Villa Mascolo
122 immobili monumentali settecenteschi del Miglio d’Oro censiti che sono Patrimonio Unesco, ma non tutti sono salvaguardati, come Villa Mascolo
di Tonia Ferraro
PORTICI (NA) – La villa vesuviana, oggi identificata come Villa Mascolo, è stata edificata nel Settecento in quell’area, allora chiamata contrada San Cristoforo, l’attuale via Scalea.
Circa la sua costruzione, non si hanno notizie né del committente né dell’architetto che l’ha realizzata.
Fino all’inizio dell’800 è stata proprietà dei fratelli Giovanni e Gennaro Mascolo.
La villa si estendeva fino alla strada che collega Portici con Napoli, l’odierno corso Giuseppe Garibaldi.
Diversamente da quasi tutti gli atri storici palazzi settecenteschi, la facciata principale è rivolta verso il giardino e l’area un tempo destinata alla pratica agricola. La facciata presenta uno sviluppo asimmetrico e una disposizione irregolare, probabilmente dovuti a vari interventi durante i secoli.
Sulla via Scalea si trova un breve viale attraverso il quale si ha accesso all’esedra e quindi alla villa.
Nell’esedra, poi, vi sono altri accessi che portano al giardino.
Originariamente lo spazio aperto era costituito da una serie di pilastri, disposti a emiciclo, che sorreggevano arcate sagomate, oggi murate, e un motivo di volute che si alternavano a piedistalli di statue, ancora visibile sul lato destro del viale.
Dal punto di vista artistico, notevoli sono la scala interna con la balaustra in piperno e ferro e l’affresco sulla volta dell’androne.
La struttura della villa, in muratura portante, si eleva per due piani.
Con un sapiente restauro, operato nel corso dell’anno 2010, queste pertinenze, adattate in un ampio e decoroso giardino con laghetto, hanno ripreso la loro piena funzionalità.
I lavori si sono protratti fino al 2013.
In particolare, il restauro funzionale operato nell’anno 2010 ha consentito una nuova destinazione d’uso dell’edificio: ospitare un museo interattivo per bambini.
Per riportare la Villa all’originario decoro, la spesa complessiva è stata di circa 3,5 milioni di euro, sostenuta con finanziamenti ottenuti da fondi comunitari.
Con un ribasso d’asta di circa 700mila euro sull’importo preventivato, il restauro è stato eseguito su progetto dell’architetto porticese Ciro La Greca.
La direzione dei lavori fu affidata d’ufficio al personale dell’Ufficio tecnico del Comune, ente proprietario del bene.
Ex novo, nel giardino venne realizzato un anfiteatro, capace di circa 1225 posti a sedere.
Grazie all’affidamento esterno ventennale alla Cooperativa GepaGroup scarl per circa 80mila euro annui, fu possibile la ripresa funzionale della struttura.
Funzionalità, purtroppo, durata solo pochi mesi, perché, per l’inagibilità di alcuni locali e per lungaggini burocratiche, la società appaltante venne meno all’impegno assunto. Oltretutto non era possibile un cambio di destinazione d’uso per poter attivare attività ludiche o di ristorazione.
Abbandonata a sé stessa, nel corso degli anni Villa Mascolo è stata gravemente vandalizzata, tanto che oggi necessita di un ulteriore restauro.
Il bene recuperato è stato devastato e saccheggiato da ignoti: distrutto il museo e trafugate anche le attrezzature interne, sono state persino vandalizzate le porte e gli infissi, nonché i servizi igienici e i rivestimenti dei bagni.
Infine, l’assenza di una custodia interna e la mancanza di una periodica manutenzione, hanno fatto sì che anche il giardino con l’anfiteatro venisse distrutto.
Al momento, non si hanno notizie della volontà di individuare un nuovo gestore o associazioni in grado di dar vita all’interno della Villa progetti idonei o iniziative a sfondo sociale.
Un piccolo suggerimento: forse, dopo una adeguata ristrutturazione, una delle soluzioni per risolvere questo annoso problema potrebbe essere quella di affidare – con una adeguata procedura legale, s’ntende – il bene a famiglie in emergenza abitativa, che potrebbero così vigilare su di esso e scongiurare nuovi scempi.
Si ringrazia per il prezioso apporto lo storico Stanislao Scognamiglio