Il Teatro, In Casa con Claude
Il nostro inviato speciale Antonio Vitale ci racconta il profondo significato della pièce teatrale In Casa con Claude, rappresentato alla Galleria Toledo di Napoli
ROMA – All’OFF/OFF Theatre in Villa Giulia il regista Giuseppe Bucci ha portato in scena In Casa con Claude, una pièce tratta da Being at home with Claude di Renè-Daniel Dubois.
Adattato e diretto dallo stesso Bucci, la pièce vede protagonisti gli attori Andrea Verticchio e Carlo Di Maio. Le prime rappresentazioni, tenute da venerdì 4 a domenica 6 febbraio, saranno replicate alla Galleria Toledo di Napoli nei giorni martedì 8 e mercoledì 9 febbraio.
In Casa con Claude, una metafora della società contemporanea, racconta di un serrato interrogatorio tra un commissario di polizia e un escort omosessuale, che passa la sua vita tra discoteche, droga, alcool e prostituzione.
Il giovane confessa un efferato delitto compiuto su un altro giovane, ma tuttavia si rifiuta ostinatamente di spiegare – a sé stesso e al poliziotto – il come e il perché del suo terribile gesto.
Giuseppe Bucci parla del lavoro teatrale, spiegando che è ispirato al noto testo canadese, sottolineando che lo ha sfrondato di ogni riferimento spaziale e temporale, proponendolo come allegoria della società attuale che, nonostante i passi in avanti, discrimina la comunità e i sentimenti omosessuali, specie se legati a persone con comportamenti borderline come la prostituzione, relegandoli al ruolo di individui di serie B.
Ancora oggi, quasi ovunque nel mondo, questi soggetti, per le persone “normali” non possono innamorarsi davvero, non devono sposarsi, avere figli, adottarli, nemmeno avere una legge che li tuteli (anzi in alcuni Paesi sono ancora perseguibili, quando non giustiziati dalla folla).
Ho voluto arricchire lo scontro tra i personaggi con veri e propri tilt della mente del giovane protagonista, stravolto e incredulo, che lo trascineranno in mondi deviati a lui più familiari e preferibili alle “torture” imposte dal Commissario.
Il monologo finale sarà un vero e proprio flusso di emozioni, altalenanti e confuse, del giovane escort a cui non è concesso in alcun modo la possibilità di “amare ed essere amato”, così commenta il regista Giuseppe Bucci.