Lo Sport allunga la vita
L’esercizio fisico allunga la vita e ne migliora la qualità. Non è mai troppo tardi per cominciare, ma cominciare presto è meglio
di Carlo Alfaro
Uno studio condotto in Gran Bretagna dall’Università di Cambridge e pubblicato sul British Medical Journal a luglio 2019 ha seguito 14.599 persone tra i 40 e gli 80 anni per 12 anni, per valutare gli effetti sulla salute dell’attività fisica.
Le linee guida dell’OMS raccomandano che gli adulti facciano almeno 150 minuti di attività aerobica a intensità moderata o 75 minuti di esercizio fisico vigoroso a settimana. Il passaggio dalla vita sedentaria a un’attività di 150 minuti settimanali, cioè il livello minimo di esercizio fisico raccomandato dall’OMS, ha ridotto nei partecipanti allo studio il rischio di morte per qualunque causa del 24%, di morte per malattie cardiovascolare del 29%, di morte per cancro dell’11%.
Le persone che hanno raggiunto livelli di attività “medi” durante lo studio, avevano il 38% di probabilità in meno di morire rispetto ai sedentari, in caso di “alti” livelli di esercizio il rischio era ridotto del 42%. La riduzione del rischio di morte era associata all’aumento dell’attività fisica indipendentemente dai livelli di attività pregressi, e persino dal peggioramento di altri fattori di rischio come dieta, peso corporeo, pressione arteriosa e livelli di colesterolo nel corso degli anni.
Non è importante che nel corso della vita si faccia palestra o sport organizzati, basta anche una camminata veloce. Lo dice un altro studio inglese, dell’Università di Leicester, pubblicato a maggio 2019 sulla rivista Mayo Clinic Proceeding, che ha trovato che chi cammina più velocemente tende a vivere più a lungo, indipendentemente dal peso corporeo. Per arrivare a questa conclusione i ricercatori hanno utilizzato i dati della Biobanca britannica che contiene informazioni biofisiche di 474.919 persone.
La buona notizia è che i benefici dell’attività fisica, in termini di longevità, si fanno sentire anche si inizia a fare sport dopo i 50 anni. Ce lo dice uno studio condotto da ricercatori del National Cancer Institute di Bethesda e pubblicato su JAMA Network Open ad aprile 2019.
Analizzando i dati relativi a 315.059 adulti, di età compresa tra 50 e 71 anni, circa le loro abitudini di esercizio fisico dall’adolescenza all’età attuale, e monitorizzandoli per quasi 14 anni, i ricercatori hanno trovato che chi ha cominciato a fare sport tardi ha mostrato una diminuzione del rischio di morte analoga a quella degli sportivi sin dall’adolescenza.
Rispetto alle persone inattive per tutta la vita, i partecipanti che hanno segnalato livelli costantemente elevati di esercizio fisico dalla giovinezza alla mezza età avevano il 36% in meno di probabilità di morire per qualsiasi causa, il 42% in meno di probabilità di morire per una cardiopatia e il 14% in meno di probabilità di decesso per tumore. Ma il vantaggio è risultato analogo anche quando le persone inattive hanno iniziato a fare movimento tra i 40 e i 61 anni.
Questi recentissimi studi non fanno che confermare l’imperativo a muoversi, per tutti, dall’infanzia in poi. Praticare sport per un bambino e un adolescente significa favorire un accrescimento corretto e armonico, combattere obesità e anomalie scheletriche di sviluppo, migliorare postura, elasticità del corpo, tono e forza dei muscoli, potenziare senso di equilibro e coordinazione motoria, ottimizzare la funzione cardio-respiratoria e il metabolismo, prevenire le malattie dell’adulto (tumori, ictus, infarto, diabete, depressione, demenza), migliorare lo sviluppo psico-sociale, in aree quali sviluppo della personalità, apprendimenti e rendimento scolastico, attitudine a prendere decisioni rapide, senso di responsabilità, maturazione, volontà, capacità di concentrazione e apprendimento, consapevolezza del proprio corpo con le sue abilità e i suoi limiti, tono dell’umore, autostima, socializzazione, superamento della timidezza, gestione delle proprie emozioni, interiorizzazione di valori come il rispetto degli altri, dei ruoli e delle regole, la solidarietà, l’uguaglianza, la collaborazione, la lealtà, lo spirito di gruppo.
Il medico pediatra e adolescentologo sorrentino Carlo Alfaro. Classe 1963, il dottor Alfaro è Dirigente Medico di Pediatria presso gli Ospedali Riuniti Stabiesi, componente della Consulta Sanità del Comune di Sorrento, Consigliere Nazionale della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza (SIMA).
È inoltre responsabile del Settore Medicina e Chirurgia dell’Associazione Scientificò-culturale SLAM Corsi e Formazione.
Per passione Carlo Alfaro è giornalista pubblicista, direttore artistico, organizzatore e presentatore di eventi culturali, attore di teatro e cinema, poeta pubblicato in antologie, autore di testi, animatore culturale di diverse associazioni sul territorio.
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