Cultura

Le biografie: Orazio de Attellis

di Michele Di Iorio

Orazio de Attellis, un figura di combattente dello scacchiere militare e politico poco conosciuta vissuta a cavallo tra ‘700 e ‘800, nacque nel feudo paterno di Ripamolisani, Campobasso, il 22 ottobre 1774.

Studiò al collegio dei padri somaschi del capoluogo molisano, e poi frequentò il Liceo classico Real Ferdinandeo di Napoli.

Aveva un carattere piuttosto insofferente alla disciplina, e nel 1779 giovanissimo prestò servizio militare arruolandosi con il fratello maggiore nel Real Esercito spagnolo. Nel 1792 fece parte come volontario nel Reggimento borbonico reale e quattro anni dopo ebbe la promozione a tenente.

Continuando ad essere irrequieto e ribelle nonostante il passare degli anni, nel 1793 disertò per raggiungere la Francia repubblicana. Tornato in Italia a fare propaganda, fu arrestato a Firenze nel 1799, e di lì a poco venne liberato dalle truppe francesi che erano entrati in città.

Fu dunque nominato capitano del Battaglione Toscano appena costituito dal governo provvisorio francese e raggiunse la Repubblica Partenopea.

Quando il cardinale Ruffo con l’armata dei Sandefisti arrivò alle porte di Napoli Orazio de Attellis dovette fuggire con il ministro Manthoné. Riparò a Cassino per poi recarsi a dar man forte alla Repubblica Romana ma di fronte all’avanzata delle truppe lealiste dovette riparare in Toscana e quindi in Francia dove si arruolò nel Real esercito d’Etruria. dove nel 1802 divenne capitano a servizio del re di Etruria, il filofrancese, Ludovico I di Borbone-Parma.

Qundi nel 1805 si trasferì a Milano dove nel dicembre fondò la Gazzetta economicopolitica del Mondo.

L’anno successivo rientrò a Napoli al servizio di Giuseppe Bonaparte e fu nominato primo tenente della Reale gendarmeria di napoli, aiutante di campo del generale François-Augustin Reynier nella campagna di Calabria contro i briganti filoborbonici, dove assurse al grado di capitano di gendarmeria. Murat per premiarlo lo nominò marchese e dopo divenne capitano dei gendarmi murattiani a L’Aquila.

La personalità irrequieta di Orazio de Attellis sembrava ritrovarsi a proprio agio nella politica bonapartiana, di cui condivideva ideali libertari e volontà di azione . Nel 1812 fu capitano del reggimento delle Guardie d’Onore di Murat in Russia, dove ebbe il privilegio di scortare l’imperatore Napoleone da Mosca a Vilna. Con i francesi la sua carriera continuò a progredire: divenne colonnello e Aiutante generale, nonché Cavaliere dell’Ordine Equestre Napoletano murattiano e venne persino insignito della Legion d’Onore dallo stesso Napoleone.

Rientrato a Napoli nel 1813, de Attellis fu nominato colonnello di Stato Maggiore e Aiutante generale della Real gendarmeria.

L’anno seguente fondò nella capitale partenopea la Gran Loggia madre massonica di rito scozzese. Divenne quindi Gran Maestro aggiunto del rito di Cagliostro e dei tre fratelli francesi Bédarride insieme con il Gran Maestro di Napoli, il barone Lorenzo de Montemayor. Fece poi parte della Gran vendita dei carbonari simpatizzanti della Costituzione siciliana.

Nel 1815 plaudì al ritorno dei Borbone dalla Sicilia, confidando nella concessione della Costituzione, della libertà di stampa e delle riforme sociali. Tre anni dopo fu promosso generale di Brigata del Regio Corpo della gendarmeria e Commendatore del Reale Ordine Costantiniano di San Giorgio. Nel 1820 riorganizzò la massoneria.

Nonostante tutto rimase deluso dalla politica borbonica e quindi ostile al governo costituzionale, e nel marzo 1821 partì per Barcellona. Denunciato dalla polizia duosiciliana, dovette abbandonare anche la Spagna e s’imbarcò per New York nel 1824.

Tentò poi di stabilirsi in Messico nel 1832 ma fu espulso e riparò a New Orleans in USA ove nel 1843 pubblicò un libro sulla storia delle rivoluzioni italiane tra il 1820 e 1821, della Repubblica Napoletana del 1799, esaltandone il valore bellico e patriottico e gli illustri scrittori e filosofi della Napoli antica. Ebbe contatti con la comunità italiana di New York che lo ricevette con tutti gli onori. Nel luglio del 1843 venne elevato al 33esimo grado del rito massonico scozzese e Gran Maestro e Gran Commendatore per gli USA, con il nome iniziatico di Maestro Setteali.

Nel 1846 asserì per iscritto il suo favore all’idea di una federazione di stati italiana, auspicando che fosse governata non dai Savoia ma da re Ferdinando II di Borbone. Infatti, tornato in Europa, de Attellis il 10 maggio 1848 da Marsiglia inviò una lettera al sovrano del Regno delle Due Sicilie offrendogli la sua spada al servizio dell’Italia unita  come suo ufficiale per combattere gli austriaci in Lombardia. Non avendo risposta organizzò una compagnia militare di esuli italiani per andare a combattere l’Austria. Si stabilì a Livorno dove era stata instaurata una repubblica provvisoria rivoluzionaria.

Il 27 aprile 1849 sbarcò a Civitavecchia, e sollecitò il governo provvisorio rivoluzionario di Roma perché lo inviassero combattere contro gli austriaci, ma non ebbe riscontro.

Deluso ancora una volta ma sempre ansioso di entrare in azione e gettarsi nella mischia, si preparò a rientrare in America, ma morì nel suo letto d’albergo il 10 gennaio del 1850 per febbre malarica, dove la sua anima inquieta e ribelle trovò finalmente pace.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *