppe e Terzigno o come accade in Via Vesuvio ad Ercolano; molto spesso sono invece le vie vicinali ad essere interessate a questa problematica, altre volte lo sono quelle zone, come Via Novelle Castelluccio ad Ercolano, limitrofe alle discariche storiche come l’Ammendola & Formisano.
Casi analoghi sono stati riscontrati in altre discariche come la Porcilaia tra Torre del Greco e Trecase, Cava SARI e Cava Ranieri a Terzigno e Cava La Marca tra Somma ed Ottaviano.
Discorso a sé meriterebbero alcuni sentieri del Parco lordati da questo scempio ambientale. È stato infatti riscontrato che sul sentiero n. 7, meglio conosciuto come il Sentiero della Profica Paliata, a San Giuseppe, sul n. 8 Il Sentiero del “Trenino a Cremagliera” tra San Sebastiano ed Ercolano e soprattutto quello dell’Olivella, il n. 10 di Sant’Anastasia, un’azione reiterata di scarico. E questo nella più totale disattenzione delle autorità.
La speranza è quella che gli enti preposti, cui è indirizzato l’esposto, ovvero Ente Parco, comuni, Regione e Carabinieri Forestali attuino tutte quelle azioni necessarie alla bonifica di quei siti e soprattutto mettano in atto quelle operazioni perché non ritornino ad essere ricettacolo di rifiuti e luoghi malsani.
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