No al degrado di un luogo UNESCO
Si estende da via Toledo a via San Gregorio Armeno, è patrimonio UNESCO dal 1995, ma il centro storico della Città versa in condizioni di degrado
Il centro storico di Napoli è un libro di pietra. Locuzione abusata, è vero, ma mai, come in questo caso, più calzante: chi ama l’arte, la cultura e coloro che vi abitano possono “leggere” attraverso la sua conformazione urbanistica la sua origine greco-alessandrina, ritrovare le diverse dominazioni che si sono succedute, e, continuando a sfogliarlo, ri-trovare le proprie radici e tradizioni.
Forse il centro storico di Napoli è l’unico luogo rimasto praticamente immutato nei secoli, dove si svolge la vita quotidiana di tante persone.
Grossomodo, l’enorme centro storico va da via Toledo fino a via San Gregorio Armeno. Patrimonio UNESCO dal 1995, è essenziale, perciò, responsabilizzare non solo i turisti, ma tutti gli abitanti, nonché coinvolgerli nelle decisioni che lo riguardano. Compito che viene svolto egregiamente dalle associazioni locali.
In particolare, l’Associazione Culturale Napoli Centro Storico è sempre in prima linea, “capitanata” dal suo appassionato presidente il dottor Antonio Vitale.
In qualità di medico e di abitante della zona, continua a impegnarsi in prima persona: ultimamente ha svolto una relazione con supporto in powerpoint sulle problematiche di Salute e Ambiente.
Ha fatto riferimento alle tante conferenze internazionali che si tengono sul tema sin dai primi anni 2000, dove le potenze mondiali trattano le varie tematiche ambientali ma con scarsi risultati concreti.
Il dottor Vitale ha esposto quei punti trattati già nel 2001 nel corso di un convegno organizzato col patrocinio del Comune di Napoli, nel quale auspicava una efficiente raccolta differenziata e uno sportello verde al quale i cittadini potessero segnalare casi di inquinamento dell’aria causati da emissioni di fumo, smog e esalazioni tossiche.
Antonio Vitale ha poi trattato delle varie patologie secondarie causate all’inquinamento ambientale, in primis quelle oncologiche, che stanno sempre più devastando l’umanità, ma anche a quelle respiratorie, metaboliche, cardiovascolari e neurologiche.
Infine, ha evidenziato la necessità del riciclo dei rifiuti, a partire dalla plastica, che può essere utilizzata per realizzare utensili, oggetti come panchine, sedie, tavolini, guaine di copertura stradali e perfino tessuti per capi di abbigliamento.
Con il riciclo della carta, invece, si può ricavare carta per la stampa o per imballaggi, contenitori, o bicchieri e piatti per alimenti.
Altri materiali riciclabili sono i metalli, il legno, il vetro e il cosiddetto RAE che consiste negli elementi delle apparecchiature elettriche ed elettroniche che, tra l’altro, contengono metalli preziosi.
Il mondo sarebbe senz’altro più pulito se si mettesse in atto una attenta raccolta differenziata ed un efficiente riciclo dei materiali, riducendo non solo le patologie ma anche gli sconvolgimenti climatici e idrogeologici che stanno distruggendo i territori con il cosiddetto effetto serra.
Problematiche, purtroppo, ancora irrisolte dopo più di vent’anni. Anzi, in alcuni casi addirittura peggiorate con il notevole incremento dell’elettrosmog generato dalle apparecchiature elettroniche e la presenza di numerosi ripetitori per le telecomunicazioni presenti sul territorio.
Il dottor Antonio Vitale, dunque, ha sollecitato azioni concrete e fattive per salvaguardare il Centro Storico di Napoli e, soprattutto, renderlo sostenibile, così da consegnarlo integro alle future generazioni.