L’infiorata per San Ciro
di Stanislao Scognamiglio
PORTICI (NA) – Ancora una volta, ’o vico granne, alias via Michelangelo Naldi, nel cuore del centro storico cittadino, è stata suadente location dell’infiorata, tradizionale omaggio a San Ciro, santo patrono di Portici.
L’esecuzione del tappeto di fiori in via Naldi, nata intorno agli inizi degli anni quaranta del secolo scorso, con bozzetti disegnati dal pittore Salvatore Marciano e approntati dai fratelli Lombardi e dai fratelli Maione, è stata tramandata, mantenendo inalterato nel tempo l’originario significato devozionale.
Puntualissimo all’appuntamento di maggio, il gruppo di via Michelangelo Naldi, anno dopo anno, dagli anni Ottanta a oggi, con l’apporto di nuove energie, ha realizzato il tappeto su bozzetti eseguiti dal maestro Angelo Di Napoli.
Rinnovatasi adeguando lo stile artistico ai tempi correnti, tanto da definirsi oggi Infiorata, dal primo decennio degli anni 2000, nell’ideazione del disegno l’esperto maestro è affiancato dal giovane Francesco Montanaro.
Il gruppo di esperti infioratori del Comitato Cappella San Ciro, capitanati dal signor Giorgio D’Andrea, ha cominciato a comporre il devoto atto dì ossequio al santo medico alessandrino, alle ore 22 di sabato 5 maggio.
L’incantevole quadro, dalla superficie di 60 metri quadri, completato alle prime luci del mattino di domenica 6, è stato realizzato con l’impiego di materiali vegetali misti a materiali inerti.
Al centro del quadro, perfettamente composto in ogni suo più minuto particolare, l’allegoria, ispirata al tema L’amore con radici forti non muore, nemmeno negli inverni più freddi.
Tre figure umane, un uomo, una donna, avvinti in un tenero abbraccio costituiscono il tronco di un albero, un bambino le radici. La pianta, seppur spoglia, assumendo nuova linfa, vegeta in attesa di dare nuovi frutti, simboleggiati dal cuore pulsante posto alla base dell’inserzione dei rami.
Alla realizzazione dell’infiorata, incantevole opera d’arte, ha contribuito l’associazione Borgo Antico Portici, rappresentata dal signor Antonio Lippolis.
L’allegoria è stata composta utilizzando torba e infiorescenze maschili di pino domestico.
L’acquisto dei 20 mila variopinti garofani e l’addobbo della cappellina dedicata a San Ciro, rispettivamente, sono stati sostenuti con il fattivo contribuito della Zeno Fiori re della Fiengo Ceramiche, aziende leader nei corrispondenti settori commerciali, operanti nella vicina città di Ercolano.