La sfida del Governo Draghi
La vera sfida del Governo Draghi sarà cambiare le procedure con riforme strutturali per incrementare l’efficienza della Pubblica Amministrazione
La sfida è di quelle imponenti e proibitive ma oramai ineludibile. Se non si definiscono procedure rapide, efficaci e snelle, se non si guarda alla burocrazia come il primo fardello del nostro Paese, i fondi europei non saranno mai spesi e perderemo un’occasione unica. L’Italia e la sua economia non possono permetterselo.
Inizia così il documento di programmazione proposto da Competere, curato da Giuseppe Arleo, Coordinatore dell’Osservatorio Next Generation di Competere.eu dedicato alle strategie di attuazione del Recovery Plan in Italia, presentato oggi dal think tank.
Sono anni che la Corte dei Conti Europea e gli studi di Banca d’Italia e dell’Istat – scrive Arleo- ci consegnano un quadro di allocazione dei fondi Ue da parte del nostro Paese davvero desolante. Non si possono protrarre politiche economiche disattente ai fondi europei, ora che si è dinanzi alla partita più importante dal secondo dopoguerra in poi e che in campo si può disporre del miglior calciatore al mondo, Mario Draghi.
L’indagine diffusa ieri da Unioncamere e dall’Agenzia per la Coesione Territoriale mette in risalto proprio il bisogno, avvertito da un’impresa su tre, di accedere ai fondi di finanziamento ma a condizione che siano più snelli e coerenti con le necessità avvertite dal mondo delle imprese intravedendo tra le criticità la poca assistenza da parte della PA nelle procedure dei bandi, le dimensioni troppo limitate dei beneficiari, la scarsa chiarezza degli Istituti di Credito, e le difficoltà operative nella prestazione di garanzie e fideiussioni auspicando, quindi, un linguaggio più semplice nei bandi, tempi certi e documentazione più snella e di immediata comprensione.
Così Arleo accende i riflettori sull’importanza di una pubblica amministrazione efficiente.
Occorre che la macchina pubblica innovi radicalmente il processo decisionale per avere una rapida ed efficace allocazione delle risorse del Recovery Fund e poter fruire di procedure di accesso e di rendicontazione dei fondi efficienti ed efficaci.
Lo ha rimarcato il Commissario europeo per l’economia Paolo Gentiloni, sottolineando come “per accelerare sul Piano l’Italia” debba “introdurre procedure straordinarie.
La peculiarità dei fondi Recovery, come ha ricordato l’ex ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, è che gli investimenti vengono anticipati per poi essere rimborsati dal fondo secondo un preciso calendario di verifiche da parte dell’Ue, che procede secondo il meccanismo “milestone” ovvero di traguardi intermedi. Pertanto, se non si effettuano investimenti nei tempi e secondo i criteri indicati, le risorse non vengono erogate, determinandosi quindi un doppio danno. Il meccanismo è totalmente diverso da quello dei fondi europei ordinari.
Nell’attesa dell’approvazione del Piano definitivo, per cui saranno determinanti il sostegno e la coesione che le forze di maggioranza sapranno assicurare all’attuale Governo, sarà bene prepararsi fin d’ora alla sfida più difficile: la fase di attuazione, dove sarà fondamentale la capacità di realizzazione degli interventi previsti, utilizzando con efficacia gli importi messi a disposizione.
Competere.eu accende poi i riflettori sull’esigenza di riforme strutturali.
È indiscutibile che, per attuare rapidamente i programmi, occorrono una serie di riforme strutturali riguardanti diversi settori. Ben venga quindi l’intenzione del Governo, unitamente alla presentazione del Piano a Bruxelles, di emanare un decreto taglia-burocrazia volto a spingere le buone e veloci prassi, necessarie già per sbloccare il primo 10% di anticipo di fondi, circa 16 miliardi di euro. A tal riguardo, è allo studio un provvedimento d’urgenza ad hoc al fine di sbloccare alcuni incagli burocratici e far capire a Bruxelles che si è invertita la rotta rispetto al passato. Senza una profonda riforma fiscale, che garantisca più equità, chiarezza, semplicità e trasparenza, dando vita a un sistema meno oppressivo per il tessuto economico, non si potrà avere una adeguata ripresa del settore imprenditoriale e, di riflesso, anche dei consumi da parte delle famiglie.
Accanto a quella del fisco, occorrerà effettuare altre riforme strutturali di primaria importanza a partire dalla giustizia. Sono necessari maggiore certezza del diritto e tempi più rapidi per il processo civile in generale, procedendo nel contempo a una revisione attenta di quello fallimentare.
Ancora, è necessaria- scrive Arleo- una rivitalizzazione della Pubblica Amministrazione, con un Piano di rafforzamento nazionale che, oltre che per una profonda sburocratizzazione, si caratterizzi per un importante ringiovanimento, a fronte di un’età media dei dipendenti pubblici tra le più alte d’Europa: 51 anni. A tal riguardo un piano di reclutamento di personale, con regole semplificate, anche e soprattutto nel settore della progettazione europea, può essere di forte aiuto affinché si lavori con professionalità formate e incisive sulla materia dei fondi Ue.”
Altro punto toccato nel policy paper è quello delle tempistiche.
Allo stesso modo sarà importante mettere mano finalmente al codice appalti, agendo sulle tempistiche. Da un lato dovranno essere più celeri, dall’altro più sicure. C’è bisogno di un rinnovamento profondo, che renda maggiormente efficaci e veloci il meccanismo delle autorizzazioni e le procedure di spesa per quanto riguarda le Regioni e gli Enti locali.
Sarà quindi fondamentale tagliare passaggi inutili ed eliminare le sovrapposizioni di competenze, assicurare tempi certi ma anche collaborazione tra i vari Ministeri ed Enti territoriali, affinché ci sia efficienza nel processo decisionale. Il sistema del Recovery implica un coordinamento tra “programmazione e attuazione”. Va tenuto presente che gli Enti territoriali, a partire dalle Regioni e Province autonome, hanno competenze esclusive assegnate dalla Costituzione in molti temi e settori interessati da Next Generation Eu, pertanto le decisioni vanno coordinate anche a livello territoriale con le Istituzioni competenti. Questa esigenza può avere anche un risvolto positivo, per la possibilità di affinare la visione investendo chi per poteri e competenze è più vicino alle problematiche territoriali. Occorre quindi una visione complessiva, comune ad ogni livello istituzionale, che orienti l’utilizzo delle risorse del Recovery, di ReactEu, dell’intera programmazione del PNRR.
Anche la messa a terra a valle, da parte di imprese ed Enti territoriali, ha bisogno di una profonda innovazione nelle procedure. Non è più sostenibile per i beneficiari dei fondi avere dei meccanismi di rendicontazione, o anche istruttorie a seguito delle istanze di incentivazione, caratterizzati da tempistiche lunghe. Vanno introdotti meccanismi semplificati rivolti ad evitare duplicazioni di informazioni, come ad esempio le autocertificazioni in sede di accesso ai fondi pubblici o anche in sede di rendicontazione. Esse, sfruttando la legislazione nazionale sulle responsabilità nelle false dichiarazioni, possono essere un valido strumento per snellire le procedure e al tempo stesso garantire il presidio di legalità sempre fondamentale e ineludibile.