Le Quattro Giornate di Napoli
1943, la prima rivolta popolare contro gli occupanti tedeschi fu fatta dai napoletani che in Quattro Giornate infuocate riuscirono a cacciarli
di Antonio Vitale
CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Ne’Auditorium del MANN in occasione dell’ Ottantesimo anniversario delle Quattro Giornate di Napoli lo scorso 29 settembre si é tenuta la presentazione del libro di Ciro Raia Le quattro giornate di Napoli (quasi un diario), Guida Editori.
Il dibattito è stato introdotto e moderato da Sara Cucciolito, presidente di Anpi-Capodimonte
Olre l’autore, alla presentazione erano presenti Paolo Giulierini, direttore del MANN, Antonella Orefice, storica e scrittrice, Gianfranco Pagliarulo, presidente dell’ANPI | Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, e Rosa Chiaese. Collaboratrice dello scomparso Gennaro Morgese, fotografo ufficiale del MANN.
LoSpeakersCorner ha avuto un interessante colloquio con la fotografa Rosa Chiaese.
Signora Chiaese, ci racconta la sua esperienza di collaboratrice con Morgese?
Conobbi Gennaro Morgese il 30 settembre del 2013, al Maschio Angioino, ad una sua mostra fotografica. tramite una amica comune.
Anche in quella occasione l’evento era sulle Quattro Giornate di Napoli e, in particolare, sulla mamma di Morgese, Maddalena Cerasuolo, detta Lenuccia di vico Neve.
Maddalena Cerasuolo fu definita l’ eroina delle Quattro Giornate di Napoli e decorata al Valor Militare con medaglia di bronzo come unica donna partigiana. Inoltre, l’ex ponte della Sanità dal 2012 è stato intitolato con il suo nome, come volle l’allora sindaca di Napoli Rosa Russo Jervolino.
Da quel giorno sono sempre stata a fianco di Gennaro nel senso istituzionale con l’Anpi provinciale di Napoli, laddove sono iscritta sin dal 2013.
Con Gennaro ho fatto 2 mostre fotografiche in collaborazione con l’Associazione Maddalena Cerasuolo.
La prima fu Hercules, dedicata alla guerra combattuta nelle le Quattro Giornate. In esposizione al MANN dal settembre 2018 al gennaio 2019 sul settantacinquesimo anniversario di quello storico evento.
In quell’occasione, avemmo un riconoscimento dal fu Antonio Amoretti, l’ultimo partigiano delle Quattro Giornate di Napoli, e dal direttore Paolo Giulierini.
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