La biografia: il generale Ritucci
di Michele Di Iorio
L’esercito borbonico era una poderosa macchina da guerra composta da uomini di prim’ordine.
In particolare voglio ricordare un soldato napoletano, Giosuè Ritucci Lambertini, che partito dai bassi ranghi divenne un grande generale e statista fedelissimo al Regno delle Due Sicilie.
Ritucci nacque a Napoli l’8 Aprile 1794 da una famiglia di militari di carriera, modesta sebbene avessr antiche origini nobiliari a Nola, poi trasferitasi dal 1408 a Santa Maria Capua Vetere nel Casertano, dividendosi poi in due rami, baroni e marchesi. Diramandosi a Santa Anastasia, Napoli, per causa maritalis successero alla famiglia Lambertini come Ritucci Lambertini di Santa Anastasia.
A 13 anni, nel 1807, Giosuè Ritucci si arruolò come tamburino nel Real esercito di linea di Giuseppe Bonaparte, partecipando a tutte le guerre napoleoniche.
Dopo il periodo murattiano aderì incondizionatamente al Regno delle Due Sicilie, di cui in seguito divenne Ministro della Guerra.
Pur continuando a prestare servizio nell’esercito borbonico, fu massone egizio a Napoli come il conte e generale Pietro Colletta.
Raggiunto il grado di capitano aiutante maggiore già nel 1826, si coprì di gloria sgominando il brigantaggio siciliano, tanto che nel 1836 fu insignito della Croce di Cavaliere del Reale Ordine di Francesco I Borbone.
Nel 1884 fu promosso maggiore del II Battaglione Cacciatori di linea. Nel 1847 si distinse contro gli insorti di Reggio Calabria diventò maggiore sotto capo dello Stato Maggiore di Palermo.
Nel 1849 ebbe il grado di colonnello del VII reggimento di linea e nel settembre di quell’anno venne decorato da papa Pio IX della medaglia commemorativa dell’autorità pontificia e fu nominato Commendatore dell’ordine di San Silvestro Papa. Ferdinando II lo nominò cavaliere dell’Insigne e Reale Ordine di San Gennaro.
Nel 1851 Giosuè Ritucci pubblicò il libro Memoria storica dell’attacco sostenuto in Velletri il 19 maggio del 1849 dalla colonna di riconoscenza armata dalle truppe di Napoli, edito dalla Tipografia Militare di Napoli.
Il 21 dicembre del 1853 venne promosso Brigadiere Generale e il 19 aprile 1860 Maresciallo di Campo.
Ministro della Guerra del Regno delle Due Sicilie , Ritucci rimase fedele al Re Francesco II e, dopo aver guidato l’esercito nella battaglia del Volturno, andò con il re a Gaeta, dove fu governatore della cittadella dal 22 novembre 1860 al 13 febbraio 1861.
Due giorni dopo la caduta di Gaeta venne fatto prigioniero e inviato alla fortezza piemontese di Alessandria destinata a generali e ufficiali borbonici.
Liberato grazie all’amnistia sabauda del 14 dicembre del 1861, rientrò a Napoli e visse confinato a Santa Anastasia.
Ritucci fu richiamato alle armi nell’esercito sabaudo ma rifiutò dicendo: «Nella vita si giura una volta sola e io ho giurato fedeltà ai Borbone di Napoli!»
Il generale Giosuè Ritucci Lambertini lasciò la vita terrena nel 1869 a Santa Anastasia.