La Gaiola? Non è vero, ma ci credo …
di Michele Di Iorio
Nel suggestivo specchio di mare di Posillipo, a 30 metri dalla spiaggia si trova l’isolotto di La Gaiola, che deve il suo nome alle tante cavità naturali (in tardo latino caviola, da cavea) che si trovano in questo tratto di costa che va da dalla spiaggia di Trentaremi a Marechiaro. Originariamente era legato al litorale da una striscia di terra.
La simbologia della caverna, cuore della terra, è presente in tutte le tradizioni arcaiche, ricettacolo delle energie lunari. Quindi pare che sia stata la stessa Natura a ammantare questo bellissimo luogo di un’atmosfera magica e di misteri tenebrosi.
La Gaiola ha però ha una fama sinistra. Prima di sapere perché, è necessario tenere conto di alcuni fatti. Ecco un po’ di storia.
Nell’anno 474 a.C. i greci provenienti dalle isole maggiori del golfo approdarono a la Gaiola e vi eressero un tempio a Venere Euplea, protettrice dei naviganti.
Pare che vi praticassero riti misterici lunari affini a quelli eleusini misti al culto segreto dei sirenei, uomini e donne che sembra vestissero una sorta di tute subacquee fatte con la pelle di creature marine. Questi misteriosi adepti non potevano avere rapporti sessuali, vivevano in mare ed avevano il divieto di abitare sull’isoletta.
Di fronte all’isolotto sorge la Villa Romana del cavaliere equestre Publio Vedio Pollione, nato in una famiglia di liberti. Pollione, che la fece costruire negli anni 20 dell’ultimo secolo a.C., allevava murene: la leggenda vuole che punisse i suoi schiavi dandoli in pasto a questo pesce. La sua grande villa comprendeva il Teatro Romano di oltre 1500 posti, un odeon coperto per piccole rappresentazioni, un ninfeo e un complesso termale. Si dice che Virgilio avesse letto qui i versi dell’Eneide e che ospitò Ottaviano Augusto e Mecenate. Accanto c’era anche un rudere, detto di Virgilio – che rafforza la leggenda che Pollione fosse dedito alle pratiche magiche di quest’ultimo – che sprofondò in mare per assestamenti naturali: Nello stesso tempo si spezzò pure la lingua di terra che collegava l’isoletta e Posillipo.
Della vita di Pollione si sa poco altro, e la leggenda vuole che morisse dilaniato dalle sue murene.
La fama sinistra di La Gaiola ha dunque un terreno storico ideale dove affondare le radici delle dicerie che vogliono che l’isolotto sia interdetto alle dimore umane. E allora ecco spiegata la diffusa credenza. E pare proprio che una serie di episodi accaduti nel tempo confermino che questo luogo porti male.
Si ha notizia che nel 1323 una galea veneziana del doge Doria naufragò sull’isola: i marinai morirono tutti.
Nel 1648 la flotta del generale Lautrec fu sconfitta dopo essersi rifornita di aqua alla Gaiola.
La carrozza anfibia del principe di Sansevero il 24 luglio 1770 al terzo viaggio per mare, finì a pezzi sulla Gaiola e poco dopo Raimondo de Sangro morì misteriosamente.
Nel 1806 un monaco eremita detto lo Stregone viveva sull’isoletta e faceva talismani per i pescatori del posto: fu trovato annegato sei anni dopo.
Qualche anno dopo, nel 1847, su di unaa preesistente dimora venne edificata una nuova villa dall’archeologo Guglielmo Bechi, che aveva acquistato La Gaiola nel 1820 insieme al promontorio che l’univa alla terraferma. Fece costruire anche il pontile che univa le due parti dell’isola. Bechi finì in miseria e la Gaiola nel 1874 fu rilevata da Luigi de Negri. Il de Negri sfruttò la pozzolana presente nell’isola e vi impiantò la Società della Pescicoltura del Regno d’Italia nel Mar di Posillipo che fallì miseramente in pochi anni.
La Gaiola fu dunque venduta al marchese del Tufo. Poi la proprietà passò poi a Gennaro Acampora e quindi all’ammiraglio britannico Nelson Foley, cognato del famoso scrittore Conan Doyle.
Nel 1910 la proprietà passò alla famiglia del senatore Paratore che la vendette l’anno seguente in fretta e furia. Comunque paratore viveva prevalentemente sull’altra villa sulla terraferma.
Nel 1911 il comandante Gaspare Albenga, per far vedere da vicino la costa ad una passeggera, fece incagliare l’incrociatore corazzato San Giorgio sul Banco della Cavallara, un promontorio sommerso che da La Gaiola degrada verso il largo.
Il nuovo proprietario, lo svizzero Hans Praun, morì suicida, ma stranamente fu trovato avvolto in un tappeto. Sua moglie Elena Von Parish perì in uno strano incidente: in una notte di tempesta era sulla teleferica che collegava La Gaiola alla terraferma. quando si spezzò il cavo e la donna cadde in mare. Il corpo non venne mai ritrovato. Anche il successivo titolare della villa Otto Grumbach, morì misteriosamente, forse suicida, mentre vi soggiornava.
Nel 1931 una barca di giovani studenti si rovesciò sul Banco della Cavallara.
Il nuovo proprietario fu Edoardo Agnelli, figlio di Giovanni, fondatore della Fiat, e morì a 43 anni in un incidente.
Il successivo proprietario, lo svizzero Maurice-Yves Sandoz, morì suicida in una clinica per malattie mentali.
Il miliardario americano Paul Getty ne entrò in possesso nel 1968 e suo nipote Paul jr. fu rapito. Dopo essere stato mutilato ad un orecchio, il ragazzo venne rilasciato a fronte di un riscatto di 7 milioni di dollari.
“Nini” Gianpasquale Grappone, grande manager assicurativo, acquistò La Gaiola nel 1978: sua moglie morì in un incidente d’auto, lui fece bancarotta fraudolenta e finì in prigione.
Tante le leggende, tante le storie misteriose, finanche un affresco di un gorgoneion, simbolo apotropaico che rappresentava la testa di una Gorgone, riconducibile a certi aspetti del culto della Dea Madre associato all’energia dinamica della vita. Un affresco di tarda età romana, proveniente da chissà quale degli scavi archeologici di Pausilypon, nascosto, poi ritrovato ed ancora nascosto, di cui rimane solo una fotografia …
Molti studiosi del paranormale tentarono di sondare sul posto se veramente vi fossero influssi negativi e presenze inquietanti in quel luogo, come asseriva chiunque vi fosse stato, ma gli esperimenti non durarono a lungo. Manco a dirlo, alcuni degli studiosi morirono poco dopo …
La villa andò all’asta e nel 1984 passò alla Regione Campania. Affidata all’associazione Marevivo, il 7 agosto 2002 con decreto ministeriale la Gaiola divenne area protetta marina.
Marevivo restaurò la villa con una spesa quasi 1.500.000 euro per farne un museo. I dipendenti e i funzionari, spaventati da chissà cosa, l’abbandonarono del tutto nel 2007…