Eventi

Nek, un live Unico

di Antonietta Montagano

NAPOLI – All’ETES Arena Flegrea giovedì 20 luglio grande evento con il live di Nek Unici in Tour.

Una serata da “scossa”: se i fan volevano saggiare la grande energia di Filippo Nek Neviani non sono stati assolutamente delusi. La Cavea bassa dell’Arena era gremita da persone di tutte le età, soprattutto adolescenti. Un pubblico eterogeneo che è andato in delirio sin da quando sono partite le prime note del concerto.

«Napoli, la musica è un viaggio è un viaggio assoluto dall’inizio alla fine, te la senti di fare questo viaggio con me? Dite che non tornate a casa questa sera, si rimane in viaggio Napoli».

Poi ha iniziato a cantare, e via con i grappoli di brani del suo ultimo album: Unici, Differente, Questo so di me, Freud, Uno di questi giorni, Mia, Il giardino dell’Eden, La mia terra, Quando era ora, In braccio, Futuro 2.0.

Ma non sono mancati i suoi grandi successi, come Nella stanza 26 e Laura non c’è, che ha compiuto ben 20 anni. E poi una “chicca”:  il brano liberamente ispirato alla poesia di Erri De Luca  Considero Valore. Prima di cantarla ha spiegato: «In questo testo l’autore traccia una lista di tante emozioni ed ogni frase inizia con la frase Considero Valore.  Tutto quello che lui mette insieme sono cose semplici, emozioni semplici; la vita è straordinaria anche nella sua semplicità».

Dopo questo momento interiore Nek è tornato a cavalcare la tigre e rivolgendosi al pubblico ha detto: «Non credo di essere stato all’Arena Flegrea. Sono davvero molto felice di essere qui con voi. L’unico difetto … se così si può definire … dell’arena è lo spazio tra il palco e il pubblico, siamo un po’ distanti: mi hanno  che c’è una buca che sembra il Gran  Canyon! Appena sono venuto a Napoli sono stato invaso dall’affetto e dal calore della città». Ed è sceso tra il pubblico quasi in standing ovation, mandandolo in visibilio.

Prima di sedersi al piano  ha detto: Adesso mi sto dando al pianoforte, a me è sempre piaciuto imparare da solo, la dove è possibile, nel senso di giocare con la conoscenza, applicarmi, perché la musica è un universo ogni strumento ha qualcosa di straordinario, non si finisce mai di imparare, questa è una grande verità.  È una sorpresa continua, io è come se imparassi ogni sera con voi a suonare il pianoforte, quindi questa sera accompagnerò nel prossimo pezzo la mia band al pianoforte. Dopo ogni concerto mi chiedo com’è andata: io mi lascio trasportare dalle emozioni».

Poi è venuto il momento in cui ha presentato la sua band, e – Udite! Udite! – Nek, emiliano purosangue, l’ha fatto in napoletano!

Ha cominciato con «Io cerco di imitare i dialetti ma faccio schifo!… Ho imparato anche qualcosa di cabala:  71 ommo ‘e merd, 57  ‘o  scartellato!…»

Poi ha continuato: «Chisto è ‘na garanzia assoluta, è uno scornacchiato, però suona bene: alla chitarra Chicco Gussoni!…  Poi tenimmo chillo ca tene ‘o tiempo … A noi piace  tiempo: a volte è brutto tiempo e a volte è bbuono …: alla batteria Luciano Galloni!… ‘O prossimo strumento non mi piace assaje: ‘o basso di  Lorenzo Poli!… E poi tenimmo l’omm ‘e merda. Ve lo spiego perché chillo si è portato ‘a casa appriesso, le luci, il pianoforte: alle tastiere e alla chitarra ‘o scurnacchiato Emiliano Fantuzzi! »

E qui, come volevasi dimostrare, l’entusiasmo è diventato inconteniblie.

Il concerto di Nek, dopo tantee richieste di bis e ovazioni si è concluso con il brano Unici che dà il nome al suo Tour 2017.

(Foto by Antonietta Montagano)

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *