La Macchia mediterranea
di Stanislao Scognamiglio
Con l’espressione Macchia mediterranea viene genericamente individuato l’ecosistema costituito dalla vegetazione litoranea sempreverde tipica delle aree a clima temperato,con estati calde e secche e inverni tiepidi e piovosi.
La Macchia, ampiamente diffusa lungo vaste zone delle regioni costiere del Mediterraneo, ha un’uniforme fisionomia, caratterizzata dalla presenza di specie vegetali con foglie persistenti poco ampie, coriacee e lucide, di medie e basse dimensioni.
La Macchia non è una formazione vegetale primaria, ma è una derivata della degradazione della antica foresta sempreverde mediterranea d’alto fusto (leccio, quercia da sughero, pino), di cui spesso costituisce il sottobosco, in seguito alla sua distruzione naturale o al diradamento operato dall’uomo.
A seconda delle condizioni, sia fisico-chimiche che climatiche locali, nei diversi settori la Macchia può essere più o meno fitta e rigogliosa con predominio di specie vegetali differenti. Essa si presenta particolarmente sviluppata nei settori a suolo prevalentemente siliceo, profondo e fresco.
A seconda che si presenti più o meno compatta e fitta, la tipica formazione vegetale, viene detta densa o rada.
Le condizioni ambientali fanno sì che la vegetazione della Macchia possa raggiungere il suo massimo sviluppo.
Pertanto, in base al suo sviluppo possiamo distinguere una Macchia:
- alta, composta da uno strato arboreo, uno arbustivo e un sottobosco
- media, strato di cespugli e un sottobosco erbaceo
- bassa che, rispettivamente, presentano uno, oppure solo uno strato erbaceo
Considerando, invece, l’altezza media delle piante arbustive, arboree, suffrutici, lianose ed erbacee, che è molto varia, possiamo identificare una Macchia:
- bassa, costituita da suffrutici e arbusti che vanno dai 50 centimetri a 1 metro
- alta, formata da arbusti che raggiungono i 2 – 3 metri
- foresta, composta da arbusti alberi formi che arrivano anche ai 5 metri.
La prolungata siccità, l’intenso sfruttamento per il pascolo, gli incendi, spesso accidentalmente o volontariamente provocati dall’uomo, ma anche di origine naturale (fenomeni di autocombustione, favoriti dalla scarsa umidità atmosferica) costituiscono i principali fattori che favoriscono l’evoluzione della Macchia.
La vegetazione della Macchia mediterranea è rappresentata da :
Specie arboree
Alloro (Laurus nobilis); Carrubo (Ceratonia siliqua); Cerro (Quercus cerris); Leccio (Quercus ilex); Pero mandorlino (Pyrus amygdaliformis); Pino da pinoli (Pinus pinea); Pino d’Aleppo (Pinus halepensis); Pino marittimo (Pinus pinaster); Roverella (Quercus pubescens); Quercia da sughero (Quercus suber); Quercia spinosa (Quercus calliprinos).
Specie arbustive
Agnocasto (Vitex agnus castus); Alaterno, Legno puzzo (Rhamnus alaternus); Biancospino comune (Crataegus monogyna); Cappero (Capparis spinosa); Caprifoglio mediterraneo (Lonicera implexa); Cisto femmina (Cistus salviifolius); Cisto marino, Cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis); Cisto villoso (Cistus incanus); Corbezzolo (Arbutus unedo); Erba medica arborea (Medicago arborea); Erica arborea (Erica arborea); Euforbia arborea (Euphorbia dendroides); Ginepro licio (Juniperus phoenicea); Ginepro ossicedro, Ginepro rosso (Juniperus oxycedrus); Ginestra dei Carbonai (Cytisus scoparius); Ginestra comune, Ginestra odorosa (Spartium junceum); Ginestra spinosa (Calicotome spinosa); Ilatro sottile (Phillyrea angustifolia); Ilatro comune, Fillirea, Olivastro (Phillyrea latifolia); Lauro-tino, Lentaggine (Viburnum tinus); Lavanda selvatica, Steca (Lavandula stoechas); Lentischio, Lentisco (Pistacia lentiscus); Mimosa (Acacia dealbata); Mirto (Myrtus communis); Oleandro (Nerium oleander); Olivastro, Oleastro, Olivo selvatico (Olea europaea var. sylvestris); Orniello (Fraxinus ornus); Palma di San Pietro, Palma nana (Chamaerops humilis); Pungitopo, Rusco (Ruscus aculeatus); Rosa San Giovanni (Rosa sempervirens); Ramerino, Rosmarino (Rosmarinus officinalis); Salsapariglia nostrana, Stracciabrache (Smilax aspera); Sambuco (Sambucus nigra); Santoreggia (Santureja hortensis); Sparzio villoso (Calicotome villosa); Tamerice comune, Cipressina, Scopa marina (Tamarix gallica); Timo (Thymus vulgaris); Timo capocchiuto, Timbra (Thymus capitatus); Viburno (Viburnum utile).
Specie erbacee
Asfodelo (Asphodelus microcarpus); Asparago (Asparagus officinalis); Barba di becco violetto (Tragopogon porrifolius); Cardo dei lanaioli (Dipsacus follum); Carota Selvatica (Dacus Carota); Elicriso (Helichrysum italicum); Erba cipollina (Allium schoenoprasum); Erba luigia, Cedronella (Lippia triphylla); Finocchio comune (Foeniculum vulgare); Maggiorana (Origanum majorana); Menta piperita (Mentha piperita); Papavero Selvatico (Papavero Rhoeas); Salvia (Salvia officinalis); Senape (Sinapis arvensis); Viola del Pensiero spontanea (Viola Tricolor).
Tantissime delle specie elencate sono regolarmente coltivate presso i 13 vivai forestali per la produzione di piante necessarie ai rimboschimenti, alle ricostituzioni e/o ai rinfoltimenti dei boschi e delle foreste distrutti da eventi calamitosi.