Nel nome di Dio Omnipotente
Pratiche di scrittura talismanica dal Nord della Nigeria, in esposizione nella Cappella Palatina del Maschio Angioino. in nome di Dio Omnipotente
NAPOLI – Nella Cappella Palatina del Maschio Angioino venerdì 7 maggio alle ore 17.30 sarà inaugurata la mostra Nel nome di Dio Omnipotente. Pratiche di scrittura talismanica dal Nord della Nigeria.
L’esposizione, curata da Andrea Brigaglia e Gigi Pezzoli, è ideata e prodotta da Andrea Aragosa per Black Tarantella in collaborazione con il Centro Studi Archeologia Africana di Milano, con il sostegno della Regione Campania, del Comune di Napoli Assessorato all’Istruzione Cultura e Turismo, della Scabec | Società campana beni culturali e con il patrocinio dell’Università degli Studi di Napoli L’Orientale e del Ministero degli affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Nel nome di Dio Omnipotente resterà aperta fino al 10 luglio e si potrà visitare gratuitamente, dal lunedì al sabato, dalle ore 10 alle 17, nel rispetto delle norme anti Covid vigenti.
La mostra presenta un complesso di materiali inediti costituito da oltre 80 opere tra cui:
- manoscritti coranici e poetici, tavole utilizzate per lo studio e la memorizzazione del Corano;
- tavole con scrittura coranica ed elementi decorativi, sorta di diplomi di completamento degli studi religiosi;
- tavole in legno, metallo e pelle con scrittura e formule apotropaiche; tavole con scritture sacre, elementi decorativi e iconografia degli animali della savana per la protezione della casa e della persona;
- esemplari di ricettari popolari sulle scienze esoteriche, talismani, oggetti per divinazione, ecc.
Un mondo di tradizione prevalentemente sufi – ovvero relativo alla corrente più mistica dell’Islam – apparentemente lontano ma che rimanda ad antiche pratiche protettive, divinatorie e taumaturgiche del Medio Oriente, del mondo greco-romano, della Cabala ebraica, fino all’alchimia medievale.
Il titolo della mostra, forte ed enigmatico, è l’esito di un progetto che viene da lontano, dalle ricerche di etno-storia che il Centro Studi Archeologia Africana svolge da anni in Africa: documentare le manifestazioni culturali del passato che si intersecano e si fondono con le nuove istanze della contemporaneità. La conoscenza delle tradizioni e delle pratiche religiose delle popolazioni del Nord della Nigeria è molto limitata in Italia, ovvero è caratterizzata da stereotipi provenienti da un immaginario sovente negativo. Napoli, luogo di incontro e di meticciato, offre il contesto ideale per ospitare una manifestazione che indaga tematiche sconosciute nel nostro paese. Tra l’altro, qui è la sede di un’università, come L’Orientale, che da decenni propone un percorso di studi che include l’insegnamento di storia, culture e lingue dell’Africa, inclusa la lingua hausa, cioè l’idioma della regione dalla quale provengono gli oggetti in mostra.
Il progetto espositivo indaga aspetti della cultura materiale e simbolica della scrittura e delle pratiche esoteriche in un contesto di Islam africano moderno. L’approccio integra l’analisi delle dimensioni estetiche, storiche e antropologiche della cultura hausa del Nord della Nigeria. Pur con un’enfasi sulle tavole talismaniche, che costituiscono gli oggetti esteticamente più accattivanti in mostra, l’esposizione evita di adottare una separazione artificiale tra le categorie di “religione” e di “magia”, e riflette sulle varie dimensioni, esteriori ed esoteriche, delle pratiche culturali di quei popoli, come ad un insieme organico.
Nel nome di Dio Omnipotente è accompagnata da importante catalogo bilingue (italiano e inglese), riccamente illustrato, che comprende i contributi di alcuni dei più noti studiosi internazionali della materia.