La pastasciutta dei fratelli Cervi
Dal tragico evento della fucilazione dei sette fratelli Cervi, nasce un momento di impegno sociale per tutto il Paese, soprattutto per il Sud
di Stanislao Scognamiglio
PORTICI | CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI –Al Viale Gian Lorenzo Bernini giovedì 25 luglio dalle ore 18.30 alle 20, avrà luogo l’incontro Pastasciutta antifascista.
Una manifestazione, organizzata dalla Rete associativa “Verso il 25 aprile” Portici, per festeggiare in libertà la ricorrenza dell’81esimo anniversario della caduta del fascismo.
Al rinnovarsi dell’evento, che si svolgerà secondo il seguente programma orario, interverranno:
- 18.30 – la professoressa Marcella Raiola, portavoce na-zionale dei Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata, che esporrà il tema No alla Autonomia Differenziata
- 19.45 – l’attrice napoletana Gabriella Piccino
- 19 – lo scrittore Tonino Scala a cui sarà affidato il racconto di La storia della Pastasciutta antifascista di casa Cervi
- 19.15 – chiusura dell’incontro con un assaggio di pasta e un brindisi finale per festeggiare insieme 1’anniversario della caduta del regime fascista e i valori della Resistenza.
L’edizione 2024 di … Pastasciutta Antifascista sarà anche portatrice dell’iniziativa politica più urgente, ovvero la raccolta delle firme per il Referendum abrogativo contro la legge Calderoli sull’Autonomia differenziata, formula che unisce tante e diverse forze culturali e politiche nell’unica casa dell’antifascismo e della difesa dello stato democratico.
Nel corso della manifestazione, quindi, sarà possibile firmare gli appositi moduli predisposti del comitato promotore in tutta Italia.
Questa la storia della Pastasciutta antifascista. Nella notte tra il 24 e il 25 luglio del 1943, il Gran Consiglio del Fascismo approvava l’ordine del giorno proposto dal gerarca Dino Grandi, con il quale esautorava il duce Benito Mussolini dalle funzioni di capo del governo del Regno d’Italia. Di lì a poche ore dopo, su ordine del re Vittorio Emanuele III, l’ex duce fu fatto arrestare e imprigionare.
Il 25 luglio segnava dunque la data della fine del fascismo come forma istituzionale e regime legittimo. Non è, tuttavia, la fine del fascismo tout court, che di lì a poche settimane si riproporrà in una nuova veste con la Repubblica Sociale Italiana, al cui vertice sarà lo stesso Benito Mussolini.
Alla notizia della caduta del Fascismo e dell’arresto del duce fu grande festa in tutto il Paese. Una gioia spontanea di molti italiani che speravano nella fine della guerra, nella morte della dittatura. Dopo 21 anni di dittatura fascista; finalmente arrivato un momento di pace, tanta era la voglia di festeggiare. A Campegine, la famiglia Cervi, insieme ad altre famiglie del paese, si procurarono la farina, presero a credito burro e formaggio dal caseificio e prepararono quintali di pastasciutta, “con burro e formaggio” bianca, ovviamente.
Caricarono il carro, portarono la pastasciutta nei bidoni per il latte nella piazza del loro paese e iniziarono a distribuirla alla gente riunitasi attorno al carro. Tutti in fila attesero per avere un piatto di quei maccheroni conditi solo con burro e formaggio che, in tempo di guerra e di razionamenti, erano prima di tutto un pasto di lusso.
Fu una festa in piena regola, un giorno di gioia in mezzo alle preoccupazioni per la guerra ancora in corso, un pasto assai gradito in quegli anni di restrizioni a causa della guerra, ed anche un gesto in spregio al fascismo.
La pasta era diventata … un piccolo, silenzioso e quotidiano gesto di resistenza nei confronti del regime, la cui propaganda si scagliava contro la pasta che rammolliva lo spirito, dava sonnolenza e portava al neutralismo. Al duce, infatti, non piaceva la pasta e il Manifesto della Cucina Futurista la ripudiava, in quanto “cibo vecchio”, di una tradizione superata e da abrogare. Quando poi a settembre iniziò la Resistenza, i Cervi vi aderirono con responsabilità ed entusiasmo.
A novembre durante un rastrellamento, furono tutti arrestati. Il 28 dicembre i sette fratelli Cervi furono fucilati dai fascisti. Da questa tragica storia è nata la consuetudine delle “pastasciutte antifasciste”, che si organizzano un po’ in tutta Italia il 25 luglio.
Per ricordare quell’evento, per rivivere quel clima di gioia, grazie all’iniziativa del Museo Cervi, si è formata a poco a poco in Italia una “rete delle pastasciutte antifasciste”: in centinaia di piazze, si propone di vivere un momento di convivialità per ricordare quella giornata e per riaffermare il rifiuto della ideologia e della cultura fascista, contro ogni forma di razzismo e di discriminazione.