Leonardo da Vinci a Napoli
NAPOLI – L’Università degli Studi Federico II possiede un inestimabile patrimonio di libri antichi e manoscritti, che ha di recente incrementato con l’acquisto di un codice cinquecentesco contenente il testo apografo – ovvero copiato direttamente dall’originale – e illustrato del Trattato della Pittura di Leonardo da Vinci.
Il codice verrà presentato al pubblico venerdì 11 novembre alle 11 nell’Aula Pessina in corso Umberto Idal Rettore Gaetano Manfredi, dal Prorettore Arturo De Vivo, da Roberto Delle Donne, presidente del Centro di Ateneo per le Biblioteche Roberto Pettorino, da Alfredo Buccaro, direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca sull’Iconografia della Città Europea e noto esperto leonardiano, da Matteo Angelo Palumbo, raffinato interprete della tradizione letteraria e culturale italiana ed europea.
Interverrà Carlo Vecce, professore di Letteratura Italiana presso l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale, e sarà proiettato un videointervento di Carlo Pedretti, storico dell’arte tra i maggiori studiosi italiani dell’opera vinciana.
Il manoscritto sarà reso liberamente consultabile in formato digitale sulla piattaforma eCo, approntata dal Centro di Ateneo per le Biblioteche Roberto Pettorino per ospitare le collezioni digitali di Ateneo.
Il legame più sorprendente, che collega la Sindone di Torino con le opere di Leonardo da Vinci, è nella somiglianza del volto contenuto nell’immagine della ferita al costato della Sindone, con il volto urlante del guerriero centrale della Battaglia di Anghiari di Leonardo realizzata a Firenze a Palazzo Vecchio nel Salone dei Cinquecento. Capolavoro conosciuto tramite riproduzioni e copie. Sebbene l’immagine della ferita al costato sembri sempre leggermente differente nelle varie riproduzioni fotografiche, un po’ come l’Autoritratto di Leonardo, anch’esso custodito a Torino. Riprodotta, includendo anche parte dello spazio alla sua destra e sinistra, mostra caratteristiche comuni con il guerriero centrale con il berretto rosso ripreso ad esempio dalla Tavola Doria che riproduce della Battaglia, la Lotta per lo stendardo. Naso pronunciato, bocca spalancata, il labbro superiore quasi attaccato al naso. Il legame non sarebbe solo di tipo figurativo, (la somiglianza dei due volti), ma anche di tipo funzionale. Giacché la ferita al costato a Gesù fu procurata da una lancia da parte di un soldato (Giovanni 10,34). Mentre nella Battaglia di Anghiari, la Lotta per lo stendardo verte attorno al possesso di una lancia. Inoltre mentre nel violento furore parossistico della Battaglia di Leonardo assistiamo al mutarsi degli uomini in cavalli e viceversa. La Sindone invece indicherebbe la trasfigurazione gloriosa di Gesù. Ma i geni hanno un volto somigliante, un intelligenza simile e producono opere analoghe. Gesù volto e modello archetipo del genio. L’immagine della ferita al costato è la “prova” della presenza attuale della Battaglia di Anghiari, dietro gli affreschi del Vasari a Firenze. Mentre nella Gioconda secondo Mario Alinei abbiamo il ritratto di una donna morta come se fosse viva, nella Sindone abbiamo l’autoritratto o il ritratto di un Uomo vivo come morto. Cfr. ebook/kindle. La Sindone di Torino e le opere di Leonardo da Vinci: analisi iconografica comparata.