arte

Figli di Portici famosi: Arthur (Arturo) Sambon

di Stanislao Scognamiglio

Si sente spesso parlare di personaggi porticesi per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende.  Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.

Arthur (Arturo) Sambon è nato a Portici nel 1867.

È figlio secondogenito del commerciante d’arte d’origini francesi e acceso garibaldino Jules (Giulio) Sambon e dell’inglese Laura Day.

Si laurea in lettere all’Università degli Studi di Napoli, dove ha studiato archeologia e paleografia; suoi docenti sono stati, l’illustre archeologo «… Giulio De Petra, Direttore del Museo di Napoli dal 1900, e Nunzio Faraglia, membro della Società Storia Patria e autore anche di qualche scritto di carattere numismatico».

Erede di una nota e accreditata famiglia di dotti numismatici, ne ha seguito le orme. Infatti, ha subito affiancato il padre, «… curando e inventariando la raccolta sulle zecche napoletane e siciliane» nello studio di Napoli e delle tre filiali: Milano, Firenze e Roma.

A sua volta collezionista, ha curato la propria raccolta di monete. Spesso, ha collaborato anche con la casa d’arte napoletana C. & E. Canessa nella compilazione dei suoi cataloghi di vendita e delle mostre.

Particolarmente attratto dalla numismatica classica, medioevale e moderna, ha approfondito le sue ricerche sulle coniazioni monete dell’area meridionale dell’Italia antica, soprattutto quelle etrusche. Volendo «… dare agli studiosi un’opera completa, storico-scientifica sulle zecche napoletane e siciliane», con scrupolosa cura ha ricercato, consultato, analizzato e studiato l’ingente quantità di documenti, come: «… pergamene, bandi, ordini di coniazione, grida, collezioni di monete pubbliche e private», conservati negli archivi storici «… di Marsiglia, di Milano, di Palermo, di Messina e specialmente nell’Archivio di Stato di Napoli».

Questo suo grande lavoro, per certo, gli ha procurato la riconoscenza degli esperti numismatici «… poiché la carte da lui consultate in larga parte furono bruciate dai tedeschi durante l’ultima guerra».

Ha descritto i risultati dei suoi studi, in numerosi saggi e volumi; la sua produzione ha interessato non solo la numismatica, ma anche la storia dell’arte e le opere letterarie.

Impiegando la numismatica come campo di indagine storica, si è interessato agli usi, ai costumi e alle credenze degli antichi popoli.

Nel 1889, ha pubblicato una monografia sulla moneta del Ducato napoletano, un’opera molto apprezzata dallo storico e archivista Bartolomeo Capasso (1815 – 1900).

Il «… declino degli studi di numismatica medioevale a Napoli», ha determinato il suo trasferimento a Parigi.

Nella capitale francese, oltre all’attività di studioso, ha svolto il ruolo di corrispondente della casa d’asta di antichità Canessa.

Nel 1903, nella città dell’arte, pone alle stampe il suo saggio Monnaies antiques de l’Italie. Tome Premier Étrurie, Ombrie, Picenum, Samnium, Campanie (Cumes et Naples) nel quale enumera i diversi tipi di monete conosciute e Les fresques de Boscoreale décrites par Arthur Sambon.

Nel 1904, nella Ville Lumière (Città delle luci), ha fondato la rivista specializzata nell’arte antica, Le Musée, revue d’art antique e, l’ha diretta fino al 1924. Sulle sue pagine, nel 1908-1909, ha pubblicato il saggio Recueil des monnaies de l’Italie Mèridionale, una «… premessa all’opera globale Sulle monete delle provincie meridionali d‘Italia dal VII al XIX secolo che fu sostenuta dalla Società Napoletana di Storia Patria ma mai vide la luce per intero».

Grazie alla sua elevata competenza, è stato interpellato dal senatore meridionalista, Giustino Fortunato (1848 – 1932) per eseguire una perizia «… sulla autenticità dubbia di una moneta di Poseidonia». Esaminato attentamente il pezzo, ha stimato lo statere «… un unicum per la perfezione del conio e la qualità dell’oro».

Dal 1892, anno della sua fondazione, ha fatto parte della Società Numismatica Italiana. È stato inoltre presidente della Chambre des experts d’art di Parigi.

Dedicatosi alla prosa e alla poesia, negli anni, ha composto: Attila, drame en cinq actes, en vers, 1918; Credo de l’artiste, poème en prose, 1933,  Le pauvret de Notre-Dame des Anges, essai de cohésion ciné-théâtrale, 1937; L’herbe folle dans les champs de blé, drame historique, 1939; La vie, poèmes, 1941.

L’antiquario, numismatico e commerciante d’arte Arthur (Arturo) Sambon muore a Parigi, il 19 dicembre 1947.

Tra le molte onorificenze italiane e straniere di cui è stato insignito, spiccano:

 Gran Cordone della Corona d’Italia

 Légion d’honneur

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