La tradizione scientifica della Campania e di Napoli
Inaugurata la mostra Pianeta Pandemia, un viaggio della grande tradizione scientifica tra oltre cento pannelli illustrativi all’ex Ospedale della Pace
CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Nell’ex Ospedale della Pace nella mattinata di lunedì 14 marzo è stata inaugurata la mostra Pianeta Pandemia. Storie virali di contagi e rimedi a cura del Museo delle Arti Sanitarie e Storia della Medicina di Napoli, la cui sege è ospitata nel Complesso dell’Ospedale degli Incurabili dell’ASL Napoli 1 Centro e fa parte dei musei riconosciuti della Regione Campania.
La realizzazione della mostra, in collaborazione con il Corpo militare volontario della Croce Rossa Italiana, è stata consentita grazie al supporto di Regione Campania, Comune di Napoli – Assessorato all’Istruzione e alla Famiglia, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, ASL Napoli 1 Centro, Fondazione Banco di Napoli.
Ad aprire i lavori il professor Gennaro Rispoli, direttore del MAS, che ha guidato gli ospiti nel percorso espositivo tra oltre cento pannelli sulle più note malattie infettive della storia. Tra i vari allestimenti figurano il becco riempito di erbe aromatiche che serviva a filtrare e purificare l’aria respirata dal medico della peste, il pastore con le sembianze di Giacomo Leopardi affetto da deformità toracica ed emotissi per tbc, i segni di riconoscimento dei lebbrosi quali battole, sonagli e campanacci, letti destinati ad accogliere ammalati nelle corsie ospedaliere di un tempo. In particolare, unaa sezione è dedicata allo scienziato napoletano Vincenzo Tiberio, scopritore della penicillina – ben trentacinque anni prima di Fleming – e la pratica vaccinale anti vaiolo di Edward Jenner.
Qui nasce la grande tradizione medica che poi vedrà nell’insula incurabilina la supremazia di Antonio Cardarelli e del suo allievo Giuseppe Moscati. Questo è un luogo caro e vedere questa corsia di nuovo animata è una forte emozione. Ho giurato a me stesso che avrei fatto di tutto per recuperare la storia degli antichi ospedali della città – ha sottolineato il professor Rispoli al tavolo degli interventi – Una corsia ospedaliera è qualcosa di simbolicamente forte: lega il disabile, il ferito, l’ammalato a quella che è la cultura della solidarietà. Vorremmo che tutti i ragazzi delle scuole di Napoli e della Regione Campania visitassero questa mostra perché devono acquisire notizie attraverso la scienza e non opinioni o fake news.
A prendere poi la parola Carmen Caccioppoli, curatrice della mostra insieme al professor Rispoli: La mostra vuole raccontare quanto le malattie contagiose, epidemiche e pandemiche siano strettamente correlate alla storia economica e sociale dell’umanità. E così abbiamo provato a immaginare e realizzare questo percorso che parte dalla malattia più antica, la lebbra e percorre la storia della sifilide, colera, peste, tubercolosi, malaria fino ad arrivare alle malattie emergenti più recenti: Aids, Sars, Ebola, Mers, Covid 19. Ma accanto alla storia delle grandi malattie contagiose era doveroso raccontare anche la storia dei rimedi, ovvero la storia della ricerca scientifica che ha preso le mosse fondamentalmente all’inizio dell’800.
Il vicesindaco di Napoli Maria Filippone ha ribadito: Oggi realizziamo un obiettivo particolare: riapriamo la Sala del Lazzaretto da anni chiusa, unico luogo in grado di ospitare la mostra “Pianeta Pandemia”. Questo luogo viene restituito alla città con una mostra straordinaria che deve essere aperta a tutti, in modo particolare agli studenti delle scuole, non solo napoletane. Nel dire questo auspico che questa possa diventare una mostra permanente.
Un supporto rilevante è stato offerto dal Corpo Volontario della Croce Rossa Militare Italiana che ha allestito una sezione dedicata alla storia dell’assistenza delle malattie sociali del secolo scorso: malaria, tubercolosi e la famigerata “spagnola”.
Il generale della Croce Rossa Militare Italiana Gabriele Lupini ha aggiunto: Un piacere essere qui e aver dato un contributo alla realizzazione di questa mostra che nasce dall’idea di divulgare la storia della medicina. La CRI tutta è stata per oltre 160 anni sempre in primo piano nel soccorrere e portare avanti l’opera umanitaria che si sta realizzando anche in questo periodo nell’assistenza sul nostro Paese e anche al di fuori alla gente che soffre, senza distinzione alcuna e nel principio più ampio di umanità e neutralità.
Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha dichiarato: Sono lieto di inaugurare questa mostra perché credo che per Napoli rappresenti un messaggio molto positivo. Innanzitutto perchè si recupera un luogo importante per la città: l’Ospedale della Pace e questa sala rappresentano un luogo della memoria della medicina napoletana. Qui oggi c’è una mostra che ha una grande qualità scientifica, frutto di un lavoro di tanti anni che testimonia il grande lavoro che la comunità medica napoletana ha fatto nella storia. Napoli ha dato e darà ancora tantissimo alla sanità. E in questo periodo di grande difficoltà che abbiamo vissuto insieme, Napoli è stata un esempio di gestione nella pandemia con l’impegno della Regione, col sostegno forte di tutte quelle che sono state le categorie mediche impegnate in questo grandissimo sforzo.
A concludere la giornata il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca: Questa mostra ha due filoni, il dolore umano e la scienza. Mi auguro che vengano tanti ragazzi e che avranno modo di vedere quanta sofferenza vi è stata nella storia dell’umanità. La malattia nove volte su dieci era legata alle condizioni di povertà e disagio sociale, poi è stata legata alle invasioni, alle guerre. Ma c’è stato sempre un legame tra la malattia e la povertà. E si potrà vederlo seguendo il filo di questa mostra che ha momenti di storia e di documentazione anche fotografica molto belli. È una documentazione straordinaria dell’avanzamento della scienza medica- chirurgica, della ricerca. E qui possiamo dire che la Campania e Napoli sono stati nei secoli uno dei fuochi della cultura scientifica dell’Occidente. Dobbiamo esserne consapevoli e dobbiamo rivendicare questa storia.
La mostra è patrocinata da Regione Campania, Comune di Napoli, Archivio di Stato di Napoli, Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Campania, Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli, Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri di Napoli e Provincia, ACOI (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani)
Partecipano ACOSI (Associazione culturale ospedali storici italiani), ASAS( Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria di Roma), Accademia Italiana di Storia della Farmacia.
Ingresso gratuito. Prenotazione obbligatoria al numero 081-440647 oppure 333-5718341
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www.museoartisanitarie.it