Culturateatro

Portici e il movimento Futurista

Il nostro autore ci racconta del teatro futurista porticese che venne rappresentato al “Goldoni” di Bellavista, ormai non più esistente

di Teodoro Reale

Tra i teatri scomparsi un tempo esistenti a Portici vi era a Bellavista il Teatro Goldoni in Verdi, e sorgeva esattamente nella parte inferiore dell’incrocio tra Via Libertà e Via Verdi.

Il Teatro Goldoni venne costruito nel 1914, per iniziativa di Raimondo D’Amore, e rimase in attività fino ai primi anni Trenta del Novecento.

Tra i vari spettacoli del teatro vanno ricordate in particolar modo le tre serate futuriste che vi si tennero il 1921 ed il 1931, con le quali il movimento Futurista pubblicizzava in giro per le Italia le sue novità.

La prima serata futurista tenutasi a Portici ebbe luogo alle 20.45 di venerdì 9 ottobre 1921, pochi giorni dopo l’esordio del Teatro della Sorpresa al Teatro Mercadante di Napoli la sera del 30 settembre 1921.

L’annuncio della serata così venne dato da un giornale del tempo, non individuato in quanto la notizia è riportata in un ritaglio senza dati dell’Archivio Rodolfo De Angelis intitolato: Marinetti al Goldoni»: «Questa sera di passaggio per Napoli, il poeta futurista Marinetti, per aderire alle vive premure della elegante colonia dei villeggianti, darà un’unica rappresentazione nel gaio teatro «Goldoni» a Bellavista; ove in un vero caleidoscopio mostrerà il nuovo teatro della sorpresa, con le sue originalissime trovate, nel concetto del futurismo. La Compagnia futurista De Angelis sarà presentata da Marinetti con la sua smagliante ed avvincente parola e sulla scena, nella sala, negli ambulacri del teatro Goldoni si svolgeranno dramma sanguinosi, commedie esilarantissime, il Musical dell’avvenire. Più di 1000 personaggi innanzi agli occhi attoniti del pubblico. Molti posti sono già venduti.»

Di quella serata, che a quanto pare non ebbe l’esito catastrofico a cui i futuristi dei primi tempi erano abituati, ci rimane un resoconto di Cangiullo, luogotenente napoletano di Marinetti, nel suo romanzo autobiografico Le Serate futuriste, edito nel  1930, e nel quale abbiamo anche una descrizione del teatro: «Bellavista è un elegante sito di villeggiatura, ridente alle falde del Vesuvio, ombrato di pergolati, dorato di ginestre, irto di giovani pini nati là dove caddero i loro antenati schiantati dalle lave.

Il Teatro Goldoni, con i suoi terrazzi, le sue balconate, le sue aiuole fiorite, è un pezzo di Paradiso pensile su d’una vallata lussureggiante addobbata di pini, di rose, di peschi, di albicocchi, d’una doro e violetta, declinante sul mare giubellato di Posillipo e di Castellammare, che la notte cangia in due sirene distese all’orientale, in emulazione una di fronte all’altra, sfoggiando nelle chiome turchine lunghi pettini di brillanti… Talora nel mezzo il mare è candito di luna… e le vele dall’altra e dall’una… Qualcuna rimane nel mezzo del mare, immobile, fra due fascini uguali e contrari…

Un colpo d’occhio incantevole lo davano quella sera anche i pini che circondavano il “Goldoni”.

Essi avevano le chiome costellate di lampadine gialle, viola, smeralde, vermiglie, azzurre, arancione bianche… sulle quali passando i lunghi aghi verdi, sfumavano le luci colorate in un magico effetto di nuvole di elettrici arcobaleni, posati sulle alberature dei pini, che potevano anche sembrare le prime réclames luminose della vegetazione.

C’erano tante signore villeggianti e floreali come campanelle, miosoti, resedà, tuberose, fior d’aranci… e un’adunata d’automobili, venute da Napoli, Portici, Torre, Pompei… (Chi avrebbe mai immaginato che dagli scavi potessero venir fuori automobili?)

