La Grotta di Eolo
Caserta, la Reggia più grande del mondo riserva ancora sorprese tra le sue tante bellezze e particolarità: La Fontana di Eolo
L’illuminato sovrano Carlo di Borbone nel 1750 volle la costruzione della Reggia di Caserta. Opulenta e magnifica, fu progettata da Luigi Vanvitelli.
L’edificazione della residenza reale iniziò nel 1752, ma, sebbene fosse già abitata dal 1780, per una serie di vicende venne portata interamente a compimento da vari architetti e giardinieri – tra cui Carlo Vanvitelli, figlio di Luigi – solo nel 1850.
Il Parco si estende su un’area di 47mila m², oltre quella del palazzo, che ha 1.742 finestre e 1.200 stanze: è perciò la residenza reale più grande del mondo, più quella di Versailles.
Il successore di Carlo, Ferdinando IV si recava spesso alla Reggia di Caserta per cacciare, anche se il Palazzo Reale di Portici rimaneva il suo preferito.
Opulento il Palazzo, ma il Parco Reale presenta giardini una vegetazione varia e lussureggiante, e una serie di vasche e fontane alimentate dall’Acquedotto Carolino: la Fontana Margherita, la Vasca e Fontana dei Delfini, la Vasca e Fontana di Cerere, la fontana di Diana e Atteone sovrastata dalla Grande Cascata, la Vasca e Fontana di Eolo.
Quest’ultima meraviglia ha regalato un’ultima sorpresa: è stata rinvenuta una grotta sotterranea nascosta da vegetazione spontanea.
Chiusa da un cancello, era una sorta di deposito dove erano conservati elementi non utilizzati. Al suo interno, infatti, sono stari trovati circa 300 reperti marmorei: stemmi, fregi, capitelli, foglie d’acanto e parti di statue.
La Fontana di Eolo rimase incompiuta: «Realizzata in marmo di Montegrande proveniente dalla località Caiazzo, è costituita da un’esedra in cui si aprono numerose cavità, dimora dei venti. Ispirata all’episodio dell’Eneide in cui Giunone chiede l’intervento di Eolo per allontanare Enea dall’Italia, non fu mai terminata. Infatti mancano ancora la statua di Eolo e quella di Giunone, che doveva essere posta su un carro trainato da pavoni. Giunone e due pavoni si trovano attualmente collocati all’ingresso degli uffici della Soprintendenza. Alla fontana lavorarono gli scultori: Angelo Brunelli, Gaetano Salomone, Andrea Violani, Paolo Persico e Pietro Solari.»
Prossimamente, dopo la necessaria ristrutturazione e messa in sicurezza, la grotta sarà aperta al pubblico.