Invictus, i versi di Mario Privitera
di Tonia Ferraro
La poesia è una speculazione fatta con l’anima. Mario Privitera, porticese, classe1997, è studente alla facoltà di Chimica. Una formazione scientifica che però non gli ha impedito di innamorarsi del potere illimitato della parola.
Ha dato recentemente alle stampe il suo primo libro, Invictus. Sono versi, parole semplici che mettono a nudo un io gentile ma razionale al tempo stesso. Bisogna leggere quei versi che rimano con l’anima di un ragazzo che ha scelto una via “controcorrente” per esprimersi. E bisogna assaporarli per capire quanto sia grande il dono che Mario Privitera fa di sé.
Invictus sarà presentato martedì 5 settembre alle 18 a Villa Savonarola incorso Garibaldi. All’incontro, moderato da Giovanna Manna, ne parlerà con l’autore la professoressa Angelina Di Tuoro.
L’evento è a cura di Libreria Libridine e dell’associazione FreskoFilm.
Mario Privitera è un gran curioso: amai viaggi, la musica, il Cinema e tutto ciò in cui vede fonte d’ispirazione.
LoSpeakersCorner ha incontrato Mario e per una simpatica conversazione.
Come è nata la passione per la poesia?
Ho cominciato a scrivere versi quando avevo 16 anni: volevo far fluire quello che avevo dentro di me. All’inizio scrivevo cercando di tenermi entro i canoni classici, ma poi ho capito che la poesia moderna deve rompere gli schemi rigidi e ho dato vita ad una personale sperimentazione
Perché il titolo Invictus?
Ricorda il percorso che ho fatto, i vari gradi di avanzamento, ma anche alcuni momenti non belli che ho avuto. Alle fine ne sono uscito non-vinto, cioè Invictus.
La particolarità di questo libro è che alcune poesie sono dedicata a personaggi della letteratura. Ho sentito di confrontarmi in alcuni contesti con qualcuno che aveva gia scritto prima di me … Del resto, se ogni poesia ha la mia impronta personale, è anche eterogenea: ci sono anche versi napoletani, ad esempio.
I tuoi obiettivi personali?
Riuscire a dividermi tra passione e concretezza, tra poesia e scienza, tra cuore e mente.
Come disse Schopenhauer «La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare». E Mario lo sa.