La pizza, il marchio di Napoli nel mondo
di FRANCESCO DE CRESCENZO
A chi non è capitato, almeno una volta, di mangiare la pizza, pietanza che esprime e rappresenta la napoletanità nel mondo? Già all’impatto visivo e olfattivo ci si trova davanti ad un cibo che ci inebria con il suo profumo invitante e i suoi colori. Per non parlare poi del sapore … ‘Na vera squisitezza!
La pizza è diventata un po’ il simbolo delle eccellenze napoletane e campane nel mondo: un pezzo di pizza è un pezzo di Napoli.
Però anche questa pietanza antesignana dello street food, così come altre eccellenze della tradizione enogastronomica campana ha origini così antiche da perdersi nella notte dei tempi.
Sembra che i greci fondatori di Napoli e quindi nostri progenitori preparassero un tipo di pane appiattito di forma tonda, utilizzato come piatto per porvi le pietanze o come tagliere, tant’è che il poeta latino Virgilio vi fa riferimento nell’Eneide. Addirittura sembra che durante una carestia i greci mangiassero anche quelli che erano una sorta di piatto monouso. Da qui il detto: «Ha mangiato anche il piatto per la fame».
Sua Maestà la Pizza, così com’è oggi, cominciò a prendere forma e colore intorno al 1734 con la pizza marinara, mente la celeberrima margherita nacque tra la fine del 1700 e gli inizi del 1800. La sua diffusione crebbe dopo il 1860, quando all’indomani dell’unità d’Italia molti meridionali furono costretti ad emigrare in America e in altri continenti.
Sebbene quasi tutti, anche se non in modo ufficiale, riconoscano la pizza come piatto napoletano, c’è però chi, specie negli ultimi decenni, vorrebbe accaparrarsene la paternità.
Il governo italiano ha fatto poco o niente per impedire questa ingiustizia. I malpensanti – come chi scrive – potrebbero ipotizzare che lo scarso impegno del governo sia dovuto proprio al fatto che si tratta di un piatto partenopeo … Ma sicuramente le ragioni sono altre, anche se gli attacchi più feroci alla pizza napoletana sono arrivati proprio dall’Italia.
Nel 2013 la nota guida enogastronomica Il gambero rosso assegnò ad una pizzeria veronese il riconoscimento di ben “tre gamberi”, decretando quindi che la pizza più buona d’Italia non era quella fatta a Napoli.
Seguirono ovviamente le giuste rimostranze da parte dei pizzaioli napoletani, ma non servirono ad impedire alla Rai di realizzare un servizio che mise ancora di più in cattiva luce la nostra pizza. Difatti durante la puntata del 05/10/2014 di Report, programma trasmesso in prima serata da Rai3, ci fu un vero linciaggio mediatico: la pietanza venne addirittura definita cancerogena. Sono fatti recenti, ancora nella memoria di molti e di cui si può ancora reperire in rete la puntata integrale, per questo non ci soffermiamo più di tanto sull’argomento.
Per fortuna, però, laddove il governo italiano ha peccato sono intervenute associazioni e politici nostrani con una campagna atta a far sì che la pizza diventi Patrimonio dell’Umanità, affinché venga ufficialmente riconosciuta come prodotto gastronomico più consumato nel mondo e marchio del Made in Naples.