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Il vuoto come metafora

NAPOLI – Alla Fondazione De Felice a Palazzo Donn’Anna a Posillipo in occasione della Giornata Internazionale della Memoria 2019, domenica 27 gennaio alle 17.30 si terrà l’incontro Judenplatz Museum Wien, il vuoto come metafora. Ospite d’eccezione il professor Andras Palffy della Technische Universität Wien che illustrerà il progetto di uno dei più significativi musei dedicati alla Shoa.

Insieme al creatore e progettista del Museo Judenplatz, interverranno: Marina Colonna Amalfitano, Presidente Fondazione De Felice e Michelangelo Russo, Direttore del Dipartimento di Architettura Università degli Studi di Napoli Federico II. L’incontro sarà introdotto da Gioconda Cafiero dell’Ateneo Federico II.

La Judenplatz a Vienna è considerata un luogo del ricordo unico nel suo genere. In questa piazza dialogano il monumento commemorativo dell’artista britannica Rachel Whiteread, gli scavi che hanno portato alla luce una sinagoga medioevale ed il museo del giudaismo, progettato da Andras Palffy e Christian Jabornegg. Tre realtà riunite in un’unica esperienza narrativa tra storia e innovazione, tradizione e contemporaneità.

 Il Museo Judenplatz è allestito all’interno di un antico edificio ebraico, la Mizrachi House, che apre sulla piazza stessa. Dal suo interno si accede all’area archeologica interrata della Sinagoga. Esternamente, al centro della piazza, al di sopra dei resti della Sinagoga medievale, è collocato il monumento realizzato dalla Whiteread.

Il linguaggio architettonico dei musei della Shoa appartiene per intero e inequivocabilmente alle tendenze più espressive dell’arte contemporanea. L’involucro fisico oltre che a custodire, organizzare e mostrare quanto si trova all’interno, diventa a resonator of memory, cassa di risonanza da cui riecheggiano ricordi e sensazioni profonde. Comunica in termini visivi il concetto di memoria e suscita nel fruitore una reazione emotiva e sentimentale.

L’evento, organizzato in collaborazione con il DiArc, Dipartimento di Architettura della Università degli Studi di Napoli Federico II, rientra nel progetto della Fondazione De Felice I Musei della Memoria, architetture che raccontano, ciclo di conferenze a cadenza annuale organizzate in occasione della Giornata Internazionale della Memoria.

L’iniziativa propone la presentazione di architetture museali che, avvalendosi di un linguaggio simbolico|educativo, già dall’esterno, nel loro rapporto con la città, annunciano ed anticipano i temi che all’interno vengono articolati e sviluppati lungo il percorso dell’allestimento museale e degli spazi espositivi. Architetture che raccontano, per l’appunto.

Nel 2017 Andrea Wandel della Trier University of Applied Sciences ha presentato il Judische Center di Monaco di Baviera, nel 2018 Paolo Coen della Università degli Studi di Teramo ha presentato la architettura di Moshe Safdie a Yad Vashem a Gerusalemme.

Gli incontri di I Musei della Memoria rappresentano fortemente l’impegno di Ezio De Felice (1916-2000), architetto, docente universitario, esperto in restauro e museografia, considerato uno dei caposcuola della esperienza museografica italiana che negli anni cinquanta ha visto la trasformazione architettonica degli spazi storici in spazi espositivi. A partire dal dopoguerra, insieme ad altri prestigiosi esponenti del mondo dell’architettura italiana (Carlo Scarpa a Castelvecchio, Venezia e Palermo, Franco Albini a Genova e Franco Minissi a Roma), Ezio De Felice, a Napoli e Salerno, ha tracciato le linee di una moderna tendenza culturale del “fare museo”, in cui RestauroArchitettonico ed Allestimento Museale sono percepiti come aspetti di un unico tema progettuale.

L’appuntamento di domenica 27 gennaio si chiuderà con un aperitivo curato dai giovani della Cooperativa Sociale Orsa Maggiore.

Andras Palffy, nato a Budapest nel 1954, ha completato gli studi di architettura all’Università di Tecnologia di Vienna. Nel 1988 ha fondato lo Studio Jabornegg & Pàlffy insieme a Christian Jabornegg.

Visiting Professor presso l’Università di Linz, nel 2003 viene nominato professore presso l’Istituto di Architettura e Design della Technische Universität Wien.

Dal 2007 al 2014 è stato Presidente della Secessione Viennese Association of Virtual Artists.

Dal 2012 è Direttore dell’Istituto di Architettura e Design della Technische Universität Wien.

Apprezzato a livello internazionale, è noto per progettare edifici nuovi e antichi così integrati nel loro contesto storico che esternamente, se visti dallo spazio pubblico, si distinguono a malapena. Eppure dentro, sono completamente contemporanei con spazi, materiali e idee fortemente funzionali. Insieme al socio Christian Jabornegg, tra i suoi progetti ricordiamo: il Museo Judenplatz, l’Hotel Velden Castel, la conversione di una fabbrica di modisteria nel centro stortico di Vienna in uno dei più belli spazi di arte contemporanea d’Europa della Fondazione Generali.

 

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