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Pietr’Arsa: da officina a museo ferroviario

Fondazione FS ha presentato una notevole e dettagliata  pubblicazione sulla quasi bicentenaria storia di Pietr’Arsa 

di Tonia Ferraro

PORTICI | CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI –  Nella Sala Convegni del Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa nella mattinata di venerdì 25 ottobre Fondazione FS ha presentato la sua opera sull’ex Reale Opificio borbonico: Pietr’Arsa da officina a museo ferroviario di Stefano Maggi, Duegi Editrice.

La prefazione del libro è del giornalista, scrittore e viaggiatore Paolo Rumiz

Nel corso dell’incontro, moderato da Claudia Frattini, delServizio Archivi, Editoria e Prodotti digitali della Fondazione FS Italiane,   il direttore generale della Fondazione, Luigi Cantamessa ha dialogato con l’autore Stefano Maggi sulle tre sezioni del volume: Pietrarsa com’era, Pietrarsa diventa museo FS, Pietrarsa rinasce

Tra il folto pubblico erano presenti l’assessore alla Cultura del Comune di Portici e rappresentanti delle Forze dell’Ordsine e dell’Aviazione.

Sorse nel 1840 sulla linea di Portici al confine con Napoli, dove la pietra era stata “arsa” dalle eruzioni del Vesuvio, al punto che divenne una caratteristica della zona e, infine, toponimo. 

Oggi, il toponimo Pietrarsa non ricorda più la roccia vulcanica, ma la culla del progresso del suolo italico. In una nazione geografica ancora frammentata fu sinonimo di industrializzazio, simbolo di una storia di … trasformazioni, di resilienza e di rinascita, parte dell’immenso patrimonio del Sud.

L’ex Reale Opificio, voluto da un sovrano illuminato e lungimirante che, in un contesto storico ottocentesco retrogrado e reazionario, ebbe una grande intuizione, designadolo pertinenza dello Stato e gettando le fondamenta di quel progresso che da quasi duecento anni corre sui binari.

L’operosità altamente specializzata dell’officina venne interrotta nel 1975, quando dallo stabilimento uscì l’ultima locomotiva a vapore.

Seguì un periodo di abbandono, e poi nacque l’idea di farne un museo ferroviario.

Molto toccante è stato l’intervento dell’ingegner Cantamessa, che intuì le potenzialità del luogo: dopo varie vicissitudini oggi è diventato a tutti gli effetti il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa come lo vediamo oggi. Dalle sue parole traspariva l’orgoglio e l’affetto che prova per Pietrarsa, per la sua architettura “sacrale”, per la rigogliosa natura nella quale è incastonato e la meticolosa cura che ne ha il Direttore del museo, avvocato Oreste Orvitti.

Le sue parole hanno scaldato i cuori dei porticesi presenti in sala, che considerano questi 36.000 m² parte inscindibile della loro storia, della loro vita familiare. 

L’autore. Il professor Stefano  è stato Conduttore, ovvero faceva parteLuogo unico in ItaFerroviario di Pietrarsa racchiude un pezzo significativo del personale viaggiante di Venezia Santa Lucia nelle Ferrovie dello Stato. Conseguito il diploma di laurea in Scienze Politiche, è entrato nel mondo accademico. Attualmente è professore ordinario all’Università degli Studi di Siena.

Il libro Pietr’Arsa da officina a museo ferroviario è disponibile in quattro edizioni: 

  • Volume Collezione con targa e cofanetto, edito da DUEGI Editrice, stampa in tiratura limitata di 80 esemplari numerati e firmati; 
  • Volume Lusso con scatola parapolvere edito da DUEGI Editrice; 
  • Versione economica edita da Rubbettino, 
  • Audiolibro. 

Ogni versione si può acquistare sulle piattaforme di distribuzione online, al corner shop del Museo di Pietrarsa e lo Shop Online della Fondazione FS.

 

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