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Nucleare? Si, grazie

Sogin, Giuseppe Bono: Open Gate, a ex centrale nucleare del Garigliano viene promossa la cultura scientifica e la sostenibilità

Aprire le porte dell’ex centrale nucleare del Garigliano e far vedere come si lavora e quanta attenzione alla sicurezza è garantita, nel sito di Sessa Aurunca nel Casertano come in tutte le altre centrali in dismissione, aiuta ad avere un approccio diverso rispetto alla tematica del nucleare.

Questo è il commento di Giuseppe Bono, direttore regolatorio, istituzionale e comunicazione di SoGIN | Società Gestione Impianti Nucleari, a un mese dalla quarta edizione di Open Gate, con visite guidate nei siti, sottolineando il successo di pubblico e il coinvolgimento dei visitatori nell’approccio alla conoscenza scientifica.

Con opportuni investimenti in ricerca e sviluppo, la gestione dei rifiuti è diventata più semplice. Il nucleare potrà fornire energia pulita all’Italia senza grossi rischi: le basse emissioni di carbonio miglioreranno la qualità dell’aria e, oltretutto, il Paese potrà ottenere il proprio fabbisogno di energia, senza essere obbligato ad acquistarla.

Si tende a demonizzare il nucleare perché la storia ha insegnato che porta distruzione e morte. Oggi, comunque, si può ricorrere al nucleare con un metodi diversi, spiegando alla gente che il rischio è minimo e calcolato, sottolineando che l’innovazione tecnologica ha portato a ri-valorizzare questa energia che traghetterà verso un futuro sostenibile.

Ben evidenti sono risultati ai visitatori i principi di economia circolare che sono alla base della scelta sostenibile di gestione adottati da Sogin, per esempio nello smaltimento dei rifiuti prodotti dal decommissioning, garantendo riciclo superiore al 90% di materiali come ferro, rame, plastica, così come nel contesto ambientale, con gli interventi progettati, realizzati e monitorati in modo da non produrre alcuna ripercussione sull’Ambiente. Queste attività sono costantemente monitorate, con controlli continui e programmati, i cui risultati confermano impatti ambientali radiologicamente irrilevanti.

Vogliamo far conoscere davvero una parte importante di quella che non possiamo considerare solo archeologia industriale – continua Bono – Adesso il tema del nucleare è di grande attualità e, con queste attività, vogliamo dare a tutti la possibilità di sapere di cosa stiamo parlando.

L’ex sito del Garigliano sarà in questo senso una preziosa risorsa culturale per le future generazioni campane. C’è gente che è venuta per il quarto anno a visitare i siti, persone che hanno fatto dei giri lunghissimi per vedere quelli che non avevano ancora visto.

Un successo che continua dalla prima edizione di Open Gate, nel 2015, e che richiede peraltro un grande sforzo organizzativo. Aspettative esaudite anche in ambito lavorativo per molti giovani interessati a informazioni mirate, incrociando l’interesse professionale con l’ipotesi di un nuovo nucleare nel nostro paese, sicuro e di nuova generazione.

Gli ingegneri e i tecnici hanno accompagnato il pubblico trasmettendo grande competenza scientifica e una narrazione propositiva sul futuro, facendo comprendere quanto l’energia nucleare sia sostenibile e pulita. Interesse condiviso con record di adesioni e iscrizioni per partecipare a Open Gate anche in tutte le altre centrali italiane in dismissione: Trino, Caorso, Latina e Rotondella hanno registrato complessivamente oltre 5.000 ingressi, di cui 3.354 partecipanti registrati e attesi e 1.744 iscritti ad una specifica mailing list per essere informati sulle prossime iniziative analoghe.

In particolare nel tour del Garigliano sono stati due i percorsi di visita proposti “zona controllata” e “area industriale”, dove i tecnici Sogin hanno fatto ripercorrere i luoghi che rappresentano un pezzo di storia industriale del nostro Paese, raccontando il lavoro che svolgono ogni giorno, nel rispetto dei criteri di massima sicurezza. Lì dove il decommissioning ha raggiunto il 67%, ed è iniziata la costruzione del nuovo deposito temporaneo Dt2, da utilizzare fino a quando sarà poi disponibile il Deposito Nazionale, un passo importante per portare a termine lo smantellamento dei sistemi e dei componenti dell’edificio reattore della centrale campana.

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