La serata andò bene; ma la testa semi-calva dell’attore Conte, immobilizzata in un punto, fu gliata dai fichidindia vesuviani.

E vi dirò perché.

Il Dimenticatore e il Cantatore è la sintesi a sorpresa che consiste in una scena, durante la quale il suggeritore (in tal caso il Dimenticatore), invece di suggerire come usa, suggerisce a squarcia gola cose assurde, in modo da far nascere una buffissima confusione con quello che dicono gli attori. Onde impaperamente continuo. Finché non arrivi il Cantatore, individuo dal tassametro in mano, intimando agli attori che giuocavano la scena: – Basta, perdio! I cinque minuti sono passati! (mostrando il tassametro) e il contatore è tassativo – Quelli gli fanno osservare che deve ancora arrivare, il cognato con la zia.

Ma l’altro grida:- – Me ne infischio! I cinque minuti sono passati! (mostrando il tassametro) e il contatore è tassativo – Si rivolge accigliato al Dimenticatore nella buca, al posto del solito suggeritore: – A te! Via di là!

Sipario.

Naturalmente il Dimenticatore incastrato nella buca era Conte. Egli a tela alzata sbucava dalla buca senza cupolino, come Pulcinella dalla boìte à surprise, e cominciava a sbraitare con lo strano copione in mano, le cose fuori da qualsiasi logica. Ed era logico che il pubblico prendesse di mira fino all’esagerazione il cocuzzolo di Conte attore seriissimo che ha la religione del palcoscenico.»

La seconda serata futurista nel medesimo teatro fu quella tentasi la sera del 25 gennaio 1924, quando la Compagnia di Rodolfo De Angelis tenne una rappresentazione unica del Nuovo Teatro Futurista, con l’intervento dello stesso Marinetti, e di Diana Mac-Gill, Francesco Cangiullo, Depero, Prampolini, Casavola, Silvio Mix, e del medesimo De Angelis.

Nella scaletta erano previsti il balletto di Depero e Casavola Anicham del 3000, e l’Inno Futurista di Silvio Mix, e declamazioni della Mac-Gill, e sintesi di Marinetti. In concomitanza con lo spettacolo si tenne una mostra dei gilet futuristi disegnati da Fortunato Depero.

Un nuovo, ed ultimo, spettacolo futurista vi fu la sera del 1 giugno 1931, e fu probabilmente uno degli ultimi spettacoli del Goldoni. Dopo tale data infatti non si hanno più notizie del Teatro.

La pièce Simultanina venne scritta da Marinetti in quello stesso anno, i bozzetti e le scene furono disegnati dalla moglie Benedetta Cappa, e vennero realizzati da Gino Galli.

La tournée partita dal Teatro Manzoni di Milano il 9 maggio 1931 toccò Portici l’1 giugno 1931. L’opera è fondata sull’idea di simultaneità, come indica il titolo. Luoghi distanti vengono rappresentati come vicini, così come eventi differenti si incontrano contemporaneamente sul palco. Simultanina è una giovane donna che viene corteggiata da figure maschili improbabili: il Buongustaio, l’Arruffatore, il Dongiovanni-pubblicista, ecc… Ognuno la vede secondo i suoi desideri, appare quindi come cibo da degustare per il Buongustaio, femme fatale per l’Arruffatore, violenta e forte giocatrice per lo Sportivo, e così di seguito.

Ad interpretare il ruolo della protagonista fu Anna Fontana. Alla rappresentazione seguì l’intervento in sala del poeta Escodamè, pseudonimo di Michele Lesckovic, il quale, nel 1927, con Marinetti e Depero e Russolo, fondò la Società per la protezione delle macchine.

Allo spettacolo era legata una mostra d’aereopittura futurista allestita nell’atrio del teatro.

 

 

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