L’antica arte del tappeto di fiori
Conservare e tutelare l’antica arte del tappeto di fiori, di promuoverne, diffonderne la conoscenza e di tramandarla alle future generazioni
di Stanislao Scognamiglio
PORTICI | CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Dopo la mirabile esecuzione dell’Infiorata in via Michelangelo Naldi, tradizionale tributo al Santo patrono San Ciro realizzato lo scorso 5 maggio, il provetto gruppo Infioratori Cappella San Ciro, ha avviato la concreta realizzazione del progetto Omaggio al Santo.
Spinto dall’irrefrenabile desiderio di conservare e tutelare l’antica arte del tappeto di fiori o infiorata che dir si voglia, di promuoverne, diffonderne la conoscenza e di tramandarla alle future generazioni, il vulcanico Maestro infioratore Angelo Di Napoli, indiscusso leader dello storico gruppo, ha espresso la sua idea progettuale: realizzare un variopinto quadro fiorito nella ricorrenza della festività liturgica del nume titolare del sacro luogo della Parrocchia di Sant’Antonio di Padova in via dell’Università.
Confortato dalla più che soddisfacente risposta avuta con lo sperimentale allestimento nella chiesa parrocchiale, retta dai Frati Minori Conventuali, il Maestro ha quindi messo in pratica la sua idea.
In primis ha prospettato l’iniziativa a fra Nehemiasz Burzynsky, Parroco della chiesa di San Pasquale Baylon al Granatello in uno con il confratello, fra Domenico Capasso, Padre Guardiano del contiguo convento di San Pietro d’Alcantara.
Avuta l’entusiastica adesione di entrambi i Frati, dal tardo pomeriggio dello scorso 12 maggio, con il suo agguerritissimo seguito ha composto l’omaggio al Santo patrono delle opere eucaristiche e dei congressi eucaristici.
In questo corrente mese di maggio, con lo zoccolo duro del gruppo di infioratori: Angelo Di Napoli, Francesco Mondanaro, ottimizzatore del disegno prescelto; Giorgio D’Andrea; Vincenzo Parenti, decano, hanno lavorato alla composizione del mosaico in onore di:
- San Ciro: Salvatore Arciello; Ciro Alba; Ciro Di Dato; Teresa Guadagno, valente neofita; Salvatore Minichini; Gennaro Montagna; Ciro Porpora; Maurizio Scarano; Clemente Torre; i giovani: Francesco Pio e Vincenzo D’Andrea; Davide Mondanaro; le giovanissime Desiré Oliviero; Gioia e Sophia, nipoti di Vincenzo Parenti.
Così com’era speculare il disegno, partendo dai due estremi e, progressivamente convergendo anch’esse in modo simmetrico, suddivisi in due minuscole equipe hanno dato forma alle parti del disegno loro assegnate.
Inaspettato ospite, arrivato per seguire le diverse fasi di lavorazione del manufatto, il reverendo padre Rosario Petrullo, parroco della chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio – San Luigi, che in un battibaleno da curioso osservatore si è lasciato coinvolgere e rivelarsi un fine esecutore dell’arte della figura scelta.
- San Pasquale Baylon: Giovanni Giglio; Teresa Guadagno, Gennaro Montagna; Clemente Torre; i giovani: Antonio e Francesco Pio D’Andrea.
Per quest’ultima elaborazione, approntata ai piedi dell’Altare dedicato a San Giuda Taddeo, posto diametralmente di fronte a quello dedicato al Santo titolare della chiesa, nella formazione dell’ostensorio sono state impiegati gusci di noce dorato e frutti secchi di ippocastano.
Condividendone lo spirito, piace riportare alcuni dei commenti sui due manufatti espressi da alcuni visitatori:
Luca Manzo, assessore alla P.I. al Comune di Portici: Un tripudio di colori e profumi racchiusi in queste opere d’arte effimere che non hanno la pretesa di essere esposte in musei e gallerie, ma per le strade e nelle chiese, luoghi per eccellenza di aggregazione popolare, accessibili a tutti.
Un plauso a questi artisti coordinati da Angelo di Napoli che senza scopo di lucro, ma con passione e spirito di abnegazione compongono questi bellissimi mosaici che hanno come elemento primario i fiori.
Luigi D’Alessio, del gruppo TERRA Vesuviana: Come da tradizione secolare in via Naldi a Portici, si propone il tappeto floreale a terra che poi la annuale processione di San Ciro insieme, al suo seguito di fedeli, calpesterà, distruggerà, quale buon augurio. Un opera effimera di preciso e chiaro sentimento antropologico, con un interessante valore di contaminazione tra sacro e profano…un opera creativa spontanea, popolare, vivace ed allegra, non funerea, non pretenziosa, di grande impatto visivo realizzata con maestria artigianale quale omaggio carismatico da profanare in onore di San Ciro Patrono di Portici… Complimenti!!!
Rosanna Langella: Che beltà cultura e passione bravi tutti, che malinconia… Ma bellissimo comunque vederlo tramite il vostro gentile gesto di condivisione dei video e foto, parlo per chi non c’era che con il vostro atto generoso avete dato l’opportunità di esserci GRAZIE.