Italós. Perché siamo arrivati a tanto?
di Ciro Santisola
SAN GIORGIO A CREMANO (NA) – Nella sala conferenze della Biblioteca, interna all’ammiccante settecentesca Villa Bruno, in via Cavalli di Bronzo alle 18 di venerdì 6 luglio Marco Ascione presenterà il suo libro Italós. Perché siamo arrivati a tanto?
L’Italia «… è il paese più corrotto di tutta l’Unione Europea, insieme a Romania, Bulgaria e Grecia. Nel 2016 si è classificata alla 77esima posizione al mondo per libertà di stampa. La sua classe politica costa cifre da capogiro, l’imprenditoria è in ginocchio, l’indigenza e le difficoltà degli italiani crescono progressivamente. Che cos’è che è andato storto? E’ tutta colpa della crisi o c’è dell’altro? E’ questione di mentalità? E da dove proviene la mentalità? Perché nella sua storia l’Italia è più volte passata, rispetto alle aree dell’Europa nordoccidentale, dai più alti gradi di progresso ai peggiori di regresso? E di ciò le sue antiche divisioni sono causa o effetto? »
Nel corso dell’incontro, introdotto da Stanislao Scognamiglio di LoSpeakersCorner.eu, con una «… breve trattazione sull’origine delle divisioni, delle unificazioni e delle attuali condizioni degli abitanti dello Stivale», il giovane ricercatore illustrerà ai sangiorgesi, ai cultori di storia patria e ai curiosi, il contenuto della sua opera prima.
Nel suo libro Italós. Perché siamo arrivati a tanto?, frutto di una meticolosa ricerca interdisciplinare condotta scientificamente, partendo dalla consultazione di documenti d’epoca e di testi coevi, l’autore ha cercato di dare delle risposte a una delle domande che gli Italiani spessissimo si pongono: «Come mai ci siamo ridotti cosi?»
Presentato nella mattinata dello scorso mercoledì 4 luglio alla Camera dei Deputati, con la moderazione di Pino Aprile, il volume ancora una volta ha rappresentato «… un coraggioso atto d’accusa nei confronti di chi ha voluto, e di chi vuole ancora oggi, che la “Questione Meridionale” nascesse, si consolidasse e diventasse “emergenza” del Paese».
Il saggio-romanzo, definito «… una Wunderkammer, una camera delle meraviglie o gabinetto delle curiosità», è arricchito dalla prefazione del giornalista e scrittore, Lino Patruno e dall’introduzione del pubblico ministero Marcello Musso, il magistrato che ha condannato i mafiosi di Cosa Nostra Salvatore (Totò) Riina e Leoluca Biagio Bagarella.