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Le forme dell’amore

12 storie di dodici ragazzi che ogni giorno vedono il mare fuori, sperando di scorgere l’amore in tutte le sue forme

L’IPM (Istituto di Pena Minorile) di Nisida ospita ragazzi dai 14 ai 21 anni che sbagliano. C’è chi sbaglia senza volerlo, chi sbaglia con premeditazione e chi pensa che lo sbaglio sia farsi beccare e non quello di commettere il crimine.  Quando si è adolescenti il confine tra bene e male è spesso labile, un sottile filo su cui si vuole camminare per mettersi alla prova e soddisfare i propri sogni, senza paura o senza mostrare di averla. 

Nisida è una piccola isola appartenente all’Arcipelago Flegreo. Amministrativamente fa parte del quartiere di Napoli Bagnoli. L’isola purtroppo non è accessibile o visitabile né dal mare né da terra. Lo si può fare solo periodicamente con visite guidate organizzate da associazioni culturali, che conducono in un viaggio nella storia e nei tesori della natura. 

L’Istituto si affaccia su una vegetazione rigogliosa e sul mare, un panorama stupendo. Ferisce che quella stupefacente bellezza nasconda tanto, troppo dolore di giovani vite. Lo sciabordio delle onde, le vele delle barche, i gabbiani sospesi nel vento per quei ragazzi sono spesso l’unico appiglio al quale aggrapparsi e sperare in una vita migliore, in cerca di quell’amore che non hanno ricevuto o che non sanno ancora donare, al quale ancora faticano a dare nome e forma. Ma … c’è molto più del mare, là fuori.

Il romanzo di Angela Lombardo Le forme dell’amore, edizioni Solferino, è tratto dalla serie Tv Mare Fuori.  In 12 capitoli racconta le storie di dodici ragazzi. 

Le forme dell’amore, infatti, sono infinite, e non bisogna mai smettere di cercare quella che rende più felici. 

Le storie che si consumano dentro le mura del carcere sono cominciate fuori molto prima, a volte in famiglie crepate più di certe case dei vicoli di Napoli, altre in famiglie eleganti di città lontane dove chi sbaglia è escluso per sempre. 

Storie uniche e intrecciate, raccontate da voci molto diverse che urlano per disperazione e sognano di avere dalla vita un’altra possibilità. 

Storie che uniscono e dividono, storie di giovani e adulti legati da un destino in cerca di riscatto, perché quando un minorenne finisce in carcere c’è spesso un adulto che non ha saputo ascoltare, che non ha saputo capire, che non ha saputo abbracciare l’anima fragile che gli chiedeva aiuto.

“Dentro” i ragazzi sono seguiti molto bene da operatori e volontari, in primis il direttore della Casa di correzione dottor Gianluca Guida. Sono attivi corsi di Pallavolo, Calcio e Pallacanestro. Hanno a disposizione una biblioteca e seguono regolari corsi scolastici

Imparano un mestiere, negli appositi laboratori di ceramica, ad esempio, o come operatori edili, in modo di dar loro di cercare una strada lavorativa, che rappresenti una possibilità in più per non cadere nella rete della malavita.

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