La Vespucci’s coming home
In occasione dell’85esimo anniversario dal suo varo e dopo una lunga sosta per i lavori di ammodernamento, la Nave Scuola della Marina Militare Italiana Amerigo Vespucci torna a spiegare le vele al vento: arriverà a Napoli fermandosi dal 27 giugno al 2 luglio.
Praticamente un ritorno a casa: venne varata il 22 febbraio 1931 a Castellammare di Stabia. Era stata costruita su progetto del tenente colonnello del Genio Navale Francesco Rotundi.
Eppure, non tutti sanno che nel giugno 1850 proprio nei cantieri di Castellammare era stata varata un’altra nave, il vascello Monarca.
All’atto dell’annessione sabauda, la flotta del Regno delle Due Sicilie aveva 120 navi da guerra e 617 bastimenti di altura mercantile, ripartiti in 22 barks per un totale di 10.413 tonnellate, 350 brigantini per un totale di 36.105 tonnellate, 124 brig-schooner – brigantino goletta – di 19.468 tonn e 9 golette di 864 tonn, tra cui il pirovascello Monarca, progettato nel 1846 dall’ingegnere navale Sabatelli.
Dopo il 1860, la flotta venne risistemata: tra le navi che non erano state distrutte, alcune vennero messe in disarmo, altre “cambiarono” identità, come il Monarca, che il 12 agosto di quell’anno divenne Re Galantuomo. L’esercito borbonico se lo ritrovò contro durante l’assedio di Gaeta.
Il glorioso pirovascello venne messo in riserva l’1 gennaio 1875.
A ben vedere, però, l’Amerigo Vespucci in effetti ricalca fedelmente il progetto del Sabatelli, sebbene la paternità dei disegni venga interamente attribuita al Rotundi…
Comunque sia, è un ritorno alle sue acque, quasi ne avesse conservato memoria.
Il motto della Vespucci è: «Non chi comincia ma chi persevera».