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Portici è Cultura

La Città della Cultura si arricchisce della Università popolare intitolata a Eustachio Montemurro e suor Teresa D’Ippolito

Portici è una Città ricca di storia, bellezze naturali e, soprattutto, di cultura. Oltre al Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, ospita numerosi centri di ricerca scientifica di livello internazionale, le sue scuole, pubbliche e private, sono tra le migliori della Campania.

Ora Portici aggiunge un altro fiore all’occhiello: la scuola paritaria dell’Infanzia e Primaria, diretta dalle Suore Missionarie Catechiste del Sacro Cuore, si trasforma diventando Università cattolica popolare.

Palazzo Serra di Cassano fu costruito nel 1755 su di una piccola struttura preesistente. come riportato dalla mappa del duca di Noja.

Lo storico Beniamino Ascione attribuisce l’opera a Ferdinando Sanfelice, mentre il professore Giuseppe Fiengo all’architetto Giuseppe Astarita.

In questa villa di famiglia il 30 settembre 1772 nacque Gennaro Serra di Cassano, che fu giustiziato in piazza Mercato a Napoli, il 20 agosto 1799, condannato per essere stato uno degli artefici della Rivoluzione napoletana.

Il Palazzo gode del diritto reale, mai abrogato, di servitu altius non tollendi, che determina che intorno non si possano costruire edifici che superino l’altezza del Palazzo oltre una certa altezza.

Palazzo Serra di Cassano fa parte delle 122 Ville Vesuviane censite, Patrimonio dell’Unesco

Appartenuto ai Serra Cassano fino al 1881, venne acquistato dal Liceo Ginnasio e Convitto Nazionale di Lucera. La proprietà passò all-Economist professore Antonio Ciccone. Nel 1940 il complesso monumentale venne acquistato dall’ordine religioso delle Suore Catechiste del Sacro Cuore.

 La lunga facciata, scandita da un ordine unico di lesene composite, accoglie due piani; l’aggiunta successiva di un terzo, i cui balconi poggiano direttamente sul cornicione poco aggettante, ha alterato il primitivo rapporto tra altezza e larghezza. La zona centrale, sottolineata dal raddoppio delle lesene, così come le due estremità laterali, accoglie l’unico portale d’ingresso.  Superato tale portale si accede a un doppio atrio coperto a volta, seguito da un cortile rettangolare terminante con una esedra. 

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Una profonda serliana, aperta nello spazio curvilineo dell’esedra, collega con il giardino retrostante.

Attualmente il giardino è occupato da moderne palazzine, ad eccezione di una piccola parte coltivata ad agrumeto e a orto.

Sulla facciata si apre anche l’ingresso alla piccola cappella, dedicata all’Assunta. All’interno la cappella presenta una decorazione a stucco e un mosaico pavimentale a tasselli gialli e verdi con lo stemma dei Cassano.  Costruita, secondo il Nocerino, nel 1749, fu solo successivamente incorporata all’edificio.  Presenta, lungo le pareti, dei piccoli ambienti nascosti, che consentivano ai proprietari di assistere alle funzioni dall’interno del palazzo.

L’edificio ospita le religiose dal 1941, che riuscirono, con grandi difficoltà, a far sgomberare i cittadini che, durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, si erano rifugiati nel palazzo.  Gli occupantidistrussero o si appropriarono di una buona parte delle opere d’arte, per cui le collezioni, di quadri di stampe nonchè la preziosa biblioteca dei duchi di Cassano sono tesori ormai irrimediabilmente perduti.

Si racconta che dai sotterranei del palazzo, oggi non più accessibili, partiva una galleria che collegava Portici con Pompei. (Scheda a cura dell’I.P.S.C.T.  Francesco Saverio Nitti di Portici)

Di seguito riportiamo l’articolo di Rosanna Borzillo pubblicato sul quotidiano di ispirazione cattolica Avvenire il 15 aprile scorso.

«L’ignoranza dell’istruzione nelle masse contribuisce alla propagazione degli errori», scriveva nel 1909 il servo di Dio Eustachio Montemurro (nato a Gravina di Puglia, Bari, nel 1857 e morto a Pompei, nel 1923). È dedicata (anche) a lui l’Università cattolica popolare di Portici (Na) che viene inaugurata oggi alla presenza del cardinale Francesco Monterisi, decano del comitato d’onore con una lectio magistralis sull’educazione inclusiva contro ogni forma di povertà e di “scarto”, tenuta dall’arcivescovo monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita.

In prima linea le suore missionarie catechiste del Sacro Cuore, l’istituto fondato da Montemurro insieme a suor Teresa D’Ippolito. L’università è intitolata, infatti, ad entrambi: al servo di Dio ed alla madre D’Ippolito (in religione Maria della Santa Croce, nata a Latiano, provincia di Brindisi, nel 1870 e là morta nel 1945), prima superiora generale della congregazione religiosa. Sede dell’ateneo: una villa vesuviana del XVIII secolo e primo rettore Ciro Romano (storico, nativo di Portici).

L’obiettivo della nascente università: promuovere il corretto sviluppo umano integrale, in un’ottica interculturale, approfondendo il dialogo tra le religioni del Mediterraneo e favorendo virtuosi percorsi formativi volti a costruire la pacifica convivenza tra i popoli. A tale scopo sono stati individuati diversi dipartimenti di studio da Scienze del benessere a Linguistica storica e contemporanea; da Nuove tecnologie e didattica a distanza agli Studi sociali ed umanistici; dalla Tutela e salvaguardia del creato al dipartimento per l’invecchiamento attivo; dal dipartimento di Dottrina sociale della Chiesa fino alle molteplici attività laboratoriali, dalla coreutica alla musico-terapia; dal canto corale alle arti manuali (ceramica, pittura, scultura); dalla botanica al giardinaggio.

Benedizione ed incoraggiamento dal Papa alla “Montemurro-D’Ippolito”, che si richiama alle funzioni ed al ruolo propri delle università popolari italiane, fra le quali prime per fondazione quelle di Firenze e di Napoli.

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