La ricchezza del Palatone, re delle tavole vesuviane
SAN SEBASTIANO AL VESUVIO (NA ) – La cittadina vesuviana scende in campo per la legalità e la valorizzazione del suo prodotto di punta: il Pane di San Sebastiano al Vesuvio, eccelllenza dell’Arte della Panificazione.
È il famoso palatone – una pezzatura di ben 2 kg! – cotto nel forno a legna, conosciuto anche come pane a 8 giorni, semplicemente fatto con farina, acqua, sale, lievito madre e l’arte dei panificatori della zona che lo trasformano in una vera prelibatezza.
Il percorso per ottenere il riconoscimento UNESCO, partito con una raccolta di firme e valorizzato dai tre giorni della Festa del Pane dello scorso maggio, prosegue con la realizzione della Cittadella del Pane in un bene confiscato alla camorra, progetto ammesso al finanziamento per un milione e 500mila euro del FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale).
Con la Cittadella del Pane non solo si vuole valorizzare un’eccellenza del territorio, ma avviare i giovani a percorsi di formazione nell’arte della panificazione e sviluppare itinerari artigianali ed enogastronomici per far conoscere il prodotto anche al di fuori dell’Italia. La scelta della villa in disuso è emblematica: offre ai giovani del territorio un futuro attraverso un’arte che rischiava di scomparire.
La struttura in viale degli Ulivi confiscata al clan Vollaro è circondata da un appezzamento di terreno e si sviluppa su quattro livelli: una volta ristrutturata, includerà laboratori per la panificazione, aule per l’insegnamento, sale convegni dove verranno ospitati incontri formativi e culturali sul cibo, aree museali ed espositive per la degustazione, uno sportello per l’orientamento agli studi e al lavoro, e naturalmente il Museo del Pane.
Il sindaco Salvatore Sannino ha dichirato con soddisfazione: «Un bene confiscato viene restituito alla cittadinanza e vedrà giovani panificatori impegnati a formarsi e a valorizzare e a far conoscere il nostro prodotto».
Così ha commentato Assia Filosa, assessore comunale alla Cultura e alle Politiche Giovanili: «La Cittadella del Pane e della Legalità rappresenta una straordinaria opportunità:il recupero di questo bene confiscato alla criminalità organizzata rappresenta occasione di sviluppo per il nostro territorio che parte dalla valorizzazione del nostro pane, già inserito nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali. Puntiamo alla realizzazione di una struttura polifunzionale all’avanguardia che accompagni nella legalità le giovani generazioni all’ imprenditorialità».
Una vera e propria scuola di formazione per panificatori, dunque, che ha molteplici obiettivi: recuperare un bene in disuso del patrimonio comunale, coinvolgere quanti più giovani è possibile e naturlamente valorizzare il Pane di San Sebastiano al Vesuvio, che già ha ottenuto la certificazione P.A.T. (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) della Regione Campania.
Il Pane di San Sebastiano al Vesuvio è stato anche presentato al Salone del Gusto di Torino, ed è al centro dell’iniziativa HapPANEss, la cui seconda edizione è prevista nel mese di marzo. La tutela del pane e del suo indotto vuole non solo preservare l’antica arte dei panificatori della zona ma anche sottrarre alla criminalità una importante fetta di mercato. Nello stesso tempo la valorizzazione del prodotto darà la possibilità di proporre itinerari enogastronomici che richiamino il Turismo.
Il consigliere regionale Borrelli ha dichiarato che in pratica si vuole «… incentivare la produzione di grano nei terreni incolti che saranno assegnati dalla regione gratuitamente ai giovani campani. Le imprese aderenti all’Unipan e alcuni grossi produttori di farina sono pronti a impegnarsi con protocolli e atti concreti ad acquistare il grano prodotto in quei terreni, pagandolo anche in anticipo. In questo modo i giovani che si avvicineranno all’agricoltura avranno anche una liquidità immediata da poter investire».