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Medicina: Vaccinarsi, perché?

di Carlo Alfaro

In materia scientifica le scelte dovrebbero basarsi sull’esame razionale dei fatti e dei dati scientifici ricavati dagli studi e non sulle opinioni, spesso frutto di una cattiva informazione, intrisa di luoghi comuni e pregiudizi. La paura delle vaccinazioni, la vaccine hesitancy, è ormai un fenomeno sempre più esteso e preoccupante che comporta il rischio, attraverso il calo delle coperture vaccinali, di far riemergere malattie infettive superate e il permanere si altre patologie che potrebbero essere debellate.

Eppure in ambito sanitario è noto che, assieme alla potabilizzazione dell’acqua, la scoperta degli antibiotici e l’utilizzo della catena del freddo, le vaccinazioni hanno rappresentato tra le più importanti invenzioni dell’uomo nella lotta per la salute, preservando da malattie infettive che possono avere esiti anche fatali o fortemente invalidanti.

Attraverso le immunizzazioni viene modulato il proprio sistema immunitario, indirizzandolo verso una difesa efficace nei confronti delle malattie contagiose da cui il vaccino protegge.

Secondo l’Oms, i vaccini prevengono più di 2,5 milioni di morti ogni anno, e se venissero utilizzati tutti quelli attualmente disponibili, se ne potrebbe salvare un altro milione e mezzo. Ancora oggi, secondo le stime, muoiono 330 bambini ogni giorno, cioè 14 ogni ora e uno ogni 20 secondi per cause prevenibili con i vaccini.  L’Unicef ammonisce che un bambino su cinque nel mondo non riceve i vaccini salvavita, soprattutto nei Paesi poveri.

Le vaccinazioni offrono dunque sia una protezione individuale che della collettività, per cui possiamo affermare che vaccinarsi è un diritto non solo individuale ma anche un obbligo nei confronti della intera collettività.

Le bufale on line, le fake news, sono tra i principali responsabili della crescente paura nei confronti dei vaccini nella popolazione, attraverso notizie tendenziose e catastrofiche lanciate e amplificate da siti, blog, forum e social network, che cavalcano l’onda del timore atavico per gli effetti collaterali dei farmaci. Chiunque può esprimere la sua opinione sul web, anche a titolo puramente personale: il difficile per chi legge è verificare serietà, attendibilità e veridicità delle fonti delle informazioni.

È consigliabile perciò affidarsi a siti istituzionali o pagine ufficiali di società scientifiche, che garantiscono autorevolezza e rigore, mentre blog e forum possono recare storie di vita, emozioni, esperienze, casi personali, teorie strampalate o assolutistiche, scenari catastrofici o notizie inventate, senza preoccuparsi della oggettività. Informazioni prive di qualsiasi fondamento scientifico rischiano, nel turbinare di condivisioni sui social fatte in modo acritico e sull’onda di coinvolgimento emotivo e paura, di acquisire nell’immaginario collettivo parvenza di verità assoluta.

La diffusione di queste informazioni non scientificamente validate mette a rischio la salute pubblica perchè lancia il pericoloso messaggio che la scienza sia un’opinione su cui ognuno si possa esprimere. Si gettano invece ombre sulla Medicina e sul metodo scientifico, si insinuano sospetti di colossali giochi di interesse di natura economica, complotti e rischi globali, generando confusione, timori irrazionali, psicosi, e inducendo a scelte anacronistiche e reazionarie, contrarie ad anni di studi e ricerche per la promozione della salute umana.

Il dottor Carlo Alfaro, sorrentino, 54 anni, è un medico pediatra è Dirigente Medico di I livello presso gli Ospedali Riuniti Stabiesi della ASL NA3Sud, Responsabile del Settore Medicina e Chirurgia dell’Associazione Scientifica SLAM Corsi e Formazione, e Consigliere Nazionale della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza (SIMA). Inoltre è giornalista pubblicista, organizzatore e presentatore di numerosi eventi culturali, attore di teatro e cinema, poeta pubblicato in antologie, autore di testi, animatore culturale di diverse associazioni sul territorio, direttore artistico di manifestazioni culturali.

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