Dal magico mondo di Alice, il corto di Nello Petrucci con il Cappellaio Matto è in concorso al Festival del Cinema di Salerno
L’ultimo Whisky con il Cappellaio Matto, una rivisitazione del romanzo di Lewis Carroll Alice nel paese delle meraviglie, è il titolo dello short movie scritto e diretto da Nello Petrucci, attualmente in concorso al Festival del Cinema di Salerno e in lizza ai David di Donatello 2021.Il corto sarà trasmesso mercoledì 9 dicembre alle 23.25 sulla piattaforma digitale https://festivaldelcinemadisalerno.teyuto.com del 74esimo Festival Internazionale del Cinema di Salerno.
Già vincitore a Los Angeles dell’ Indie film festival e del Best Istanbul film festival in Turchia, il cortometraggio, in programma il 9 dicembre sulla piattaforma digitale che ospita quest’anno la kermesse salernitana, è prodotto dalla Satyr M.B. production e co-prodotto da Contemply.
Una continua ricerca del tempo perduto, cifra stilistica di Petrucci, e leitmotiv della sua Alice, ormai donna, catapultata nuovamente in quel mondo fantastico, carico di simbologia, dove ritrova il “cappellaio matto” .
Dialoghi tra il filosofico ed il paradossale sull’io, il sogno, il tempo, sull’abitare il mondo con uno sguardo diverso.
Girato ad Apice vecchia, nel beneventano, protagonista del corto è la curiosità innata che alberga in Alice, magistralmente interpretata da Titti Nuzzolese, che la porta a rincontrare, da grande, alcuni personaggi del racconto di Lewis Carroll.
In fuga dallo spleen di una quotidianità che non la soddisfa, Alice ritrova il suo sguardo da bambina nel “mondo delle meraviglie” .
Il film mette insieme due figure molto interessanti, “il cappellaio“, che rappresenta il nostro subconscio e “Alice” che vive nettamente in superficie, un contrasto enorme.
Nello Petrucci mette al centro “la dimensione del tempo”, spesso non scandito dall’orologio, sospeso come una sorta di limbo, come le mongolfiere disegnate nella casa del cappellaio.
La struttura narrativa dello short movie pullula di citazioni e metafore: basti pensare al ” viandante” che dà indicazioni ad Alice, chiaro riferimento a Nietzsche e al contempo a David Casper. Oppure al Cappellaio con il suo tè delle cinque, ovvero la routine, che si incontra e si scontra con il tempo stesso e la follia umana nel gestirlo.Maschere sparse un po’ ovunque, una fotografia virtuosa e dai colori saturi che conferiscono al lavoro una dimensione surreale.
Il film è stato girato in 4 giorni, con sei mesi di lavorazione: gli interni sono stati ricostruiti totalmente, negli studi della Satyr production, mentre gli esterni sono un vero e proprio set naturale, quello di Apice vecchia, paesino dimenticato dal tempo.
Il cast vanta nomi di tutto rispetto, tra cui: Ciro Cascina, co-protagonista nel panni del “Cappellaio”; Bret Roberts , attore americano molto apprezzato nelle vesti della “Lepre Marzolina”; Egidio Carbone alias il“ Viandante”.
Così ha ommentato Petrucci, regista e sceneggiatore di L’ultimo Whisky con il Cappellaio Matto: Il tempo per me è un elemento chiave, una continua ricerca, questo lavoro traccia una linea fondamentale per riflettere su un tema che continua a sorprendermi.
Ho lavorato con una troupe fantastica, un set familiare, circondato da tanto amore, è stato un lavoro corale, di tutti, questo ha reso il progetto magico.
Per maggiori informazioni e contatti:
info@nellopetrucci.com
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