Cultura

Il Teatro. Svenimenti, un vaudeville

NAPOLI Al Teatro Nuovo in via Montecalvario mercoledì 7dicembre alle 21 andrà in scena Svenimenti, un vero e proprio vaudeville tratto da Anton Cechov che accompagna in un’epoca e in un mondo ben specifici, tratteggiando il ritratto dello scrittore, ma soprattutto dell’uomo. 

Svenimenti, un vaudeville vede la regia a cura di Elena Bucci con la collaborazione di Marco Sgrosso. Disegno luci Loredana Oddone, drammaturgia del suono Raffaele Bassetti, macchinismo e direzione di scena Viviana Rella, collaborazione ai costumi Marta Benini, palchetti Stefano Perocco di Meduna

Si ringrazia il Teatro Comunale di Russi, Ravenna. 

Pirandello, Goldoni, Shakespeare, Molière, Ibsen, Pinter, Ionesco: sono moltissimi i grandi autori indagati dalla compagnia Le Belle Bandiere in vent’anni di produzioni, riflessioni, riscritture. E ora, con il nuovo spettacolo Svenimenti, un vaudeville è il momento di Anton Cechov. Consiste in un viaggio nel suo laboratorio, nelle sue riflessioni, nei racconti, nelle lettere, nella sua drammaturgia e nel suo rapporto con il teatro e con il mondo.

Le parole della moglie Olga Knipper, attrice che si muove in scena con una candela immaginando di volerlo ritrovare il marito nel suo studio dopo la morte, sono diventate a poco a poco una guida, come del resto tutte quelle di coloro che l’hanno conosciuto e incontrato.

Una sorta di opera “aperta”, in cui, toccando i più diversi aspetti della sua scrittura, si scorge un vero e proprio ritratto dell’autore, per tracciare un percorso attraverso i suoi processi creativi.

Di Cechov emerge così un ritratto, pieno di contrasti: medico per vocazione e scrittore per passione, affettuoso e intelligente osservatore degli umani, instancabile e gentile difensore degli ideali, amante della vita tumultuosa del teatro ma anche della completa solitudine, sempre curioso della vita nelle sue variabili forme.

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Allo scrittore e drammaturgo russo Elena Bucci e Marco Sgrosso, protagonisti con Gaetano Colella, storico collaboratore della compagnia, si accostano per la prima volta, secondo quella modalità che, spesso, caratterizza i loro lavori: indagare oltre la singola opera, cogliendo le intime connessioni tra la vita dell’autore e la sua scrittura,scoprendo legami insospettati o azzardando nuove chiavi di lettura.

Elena Bucci e Marco Sgrosso costruiscono un delicato e accurato pastiche teatrale, recuperando gli atti unici di CechovDomanda di matrimonio, L’Orso e I danni del tabacco – intrecciandoli alle lettere di Olga Knipper indirizzate al drammaturgo, le riflessioni di Cechov sul modo di Stanislavskij nel mettere in scena le sue opere, frammenti di racconti e l’eco dei grandi capolavori, dal Giardino dei ciliegi al Gabbiano.

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«Dal nostro trio di attori – ha evidenziato Elena Bucci – emergono di volta in volta i personaggi dei racconti, degli atti unici intravediamo la stessa Olga e in controluce anche Cechov. Si tenta di affacciarsi alle opere maggiori (Il giardino) per poi ritrarsi spaventati dal futuro che comprendeva anche la morte dello scrittore».

SVENIMENTI
SVENIMENTI

In un gioco d’identità, tra personaggi, persone veramente esistite, fantasie, possibilità, l’allestimento muove accanto e intorno al segreto della scrittura e del teatro, scivolando avanti e indietro nel tempo, come se il palcoscenico desse la facoltà di attraversare la zona sconosciuta tra vita e morte.

«Sono importantissimi – ha aggiunto la Bucci – i cambi di costume quasi a vista, le tre pedane che alludono a diversi palcoscenici, quasi palchetti da commedia dell’arte, e i bianchi siparietti che, nascondendo, rivelano, creando spazi ed evocandone altri.La loro trasparenza permette di trasformarci in quasi-fantasmi, attori sospesi tra vita e scena».

(Per la gentile concessione delle foto si ringraziano Luigi Angekucci, Umberto Favretto, Gianni Zampaglione e il Teatro Santa Chiara Centro Teatrale Bresciano)

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