L’universo è Femminocentrico!
di Antonio Vitale
NAPOLI – Serata ricca di emozioni e di spunti di riflessione quella di sabato 2 aprile nella splendida cornice del complesso monumentale di San Domenico Maggiore: i gruppi Altamerea e Stati Teatrali hanno messo in scena la performance Femminocentrico!, fatta di narrazioni, canzoni, danze, racconti e testimonianze intorno all’universo femminile.
I testi di Femminocentrico! sono di Porpora Marcasciano, Patrizia Rinaldi e Angela Villa, mentre il progetto grafico è di Luciano Correale.
Lo spettacolo, introdotto dall’ideatore e regista della pièce Riccardo De Luca, che ha descritto il metodo Pan Focus creato dal regista e attore Orson Welles per far recepire al massimo lo spirito di una kermesse imperniata su temi e storie interpretati dall’ensemble recitativo. Gli attori si sono espressi attraverso le varie rappresentazioni artistiche con un susseguirsi vertiginoso ma legato ad un solo comune denominatore, l’universo femminile.
L’intervento di Simonetta Marino, consigliera comunale delegata alle Pari Opportunità del Comune di Napoli, ha parlato del suo ruolo nella tutela delle donne della città, toccando un fenomeno poco conosciuto da molti ma molto diffuso come quello del mondo trans. Ha spiegato che attraverso i centri antiviolenza e le case di accoglienza si tende a reintegrare sia donne vittime di violenza sia i trans nel tessuto sociale della città.
Molto forte ed emozionante l’esperienza diretta portata dalla giornalista Anna Copertino, che in una scrittura ha raccontato della vienda della nipote Giustina, massacrata dal marito che poi si suicidò, e tutto il crescendo della violenza di una vicenda che alla fine ha lasciato soli due bambini in tenera età.
Il lavoro teatrale vero e proprio interpretato da Carmen Femiano, Tina Femiano, Annalisa Renzulli ed Imma Villa, coadiuvate da Riccardo De Luca ed accompagnati dalla chitarra del Maestro Edoardo Puccini, ha visto un succedersi di racconti misti a danza e canzoni su varie tematiche, dalla storia dei quattro trans che raccontano il loro vissuto, a quello delle donne vittime di violenza familiare, alla storia raccontata da una bambina che ha vissuto la violenza del padre sulla madre, alla vicenda di tre lavoratrici costrette a lavorare in uno scantinato e rimaste uccise dal crollo della palazzina, fino alla storia di Santina, una contadina che vive una storia di amore con il suo re.
Tutti racconti dalle trame così diverse e variegate, un excursus tra le varie situazioni di vita al femminile con l’intento di far riflettere su una visione del mondo che deve cambiare e non discriminare più l’elemento femminile. Una rivoluzione politico-sociale, che come la storia ci insegna è cominciata nel 1968 ma che a distanza di anni ha ancora tanta strada da fare.