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Ospedale degli Incurabili, 500 anni di caritas

Un percorso tra gli antichi ospedali napoletani, culla della Medicina e della caritas per celebrare i 500 ani dell’Ospedale degli Incurabili

di Antonio Vitale

CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Un evento per celebrare i 500 anni dalla fondazione dell’Ospedale degli Incurabili.

L’iniziativa, voluta e organizzata dal dottor Gennaro Rispoli, Direttore scientifico del Museo delle Arti Sanitarie che ha sede nel Complesso degli Incurabili, ha seguito il tema: Coniugare funzione culturale con funzione ospedaliera.

La visita guidata della mattinata è stata condotta dalle guide dell’associazione Manallart lungo l’tinerario che collega gli storici complessi ospedalieri di Napoli.

A partire da quello della Santissima Annunziata, è proseguito per il “Lazzaretto” di Santa Maria della Pace e quindi concludersi nel Complesso degli Incurabili.

Il successivo convegno si è svolto nel salone dell’attiguo Monastero delle Trentatrè.

Il dottor Rispoli ha introdotto Madre Teresa Lupoli, Superiora del Monastero, fondato dalla Beata Maria Lorenza Longo insieme all’Ospedale Santa Maria del Popolo degli Incurabili,

Madre Teresa ha sottolineato le date principali che hanno portato alla fondazione dell’Ospedale:

  • 1519: bolla del Papa Leone X;
  • 1520: primo acquisto dell’area dove sarebbe sorto il Complesso da parte del Viceré Raimondo De Cardona;
  • 1522: fondazione dell’Ospedale Incurabili, di cui il primo Governatore fu lo stesso vicerè.

Negli anni successivi, il re Carlo V fece tre donazioni all’Ospedale.

Al dibattito è intervenuta la professoressa Maria Filippone, vicesindaco di Napoli che ha evidenziato come il Comune di Napoli con la riapertura del “Lazzaretto” dell’Ospedale della Pace riaffermi la intrinseca destinazione agli “incurabili” degli ospedali del centro storico della città in collegamento con le sue energie buone.

Monsignor Adolfo Russo, Vicario Episcopale per la Cultura e Direttore del Museo Diocesano ha affermato come Napoli sia città della Misericordia e della Pietà: Sant’Attanasio fondò l’Ospedale San Gennaro. Metteva quindi in rilievo che ben trentaquattro santi sono passati per gli “Incurabili”.

Alla cerimonia hanno presenziato i rappresentanti delle cinque realtà ospedaliere antiche che si sono costituite nella Associazione Culturale Ospedali Storici Italiani (ACOSI), fondata a Firenze il 4 dicembre 2019,

Gianni Iacovelli, Presidente ASL III di Roma, storico degli ospedali, ha parlato di “Incurabili, Ospedale del Reame”. In Santo Spirito in Saxia riferisce della fondazione del Museo dell’Arte Sanitaria, nato intorno al1920. Il Santo Spirito è gemellato agli Incurabili.

Edgardo Contato, Direttore USL 3 Venezia, Presidente ACOSI, ha parlato dell’Ospedale San Giovanni e Paolo nel cuore della città di Venezia. Ha descritto il rinnovato approntamento con la telemedicina nel rispetto dei vincoli geomorfologici della città. Nell’ampio bacino della Laguna è l’isola di San Lazzaro, casa della salute dei veneziani, riferimento di storia della cura e della caritas: una radice antica mille anni.

Nadia Barrella, docente di Museologia alla Università della Campania Luigi Vanvitelli si è fatta interprete della esigenza di fornire risposte al cittadino disoriento. Ricollegandosi alla Convenzione di Faro, afferma che il Museo consente il racconto. La funzione del museo è recuperare dal passato per adattare al futuro in una ottica della trasformazione. Vengono così acquisiti i sogni dalla comunità. Proclama la visione del museo che preservi il valore della memoria in maniere tale che il ricordo che viene elaborato consenta di divenire parte di una comunità.

Angelo Tanese, Direttore Generale ASL Roma1, illustra la visione di 5 realtà, i cinque Ospedali Storici di Genova, Venezia, Milano, Roma e Napoli. Ha evidenziato che gli Incurabili sorse sul modello di San Giacomo di Roma. Si è soffermato sul Santo Spirito, Ospedale del centro storico di Roma. Ha poi ricordato che il l 9 ottobre 2021 è stata organizzata la prima giornata degli Ospedali Storici Italiani.

Da Firenze è quindi intervenuta Chiara Bartolini, parlando della Fondazione Santa Maria La Nova sorta nel 2015-2016, con sede all’interno dell’ospedale antico di 734 anni, fondato da Folco Portinari, padre della Beatrice dantesca. Portinari fece una donazione come intercessione per avere salva l’anima dal Purgatorio.

Durante il 1348, anno della peste nera raccontata da Boccaccio, l’ospedale venne organizzato con 12 letti, separati, per maschi e femmine. Celebre per l’intuizione architettonica delle corsie a croce, modello utilizzato per altri ospedali, come ad esmpio a Londra, con Enrico VII e poi con Enrico VIII.

Carmen Caccioppoli, del Museo Arti sanitarie, narra la storia lunga 500 anni di assistenza alle donne: dalla “Ruota” della Santissima Annunziata istituita da Maria Lorenza Longo per l’assistenza alle gravidanze illegittime, fino alla Ostetricia degligli Incurabili chiusa nel 2015.

Sandra Oliviero, storica dell’Arte riferisce che il patrimonio degli Incurabili è stato censito negli ultimi 5 anni e che sono stati accolti anche beni di altri ospedali. Beni da riallestire.

È stato presente all’incontro anche, l’architetto Alberto Calabrese che qualche anno fa ha pubblicato un interessante volume sui progetti urbani da attuare nel centro storico di Napoli, dal titolo La riqualificazione della città antica.

L’architetto ha trovato interessante l’incontro e, ricollegandosi soprattutto agli interventi del vicesindaco Maria Filippone e della professoressa Nadia Barrella, ha sottolineato quanto sia importante valorizzare – lasciando operativi e potenziati con tecnologie innovative i presidi sanitari esistenti – il percorso museale della memoria tra i tre storici complessi ospedalieri dell’Annunziata, della Pace e degli Incurabili situati in quest’area. Un percorso dal rilevante contenuto culturale da inserire nei progetti urbani da realizzare quanto prima possibile dalla attuale Amministrazione comunale. Progetti di recupero, di restauro e, in taluni casi, anche di riconfigurazione, coerentemente realizzati con attrezzature e giardini urbani, da tempo considerati infrastrutture sanitarie, alimentati da fonti energetiche rinnovabili all’interno di una progettazione unitaria di collegamento con gli straordinari siti archeologici del centro antico.

Progetti urbani che generino, quindi, senso di appartenenza e sicurezza interiore per le comunità dei residenti dei quartieri storici e significativo riferimento per la intera Città.

L’incontro si è concluso con l’apertura di una torta di anniversario ed un brindisi da parte di Madre Rosa Lupoli e il Dottor Gennaro Rispoli con l’augurio che i lavori comincino quanto prima.

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2 pensieri riguardo “Ospedale degli Incurabili, 500 anni di caritas

  • BISOGNA FARLO PRESENTE A CHI GESTISCE SU NAPOI I SOLDI DEL PNRRL

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  • Antonio Vitale

    Purtroppo si presuppone che lo sappiano bene … il problema è piuttosto datato poiché si tratta anche di fondi UNESCO stanziati e mai utilizzati…
    Nessuno sa dare risposte esaustive… sembra che ci sono anche conflitti di competenze… vedremo….

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